08.

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Te lo garantisco io, il mondo è come una fabbrica. Il sole la fa andare avanti, gli uomini la dirigono e io sono sempre lì, a portarli via.
Non tacerò nulla di quanto ancora rimane di questa storia, ma sono stanca, tanto stanca, e te la racconterò come meglio posso.

Newt

L'Uomo Ratto posò lo sguardo sul foglio.

UN PICCOLO FATTO
CIRCA NEWT E LA LISTA

Non meritava di morire in quel modo.

Fu come se qualcuno gli avesse tirato un pugno in pieno stomaco.
Gli mancò l'aria, e tutto gli crollò addosso.
Attorno a lui ogni cosa divenne buia, e gli altri nomi della lista gli scivolarono sulla pelle, ovattati e anonimi.
Gli si formò un blocco nel petto, stupore e disperazione che gli inondavano la mente.
Sentì un grido alla sua destra.

La realtà lo colpì in faccia come un muro.
Thomas.
Era piegato in due, con gli occhi spalancati, fissi sul pavimento.
Sentì come se una mano invisibile gli avesse strizzato le viscere.
Gli si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla.
Tremava.
«Tommy...», sussurrò, incapace di parlare più forte.
«No... Non tu non tu... Tutti ma non tu...» Continuava a sputare fuori parole sconnesse, con le lacrime agli occhi, tremante.
«E-ehi... Tommy, va tutto bene... Va tutto bene...»
«No!», aveva urlato, rizzando la testa, senza guardarlo. «Non va tutto bene. Non va affatto tutto bene, Newt.»
Newt senti il groppo in gola diventare più grande, mentre Thomas fissava Janson, con un odio che non gli aveva mai visto negli occhi, furioso, con lacrime di rabbia che gli scorrevano per le guance.

FERMATEVI UN ATTIMO

Guardate.
Guardate il ragazzo biondo con gli occhi nocciola la cui morte è stata appena decretata.
Guardatelo mentre consola quel ragazzo castano, che piange e grida.
Sembra quasi che sia lui quello che deve morire.
Questo è l'amore che ho visto.
Guardate.

Thomas scattò verso Janson, afferrandolo per il bavero della camicia, sibilando le parole come fossero veleno.
«Voi... È colpa vostra se lui ha quella malattia, è colpa vostra.». Continuava a stringere il bavero della camicia, incurante dei rantoli di Janson. «Cosa... cosa bisogna fare per avere una cura.»
L'Uomo Ratto boccheggiò, in cerca d'aria. «L'avrebbe... L'avrebbe presa lo stesso... Lasciami, ti prego... lasciami...». Thomas non lo lasciò.
«Sempre per colpa vostra, o sbaglio? Vedi di dirmi che puoi rimediare, prima che io spacchi la tua schifosa testa di pive sul pavimento.» Janson graffiò le sue mani, cercando inutilmente di fargli lasciare la presa.
«Quante volte... Devo ripetervi che... che stiamo cercando una cura?»
Newt fece finalmente un passo avanti, poggiandogli una mano sul braccio.
«Tommy. Basta.»
Thomas sbatté gli occhi più volte, come rendendosi conto di quello che stava facendo, poi lo lasciò andare, indietreggiando e barcollando leggermente.
«Pagherete...», sussurrò. «Pagherete per tutto.». Janson si sistemò il colletto, riprendendo affannosamente aria, facendo poi un sorrisetto freddo.
«No, non credo.»
Newt dovette trattenere Thomas dal saltargli addosso, e non fu facile.
All'improvviso Thomas smise di dimenarsi. Sgranò gli occhi e alzò la testa.
Si girò verso di lui.
Le lacrime avevano smesso di scendere. Lo guardò, disperato.
Newt sentì il bisogno di baciarlo, di rassicurarlo, di promettergli che tutto sarebbe andato bene, ma non sapeva come.
Si limitò a fargli uno dei suoi sorrisi sghembi, cercando di non incrociare il suo sguardo.
«Va tutto bene. Tanto... Tanto eravamo sicuri di avere quella cacchio di malattia anche prima, no?». Il sorriso non resse, la voce si spezzò. Thomas mormorò il suo nome, tremante. Nessuno disse altro.
Thomas si avvicinò a lui, si strinse alla sua maglietta, affondando il viso nel suo petto, singhiozzando. Newt lo strinse a sé, con la morsa nello stomaco che si faceva sempre più dolorosa.

UNA CONVERSAZIONE

Newt parlò con Minho, prima di Denver.

MINHO: mi dispiace, amico. Non devi farlo per forza, possiamo ancora trovare una cura.
NEWT: No, Minho. Non c'è altro modo. Promettimi che ti prenderai cura di lui.

Minho rimase un po' in silenzio, poi rispose.

MINHO: Lo prometto.

Altro silenzio.

MINHO: Ti voglio bene, faccia di caspio.
NEWT: Ti voglio bene anch'io, Minho.

Un altro silenzio, in cui due si abbracciarono.

NEWT: Mi mancherai, amico.
MINHO: Newt, non posso lasciartelo fare. Pensa a Thomas-
NEWT: Non capisci? È per lui che lo faccio. Per tutti voi. Ti prego, non rendermi le cose più difficili.

Silenzio.

MINHO: Vorrei che ci fosse un altro modo.
NEWT: Anche io, ma non c'è.

Silenzio.

NEWT: Mi mancherai.
MINHO: Mi mancherai anche tu, Newt.

Silenzio.

NEWT: Minho?
MINHO: Che c'è?
NEWT: Non morire.
MINHO: Te lo prometto.
NEWT: Un'altra cosa.
MINHO: Mh?
NEWT: Grazie.

Newt chiuse gli occhi, le lacrime che minacciavano di uscire.
«Ti amo, Thomas.», mormorò, con la voce spezzata.

Fu l'ultima volta che glielo disse.

Mi dispiace.
-C

Eclipse || Newtmas FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora