10.

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Bene. Sapevo che questo momento sarebbe dovuto arrivare.
Spero solo di essere riuscita a rendergli onore.
Addio, Newt.

La sua anima si levò a sedere, mi si fece incontro.
Quel genere di anime lo fa sempre: sono le migliori.
Quelle che si alzano e dicono: «So chi sei, sono pronta. Non che abbia voglia di venire, certo, ma verrò.».
Quelle anime sono sempre leggere. Molte hanno già trovato la loro via verso altri luoghi.

Newt

Una figura scese dal camion, piano, correndo poi verso di lui.
Una parola gli ferì la mente. -(thomasthomasthomasthomas)- Aggrottò le sopracciglia, mentre quella parte del suo cervello ancora razionale soffriva, cosciente del fatto che (luièquièquiquitihatrovato) forse sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visto, mentre la parte marcia, dilaniata dalla malattia, gli urlava parole di rabbia che lo ferivano, lo facevano urlare, rendendolo (vaiviatommyvaiviaviavia) più pazzo ogni minuto che passava, strappandogli via i ricordi, i pensieri, la sua umanità.
Voleva correre da lui, abbracciarlo, chiedergli perdono, ma non poteva, non poteva...
(luièunmostriunmostrouccidilouccidilouccidilodevemorireèunmostro)
Rimase immobile, guardandolo, tremando appena, senza dire nulla, cercando di rimanere cosciente.
La promessa, Tommy, la promessa, per favore, Thomas, uccidimi o lo farà lei uccidimi uccidimi Tommy uccidimi...
(nononononoluidevemorireuccidilononloamipiùnonseipiùnewtdimenticalodimenticalodimenticaloepoiuccidilo)
No...
(UCCIDILOUCCIDILOUCCIDILO)
NO!
(UCCIDILOUCCIDILOUCCIDILO)
Basta, basta, BASTA!
Strinse i pugni, guardandolo.
Non poteva fargli del male, ma lui doveva mantenere la promessa, doveva, o Newt non sarebbe più riuscito a controllarla, lei avrebbe preso il sopravvento, avrebbe fatto del male a Tommy, e lui non poteva, non voleva fargli del male...

Thomas venne verso di lui, non troppo vicino.
«E-Ehi. Newt. Sono... Sono io, Thomas. T-Ti ricordi di me, vero?»
Soffocò una risata amara. Ricordarsi di lui? Come poteva non ricordarsi di lui? (mortomortomortolovogliomorto)
Non poteva. Lo amava ancora, come sempre.
No, non l'aveva dimenticato.
Le voci nella sua testa si affievolirono, più ovattate.
Ora erano solo lui e Thomas.
Ti prego, Tommy. Fallo.
«Certo che mi ricordo ti te, Tommy.» Come non potrei? «Sei appena venuto a trovarmi al Palazzo, sbattendomi in faccia il fatto di aver ignorato la mia lettera. Non posso impazzire totalmente nel giro di pochi giorni.»
Scusami, Tommy, scusami, ti prego...
(uccidilononfarlalungauccidilo)
Vide Thomas indietreggiare, quasi impercettibilmente, con gli occhi sgranati, ferito.
Ti prego farò quello che vuoi, ma ti prego, ti prego, non fare del male a Tommy
(seiunmoSTROMOSTROMOSTRO)
«Allora... allora perché sei qui con... loro?»
Newt spostò lo sguardo sugli Spaccati dietro di lui, guardando poi di nuovo Thomas, concentrandosi su di lui.
«Va e viene, Tommy. Non riesco a spiegarlo. A volte... Non riesco a controllarmi, so a malapena quello che faccio. Ma di solito è come un tarlo nel cervello, che scombussola ogni cosa quanto basta per infastidirmi, per farmi arrabbiare.»
«Newt, vieni con me questa volta, adesso. Possiamo portarti in un luogo più sicuro, in un luogo migliore per...» La sua voce si spezzò.
Un luogo migliore per cosa, Thomas? Per cosa? Per vivere come un cane rabbioso, per avere sempre davanti agli occhi voi che mi compatite, per ricordarmi che potrei morire da un momento all'altro? Sappiamo entrambi che non esiste una cura. Non esisterà mai, quindi, ti prego, se non hai il coraggio di uccidermi vai via e non tornare più.
Rise, una risata amara, senza allegria.
«Vattene da qui, Tommy. Vattene.»
(deviucciderloadessoadessoinfretta)
«Vieni con me» Il suo viso era distorto dal dolore, e lo stomaco di Newt si rattrappì. «Se ti fa sentire meglio, posso... legarti»
È questo che sono diventato? Un mostro che ha bisogno di essere legato per non far del male alle persone che ama?
La rabbia crebbe, incontrollata, esagerata. Estranea.
Le parole uscirono, come proiettili di collera.
«Chiudi il becco, traditore del caspio!» Newt respirava veloce, la voce di odio e di furore che non riusciva a trattenere. «Non hai letto il mio biglietto? Non puoi fare un'ultima schifosa cosa per me? Devi fare l'eroe, come sempre? Ti odio! Ti ho sempre odiato!»

IO ERO LÌ ACCANTO

Sentivo battito del ragazzo dai capelli biondi accelerare, il suo respiro spezzarsi, gonfio di pianto. 
Sentivo il suo cuore rompersi, incapace di credere a quello che stava succedendo.
Gli ho posato la mano sulla spalla.
Andrà tutto bene, ho sussurrato.

.•°•.

E poi il silenzio. Tutte le voci nella sua testa si zittirono, lasciandolo per la prima volta libera, dopo tanto tempo.
Il suo sguardo si posò sugli occhi di Thomas, spaventati, sofferenti.
Sentì una morsa nel petto, profonda e dolorosa, e a fatica fece un piccolo sorriso, mettendoci tutto il suo amore per lui, cercando di imprimere nella sua mente il suo viso, il viso che tanto amava e che non voleva, non voleva dimenticare.
Mormorò piano, dolcemente.
«Per favore, Tommy.» Newt portò lo sguardo sui suoi occhi, con il cuore in pezzi e un groppo in gola.

«Per favore.»

L'altro lo guardò, guardò la persona che amava distrutta dalla malattia, impazzita, che lo pregava di ucciderlo.

E con il cuore spezzato, frantumato, e il suo sorriso nella mente, premette il grilletto.

UN'ULTIMA COSA

Non volevo che finisse così.

Eclipse || Newtmas FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora