"Che seccatura." Borbottò Shikamaru, portandosi una mano dietro alla testa, grattandosi la cute, mentre le sue pupille scure, incastonate in un taglio orientale, osservavano attentamente la figura minacciosa di una ragazza, la sua ragazza, avvicinarsi sempre di più a lui, con i pugni stretti lungo i fianchi e il labbro inferiore inarcato in una smorfia che conosceva fin troppo bene: era incazzata nera.
Si appoggiò con la schiena contro la parete azzurrina dell'edificio, lasciando cadere sfaticatamente lo zaino a terra, che si accasciò, mezzo vuoto, ai suoi piedi.
Ed ecco che, dopo aver spintonato, senza scusarsi e senza guardare nessun'altro che lui per tutto il tempo, tutti gli studenti che erano nel corridoio e le intralciavano il cammino, era arrivata davanti a lui.
A un soffio dal suo naso, guardandolo dal basso, con gli occhi (C/C) semichiusi e illuminati di una strana luce, diversa da quella che il moretto si ricordava, aveva aperto bocca iniziando a dargli noia.
"Che cosa significa quello, Shikamaru?" Ringhiò, avvicinandosi ancor di più al suo viso e facendogli sbattere la testa contro il muro, spaventandolo un poco alla vicinanza così ristretta.
Lui sbattè le palpebre più volte, schiudendo le labbra ed osservando attentamente quel mostriciattolo che con aria irata lo stava uccidendo con lo sguardo.
"Non sei contenta? Certo che sei proprio impossibile, (T/N)." Rispose, roteando gli occhi cercando di sviare il contatto visivo, confuso e un poco preoccupato dalla reazione inaspettata della compagna.
Insomma, pensava di ricevere un altro tipo di reazione, quella a cui mai avrebbe pensato di assistere in tutta la sua vita, ma a quanto pareva le cose non erano andate secondo i piani.
"Lo hai fatto apposta, solo per darmi il contentino... dì la verità." Continuò con il suo interrogatorio la ragazza, per niente contenta di quello che aveva appena visto appeso alla bacheca dei risultati degli esami, al contrario di come avrebbe dovuto essere.
Il Nara sospirò, chiudendo gli occhi e grattandosi una tempia, inarcando verso il basso le labbra, colto in fragrante.
"Un giorno ti supererò-"
"Ho già sentito diverse volte questa fras-" Shikamaru venne interrotto a sua volta, trovandosi la mano piccola ma con una presa ferrea sulla bocca, che gli impediva di proferire parola.
"Un giorno ti supererò, ma lo farò con le mie forze. Guai a te, Shikamaru, se fai un'altra volta un gesto del genere." Riprese il suo discorso lei, continuando a guardarlo con serietà e spostando piano la mano dalle labbra dell'altro, che con gli occhi sgranati era rimasto in silenzio, per forza, ad ascoltarla.
"Sei un idiota, lo sai? Ti sei rovinato la media." Lo rimproverò, puntellandogli il dito sul petto, ripensando al voto che aveva letto dopo il nome del neofidanzato sulla bacheca.
"E tu sei una seccatura e continuerai sempre d esserlo. Mi continuerai a tormentare con la tua rivalità nei miei confronti fino all'ultimo giorno di università, che tu mi superi o meno." Ribattè, attirandola contro il suo petto e abbracciandola possessivamente, appoggiando il mento sulla testolina (C/C).
Lei trattenne il fiato, arrossendo ed affondando il viso nella sua maglia, stringendo il tessuto tra le dita, non ancora abituata all'idea di stare insieme al suo più acerrimo rivale, la persona che fin dai primi giorni delle superiori aveva voluto superare in ogni materia: il cervellone sfaticato Shikamaru Nara.
Mai avrebbe pensato che alla fine sarebbe finita per amare quel fannullone incredibilmente sveglio, dopo aver passato anni a credere di odiarlo, eppure, dopo quel fatidico giorno del compleanno del Nara, il loro rapporto era cambiato sicuramente in meglio, nonostante l'atteggiamento di continua rivalità di (T/N) fosse rimasto.
Shikamaru l'accettava e l'amava così come era: noiosa e incredibilmente caparbia; non avrebbe potuto immaginare di vivere quei noiosi giorni di università senza di lei che lo esasperava con i suoi discorsi dannatamente lunghi su quando, in un futoro prossimo, avrebbe preso un voto più alto di lui.
Sospirò e chiuse gli occhi un istante, sorridendo lievemente, al ricordo di come erano andate le cose.Come ogni giorno Shikamaru si era seduto in fondo all'aula, come ogni giorno, si era seduto scomposto contro la sedia a fissare annoiato un punto a vuoto, sbadigliando silenziosamente di tanto in tanto e rigirandosi la matita tra le mani.
