Kiba

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Sottoterra.
Ecco dove avrebbe voluto trovarsi Kiba in quel momento.
In una grossa buca, come quelle che scavava Akamaru in giardino e che, lui, tutte le volte doveva richiudere tra un imprecazione e l'altra, dopo essere stato sgridato da sua madre.
Sarebbe stato il posto perfetto: al buio, da solo e in silenzio; sicuramente così non avrebbe rischiato di essere preso in giro dai suoi amici per il resto della sua vita, ripudiato dalla ragazza che gli piaceva da una vita o, peggio, pestato a sangue e poi abbandonato sul bordo della strada come un cane.
Nel peggiore o nel migliore dei casi, ancora non aveva deciso bene, magari sottoterra ci sarebbe finito davvero, ricordato come: "Kiba Inuzuka il cane arrapato, segaiolo e stalker".
Il problema non stava tanto nell'essere stato scoperto a masturbarsi, non era mica la prima volta; quante volte sua madre l'aveva interrotto mentre era sul più bello?
Non era di certo un ragazzo introverso e vergognoso; no, Kiba non lo era di certo, anzi gli piaceva mostrarsi e fare lo spavaldo.
E, poi, come se gli altri non lo facessero!
Chi volevano prendere in giro?
Solo perchè non lo ammettevano, anzi dicevano che non lo avevano mai fatto, a differenza sua, non voleva dire che non si sparassero una sega ogni tanto!
No, di certo non era questo ciò che preoccupava il moro.
Purtroppo, questa volta, non era stata Tsume ad entrare in camera sua, magari urlando e scaraventandolo per terra ancora con il cazzo in mano, rischiando di farsi anche male, ma qualcuno di ancora più pericoloso e seccante.
E, soprattutto, quella che teneva nella mano libera non era una semplice rivista porno rubata da qualche edicola ben fornita, se lo fosse stata, l'Inuzuka non sarebbe stato preoccupato.
Era nella merda, nella merda fino al collo.
Se quello che stava facendo in quella stanza fosse uscito da lì, avrebbe avuto fare i bagagli e cambiare villaggio, come minimo.

"Imbarazzante, Inuzuka." Aveva sentito dire, con tono demigratorio.
Subito era sobbalzato, sgranando gli occhi e infilandosi sotto le coperte il più velocemente possibile.
Il suo cuore si era fermato per un istante quando aveva riconosciuta la voce di chi aveva parlato che non presagiva nulla di buono.
"C-che cazzo ci fai tu qui?! E poi perchè non hai bussato?!" Aveva ringhiato, mostrando i canini e girando la testa verso la porta scorrevole di camera sua, osservando, irato e sorpreso, la figura appoggiata allo stipite, con le braccia incrociate al petto, che lo guardava con le sopracciglia inarcate e un sorriso di scherno sulle labbra.
"Ho mai bussato in casa tua?" Aveva risposto, entrando nella stanza disordinata del ragazzo, ignorando ciò che stava pestando, l'ANBU.
"Esci immediatamente! E non hai risposto alla mia domanda!" Aveva urlato di nuovo, lui, tirandosi più adosso il lenzuolo azzurro, che lasciava intravedere l'erezione, seguendo con lo sguardo i movimenti lenti e composti della ragazza che si stava avvicinando sempre di più.
"Oh quante storie Ki-baka, ti ho visto mille volte nudo quando eravamo bambini.
E poi non è da te essere imbarazzato." Lo aveva schernito, arrivata ormai alla prossimità del letto, guardandolo dall'alto.
Lui aveva assottigliato lo sguardo, continuando a mostrare i denti bianchi e dritti che gli spuntavano ai lati della bocca.
"Non abbiamo più cinque anni e non chiamarmi in quel modo, (T/N)." Rispose, digrignando i denti e fissando in cagnesco la giovane che non sembrava affatto stranita da ciò che stava succedendo.
"Ho visto." Aveva iniziato a dire, lanciando uno sguardo al rigonfiamento sotto le lenzuola, che subito venne provato ad essere camuffato dalle mani del ragazzo che aveva imprecato a bassa voce.
"Sei proprio un cane arrapato." Asserì, poi, sedendosi tranquillamente sul fondo del letto, poggiando le mani ai lati ed alzando lo sguardo verso il soffitto.
"E tu sei una stronza insopportabile! Vai via dalla mia camera." Inveì di nuovo, puntando il dito contro la porta.
Lei aveva voltato la testa verso di lui, facendo scivolare una ciocca di capelli (C/C) lungo la sua spalla.
"Mi ha mandato tua madre a salutarti.
È da tanto che non ci vediamo, non potevo non venire." Aveva risposto, con tranquillità e senza mutare la sua espressione seria sul viso.
"Tsk! Non sai quanto sono felice di vederti.
Perchè non te ne sei tornata alla Radice invece di venirmi a scocciare?" Sbuffò, abbassando il braccio teso lungo il corpo, prima di incrociarlo al petto insieme all'altro.
La giovane ANBU era rimasta a fissarlo impassibile per un istante, osservando per bene l'espressione buffa e immatura che aveva Kiba, accentuata dai capelli arruffati che gli incorniciavano il viso.
"Ho dovuto portare il mio cane da tua sorella e ho approfittato della spiacevole occasione per salutare il resto della famiglia." Disse, tornando poi a guardare il soffitto bianco.
"Che bello." Borbottò lui, lanciando un'occhiata alla foto seminascosta sotto al cuscino.

𝐎𝐍𝐄𝐒𝐇𝐎𝐓 𝐋𝐄𝐌𝐎𝐍 - 𝐍𝐀𝐑𝐔𝐓𝐎'𝐒𝐂𝐇𝐀𝐑𝐀𝐂𝐓𝐄𝐑𝐒𝐗𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora