Le pareti della camera, che un tempo erano state di un acceso arancione, erano state ricoperte da poster tetri, a tema per la maggior parte horror, collezionati nel passare degli anni; ormai era quasi impossibile scorgere, tra le varie locandine, attaccate con maniacale cura, perfettamente stese e dritte l'una al fianco dell'altra, le pareti sottostanti.
Quella stanza, un tempo luminosa, anche nelle giornate grigie, ora era parecchio cupa, scura, tanto che nemmeno il cocente sole estivo, riusciva a renderla meno buia.
Qualsiasi persona non amante dell'horror si sarebbe sentita a disagio, oppressa, impaurita in quella piccola stanza, tappezzata da poster che rappresentavano, per la maggior parte, scene cruente: zombie affamati di cervelli, croci rovesciate e insanguinate, clown assassini, demoni spaventosi... chi ne ha più ne metta.
Ma le locandine dei film, rappresentazioni cinematografiche fondate su scene macabre e raccapriccianti, basate o non su faccende realmente accadute, con lo scopo di far spaventare lo spettatore, intrattenendolo e scioccandolo, trattenendolo davanti allo schermo con un brivido continuo lungo la schiena, non erano tanto disturbanti quando quelle che rappresentavano le copertine degli album delle band dai nomi profani e aggressivi e dalle tematiche ancor più cupe, oscure e violente dei film stessi.
Chiunque, anche il più debole di cuore, avrebbe preferito sorbirsi novanta o più minuti del più spaventoso e raccapricciante film horror esistente sulla faccia della terra, che ascoltare soli tre minuti di musica, se così si potevano chiamare le infinite urla profonde e raccapriccianti, che sembravano provenire direttamente dalle gole secche dei dannati all'Inferno.
La musica metal, insieme ai suoi infiniti sottogeneri, di cui, la maggior parte, a base di tematiche discutibili, non è, di certo, un genere adatto a tutti, soprattutto ai super religiosi che ritengono questo genere musicale demoniaco, occulto.
Una qualsiasi persona, un minimo credente, avrebbe fatto il segno della croce e avrebbe iniziato a pregare mettendo piede in quella camera da letto, in quel ''covo per Satanisti''.
(T/N), sdraiata sul letto, con le braccia dietro alla testa, aveva fatto vagare lo sguardo sulla parete dinanzi a sé, perlustrandola con minuzia, cercando di scorgere una breccia di arancione, uno squarcio di quel colore brillante, solare, acceso, che stava al di sotto di quei poster tetri, di cui conosceva a memoria la disposizione e la tematica; ricordava benissimo l'evoluzione di quella stanza, di come fosse stata, un tempo, infantile, allegra e di come, con il passare degli anni, si era fatta sempre più all'apparenza cupa.
Ci erano voluti ben quattro anni, metri di carta lucida e nastro adesivo, per renderla così come era ora.
Le rappresentazioni macabre e occulte non la turbavano minimamente, si sentiva tranquillamente a suo agio a stare sdraiata comodamente sul letto circondata da esseri dall'apparenza poco amichevole che parevano fissarla, così come si sentiva totalmente tranquilla, rilassata, spensierata, nel sentire, continuamente, urla gutturali, veri e propri inni al Demonio, di sottofondo.
La (mora/bionda/rossa...) non si curava di quello che i cantanti dicevano, più che altro, detto proprio sinceramente, non capiva una parola di quello che stavano borbottando e, tutto sommato, le andava bene così.
Non tutte le canzoni che aveva sentito, durante quell'uggioso pomeriggio, erano state così violente, sataniche e brutali: alcune tracce musicali, per quanto violentemente colpissero i timpani, avevano tematiche e significati abbastanza profondi, che non trattavano di necrofilia o Satanismo.
Il sospiro pesante che la ragazza aveva rilasciato, dopo aver riempito il più possibile i polmoni di ossigeno, era stato sovrastato da un lungo urlo gutturale che, a lei, parse più come un rutto.La musica andò a scemare non appena il cantante finì di urlare/ruttare a passo con il lungo sospiro della ragazza.
Il volume dello stereo venne gradualmente abbassato dal massimo al minimo, tanto che, ora, le urla venivano percepite come un lieve brusio.
Fu una sorta di rivelazione per le orecchie di (T/N) che, pur essendo abituata ad ascoltare quel tipo di musica, non è che la apprezzasse poi troppo, al tempo stesso, però, si stranì per via del graduale scemare della canzone.
Le iridi (C/O) della ragazza, prima fissi sul muro dinanzi a lei, si spostarono velocemente, in uno scatto, verso la sua destra.
Voltò leggermente il capo, mantenendo quell'espressione avvilita e infastidita ed ecco che, i suoi occhi, catturarono quell'arancione brillante e vivace che aveva cercato di ritrovare sotto gli strati di carta lucida: era come se qualcuno gli avesse appena lanciato un secchio di tinta arancione direttamente sugli occhi, ora non c'era più nero, solo arancione intorno a lei.
Le doghe cigolarono, il materasso si deformò seguendo i movimenti del corpo del ragazzo dai capelli rossicci che si era appena lanciato di peso sul letto di fianco a (T/N) che, sbattendo le palpebre, idratando gli occhi accecati dal calore di quel colore brillante, si spostò verso sinistra, sul bordo del letto, facendo spazio all'altro corpo.
''No m-ma... buttami pure per terra, eh!'' Aveva sbottato, retorica, (T/N), in un urletto di sorpresa, innocuo rispetto a quelli che fino a poco prima aveva udito, aggrappandosi poco prima di cadere giù dal letto, con una stretta salda al braccio dell'intruso che le aveva appena rubato il suo spazio comodo.
Il risolino di scherno fu appena percepibile dalle orecchie martoriate di (T/N) che, dopo aver evitato la caduta, si era rifatta spazio a spallate sul letto, muovendosi, aggressivamente, tra le lenzuola.
L'essere oscuro che dormiva sonni tranquilli, circondato da sangue, cervelli, croci, demoni e scritte lugubri in latino antico, nel così detto ''covo'', aveva tentato, invano, di spodestare (T/N) dal letto che la ragazza aveva fatto suo, mettendosi comodamente sdraiata al centro di esso.
Il ragazzo che si era buttato sul letto, di fianco a lei, era il suo migliore amico dall'asilo, si conoscevano da una vita e, anche se erano diversi, molto diversi, erano davvero legati; negli anni erano successe e cambiate molte cose, loro erano cambiati, e nonostante tutto erano rimasti amici per la pelle.
Dopo un attimo di lotta per la spartizione del letto, il quale sembrava essere sul punto di rottura ad ogni movimento brusco, dato il continuo cigolare emesso dalle doghe, tornò la calma.
(T/N) mollò la presa, lasciando libero il braccio pallido del disturbatore, sul quale rimase ben impressa, per qualche secondo, la sagoma rosea delle sue cinque dita.
Entrambi sospirarono, ma per due diversi motivi: quei due sospiri avevano diverso peso, suono, significato.
Lei aveva sospirato, di nuovo, avvilita e infastidita, lui, invece, aveva tirato un sospiro liberatorio, di relax.
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𝐎𝐍𝐄𝐒𝐇𝐎𝐓 𝐋𝐄𝐌𝐎𝐍 - 𝐍𝐀𝐑𝐔𝐓𝐎'𝐒𝐂𝐇𝐀𝐑𝐀𝐂𝐓𝐄𝐑𝐒𝐗𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑
FanfictionRaccolta di oneshot sui personaggi di Naruto. 2018 - presente