Odiava l'università, odiava stare chiuso in una stanza a seguire ore ed ore di continue spiegazioni, a fissare lavagnate di scritte e di dover pensare di prendere appunti che poi avrebbe dovuto studiare.
Tutti i giorni era una noia continua, una vera seccatura, dover per forza, "per il bene del suo futuro" come diceva sua madre, dover recarsi in quel luogo affollato e chiuso, in cui avrebbe dovuto passare almeno altri tre anni della sua vita.
Sbuffò, poggiando una guancia sul pugno serrato, guardando fuori dalla finestra il cielo azzurro in cui le nuvole, leggere e candide si muovevano lentamente.
Chiuse gli occhi un istante, immaginando di essere sdraiato sotto il portico di casa sua a guardare in tranquillità quel cielo limpido, circondato dal silenzio, senza essere fissato in cagnesco da una certa (T/N).
Il Nara aprì un occhio, facendolo viaggiare per l'aula fino a quando non incontrò quelli (C/O) di (T/N) che si era girata verso di lui e lo stava guardando in malo modo.
Lui la guardò a sua volta con poco entusiasmo, scuotendo poi il capo e rimettendosi dritto a guardare davanti a sè il vuoto, con la guancia arrossata, per essersi tenuto il viso troppo premuto.
Dopo l'ennesimo sbadiglio e dopo aver guardato l'orologio, sbattendo il piede a terra nervosamente, finalmente l'ora era finita, lasciando libero il ragazzo di andarsene da quel posto, almeno per quella settimana.
"Nara!"
Sospirò, roteando gli occhi al cielo, facendo finta di nulla e continuando a camminare con le mani in tasca, nonostante sapesse che era inutile ignorare quella vocina stridula che lo aveva appena chiamato, perchè, tanto, in pochi secondi lo avrebbe tormentato ancor da più vicino.
Infatti, poco dopo, (T/N) lo aveva raggiunto, camminando di fianco a lui.
"La prossima settimana c'è l'esame." Gli disse, lanciandogli un'occhiata carica di competizione, che non venne ricambiata.
"Lo so." Aveva risposto, senza guardarla minimamente, atono e con espressione annoiata come sempre.
"Questa volta prenderò più di te, ne sono sicura." Continuò, imperterrita, la ragazza, non lasciandosi per nulla scoraggiare dal poco interesse nei suoi confronti da parte del moro, che di risposta sbuffò sonoramente.
"Non sei stato molto attento in classe, questa volta sei finito, Nara." Procedette, con un ghigno sadico sul volto, pregustando già la vittoria ed immaginandosi già le varie esultazioni e gli insulti che avrebbe rivolto al rivale.
Lui aveva inarcato un sopracciglio, guardandola di sottecchi: quella ragazza era davvero la persona più decisa e senza speranze che conoscesse.
Da anni continuava a tentare di superarlo a scuola, cercando di prendere voti più alti di lui, ma fallendo miseramente ogni volta, non riuscendo mai a superare i suoi punteggi.
(T/N) odiava essere l'eterna seconda, sempre dietro a lui, che, a parer suo, non si meritava minimamente la prima posizione tra i secchioni della classe per non dire dell'istituto.
Quel noioso di una testa d'ananas prendeva sempre voti migliori dei suoi senza un minimo sforzo: non stava attento in classe, non studiava, non faceva proprio niente di niente, eppure era sempre il migliore; la cosa che la faceva imbestialire di più, però, era il fatto che a lui non importava proprio nulla dei suoi risultati, non provando nemmeno un po' soddisfazione per il suo successo.
A quel ragazzo non interessava minimamente di nulla; il suoi unici interessi erano dormire e giocare a Shoji: era un vero e proprio fannullone.
Covava un profondo odio nei suoi confronti, per non dire invidia.
Lei si era da sempre impegnata molto per arrivare a degli ottimi risultati, spendendo la vita sui libri e non accettava per niente di essere superata da qualcuno come Shikamaru.
"Ne sono certo, (T/C). Ci si vede." La liquidò, alzando la mano a mezz'aria e ondeggiandola appena, allungando poi il passo per lasciare indietro la ragazza che si era fermata e lo stava osservando con il broncio, insultandolo mentalemente.
"Che seccatura." Borbottò, uscendo dal plesso scolastico e dirigendosi verso la stazione, guardando in alto verso il sole che splendeva ancora alto nel cielo, riducendo gli occhi a due fessure per riuscire a sostenere il bagliore accecante.
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𝐎𝐍𝐄𝐒𝐇𝐎𝐓 𝐋𝐄𝐌𝐎𝐍 - 𝐍𝐀𝐑𝐔𝐓𝐎'𝐒𝐂𝐇𝐀𝐑𝐀𝐂𝐓𝐄𝐑𝐒𝐗𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑
FanfictionRaccolta di oneshot sui personaggi di Naruto. 2018 - presente