Suigetsu

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OS ispirata dal film l'ASSO - THE DUFF (2015)

''Ciao Temari! Ciao Karin!'' Aveva salutato le due amiche, che avevano risposto gentilmente, sorridendo di rimando, una ragazza dai capelli castani legati in due chignon ai lati della testa che, passando per il corridoi della scuola, in direzione opposta alla loro, le aveva viste; il nome della ragazza era TenTen ed era stata una delle prime che quella mattina avevano rivolto la loro attenzione a due delle ragazze più conosciute della Konoha High School, salutandole con enfasi.
I ragazzi se le mangiavano con gli occhi, facevano commenti poco casti, sussurrandosi tra di loro cosa avrebbero fatto a quelle due se solo ne avessero avuto occasione.
Chiunque avrebbe voluto essere loro amica o averle come fidanzate; insomma, Karin e Temari erano, oltre che bellissime ragazze, anche alunne modello.
Karin Uzumaki, la giovane dai capelli rossi, era la presidente del club d'informatica, era un'hacker professionista e si occupava del sito della scuola.
Gli occhiali dal taglio rettangolare, del medesimo colore dei capelli e dalle lenti piuttosto spesse, i quali rendevano i suoi occhi color rubino ancor più grossi e che a chiunque avrebbero conferito un'aria da intellettuale sfigato, da così detto 'nerd', avevano un effetto diverso su di lei: secondo i ragazzi della scuola la rendevano più arrapante, le conferivano un'aria da maestrina che la rendeva accattivante.
Molti ragazzi avrebbero voluto fare ripetizioni con Karin o essere messi in punizione da lei, attirati, oltre che dal suo sguardo accattivante, anche dal suo carattere acido e scontroso, tal volte violento, che pareva farli impazzire.
Anche con Temari Sabaku, la ragazza biondo cenere e con gli occhi verde smeraldo, non ci si poteva scherzare troppo: la giovane dal carattere stoico e schietto, era cintura nera di arti marziali, aveva vinto la medaglia d'oro al torneo regionale dello sport praticato nella sezione femminile per ben tre anni di fila, faceva parte del comitato studentesco ed era la prima della sua classe.
Anche lei, come Karin, nonostante i suoi modi di fare poco gentili, era una preda molto ambita dai coetanei: molti sognavano di essere messi KO sul ring, rappresentato dal letto, da lei.
A quanto pareva gli adolescenti di Konoha erano per lo più dei sadici depravati, oltre che a degli sciocchi, dato credevano di poter avere anche solo una piccola possibilità con una di loro due; non perchè le due giovani donne fossero delle stronze, nonostante i caratteri forti non elargivano cattiveria gratuita, ma perchè gli spasimanti che le circondavano sarebbero potuti essere solo loro schiavi, dato che dalle preferenze sessuali sembrassero essere parecchio passivi: quella non era di certo la tipologia di uomini adatti a due ragazze in gamba come loro, bisognose di continui stimoli e qualcuno in grado di tenergli testa e fargliela perdere allo stesso tempo.
Karin aveva già trovato, sin dalle scuole elementari, qualcuno in grado di fargli andare in tilt il cervello, nemmeno fosse un driver difettoso, la scheda madre di un computer infettata da un virus: il suo nome era Sasuke Uchiha ed era un altro VIP della scuola, unico ragazzo di tutto l'istituto che non aveva mai dato un briciolo di attenzioni alla rossa innamorata persa di lui che, nonostante i continui rifiuti da parte dell'amato, continuava a flirtarci in maniera spinta, sperando un giorno di essere notata.
Temari, che al suo bell'addormentato, Shikamaru Nara, collaboratore svogliato del comitato studentesco, che aveva come unico interesse oziare, aveva già mandato parecchi segnali, quali battutine e prese in giro di un certo spessore, stava solo aspettando che quest'ultimo li recepisse e si svegliasse dal suo sonno profondo, rendendosi conto che la sua principessa lo stava attendendo. Purtroppo Temari, che conosceva fin troppo bene il suo assonnato compagno, temeva che l'unico modo per svegliarlo una volta per tutte fosse quella di baciarlo: forse con un'azione di tale spessore l'altro avrebbe finalmente aperto gli occhi e guardato in faccia la sua futura ragazza.

''Oh, ciao Temari! Ho appena ritirato le prime copie dei biglietti del ballo, sto iniziando a venderli.
Ho pensato di tenerne da parte un paio per te e Karin.'' Naruto Uzumaki, cugino della rossa e membro del comitato studentesco, nonché addetto alla propaganda degli eventi organizzati dalla scuola, data la sua esuberanza e simpatia capace di coinvolgere tutti, si era avvicinato alle due amiche, mostrando il mazzo di biglietti appena stampati, con un grosso sorriso in volto.
Il giovane aveva fermato le due in corridoio, dopo averle viste da lontano ed esserle corso incontro.
''Ottimo lavoro Naruto e grazie del pensiero.'' Aveva ringraziato sorridendo la bionda, lanciando un'occhiata veloce al mazzo di biglietti che il cugino dell'amica teneva tra le mani.
''Non c'è di che!
Tieni anche questi, così li dai ai tuoi fratelli.'' Aveva allargato di più il sorriso l'Uzumaki, porgendo, in totale, quattro biglietti alla ragazza, facendole l'occhiolino.
''Grazie mille, ma vedi di non regalare a tutti i biglietti! Ci servono i soldi per organizzare la festa.'' Aveva ringraziato nuovamente Temari, prendendo dalle mani del ragazzo i tagliandini di carta lucida.
Successivamente lo aveva rimproverato, sventolandogli i pezzi di carta davanti al viso, crucciando leggermente la fronte e indurendo lo sguardo, esprimendosi con un tono più serio e freddo, autoritario.
L'altro, di risposta, si era passato una mano dietro alla nuca e aveva ridacchiato, facendo qualche passo indietro, leggermente intimorito, salutando poi le due con un cenno del capo, assicurando poi alla bionda che avrebbe venduto tutti i biglietti senza fare sconti a nessuno.
''Io non penso proprio che contribuirò.
No, non verrò al ballo.'' Aveva aperto bocca (T/N), per la prima volta da quando aveva messo piede a scuola quella mattina, ricordando, almeno alle sue amiche, che anche lei esisteva.
(T/N) (T/C) con Karin e Temari non c'entrava assolutamente nulla. Nonostante fosse stata per tutto quel tempo con le sue due amiche, non era mai stata salutata, ne tantomeno guardata da tutte le persone che avevano attraversato il corridoio, passandole a fianco, quella mattina.
La (mora/bionda/rossa...) non era di certo famosa come le due sue amiche. Non era presidente di nessun club, non eccelleva in nessuno sport, non era la prima della classe, ne tantomeno era conosciuta per la sua bellezza: (T/N) era una ragazza normale, una di quelle nella media, che non sfondava in niente, ne tantomeno faceva così tanto schifo da essere considerata una perdente, o almeno questo era quello che lei credeva.
Non le creava problemi non essere guardata o salutata allo stesso modo delle amiche, anzi, non si rendeva nemmeno conto che la maggior parte delle persone ignorassero la sua esistenza, perchè non le era mai importato essere conosciuta; essere amica di due delle ragazze più popolari e in gamba della scuola non rendeva, automaticamente, anche lei famosa.
(T/N) era, delle tre, l'amica buffa e simpatica, quella che con una singola smorfia o una semplice battuta faceva spuntare un sorriso spontaneo sul volto delle amiche, era una sorta di anti-stress per le due ragazze che, sempre impegnate con la scuola, accumulavano parecchia tensione che, spesso, rischiavano di scaricare addosso all'altra, finendo per litigare: se non ci fosse stata (T/N) a fare da cuscinetto, a placare gli animi con un commento stupido, Temari e Karin avrebbero litigato, un giorno sì e l'altro pure, per sciocchezze.
La spontaneità e la ilarità della terza, però, non erano comprese e accettate da molti, o meglio dalla maggior parte delle persone che le stavano intorno, di fatti la giovane era considerata stramba da parecchie persone; la sua esuberanza le creava parecchi problemi nei rapporti umani, inoltre (T/N) non amava per nulla starsene tra la gente, il che rendeva ancor più difficile l'interazione con i suoi coetanei.
All'adolescente piaceva di più starsene in casa, sdraiata sul letto, con degli snacks, a guardare per ore film, serie tv o, ancora meglio, cartoni giapponesi, le piaceva estraniarsi dalla realtà e trascorrere così il tempo libero che per la maggior parte passava da sola dato che le sue amiche avevano parecchi impegni.
Come le sue amiche, come ogni ragazza adolescente, anche (T/N) aveva una cotta: il suo amato si chiamava Deidara ed era un bellissimo ragazzo dai lunghi capelli biondi, il viso angelico ed eterogeneo e gli occhi blu; il giovane aveva la passione era l'arte, in particolare la scultura, di fatti si dilettava a modellare la creta e creare oggetti di varia natura: sembrava così semplice per lui modellare la creta e farle prendere le forme che desiderava, le sue dita si muovevano in modo così elegante, leggiadro, ma al tempo stesso deciso, sicuro, intorno al pezzo di impasto malleabile.
Si poteva dire che il biondo avesse delle buone capacità manuali che (T/N) ammirava molto, soprattutto le apprezzava nelle sue più intime fantasie: avrebbe tanto voluto che Deidara mettesse le mani sul suo corpo e lo palpeggiasse con così tanta cura e maestria, proprio come faceva con la creta.
Peccato che per arrivare a farci sesso insieme (T/N) avrebbe dovuto prima parlargli e ciò, per lei, non era affatto semplice: non era nemmeno in grado di dirgli un semplice ciao senza iniziare a balbettare e, in seguito, dire cose senza un minimo senso logico.
Non c'era nulla da fare, quando si trattava di parlare, intraprendere un discorso con qualcuno che non fossero i suoi familiari o le sue amiche, (T/N) non riusciva a interagire o quando ci riusciva non veniva capita, veniva considerata strana.

𝐎𝐍𝐄𝐒𝐇𝐎𝐓 𝐋𝐄𝐌𝐎𝐍 - 𝐍𝐀𝐑𝐔𝐓𝐎'𝐒𝐂𝐇𝐀𝐑𝐀𝐂𝐓𝐄𝐑𝐒𝐗𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora