05.

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Avrei voluto dirgli tante cose, parlagli della bellezza e della brutalità.
Ma che cos'altro avrei potuto dire, che già non sapesse?
Volevo spiegargli che da sempre mi capita di sovrastimare o sottostimare il genere umano...
Di rado mi limito a stimarlo.
Volevo domandargli come potesse una medesima cosa essere terribile e splendida allo stesso tempo, e le sue parole dure e sublimi insieme.
Nulla di tutto ciò mi uscì dalla bocca.

Thomas

Quando si svegliò lo vide, seduto al bordo del suo letto, davanti alla finestra, che gli dava le spalle. Aveva i gomiti poggiati sulle ginocchia, e in quella posizione il suo tatuaggio era ancora più visibile.
Il Collante.
Eppure, Tomas si accorse che qualcosa non andava. Il ricordo della terribile conversazione telepatica con Teresa della sera prima, che sembrava non sapere chi lui fosse, parve abbandonarlo di colpo.
Si alzò, andandosi a sedere accanto a lui, in silenzio. Newt aveva lo sguardo perso nel vuoto, triste.
«Ehi. Tutto bene?». Thomas si rese conto solo dopo di quanto dovesse suonare stupido.
Newt si riscosse, si girò verso di lui, e imbastì un sorriso.
«Ehi.». Riportare subito dopo lo sguardo sulla finestra murata, senza dire altro.
Thomas lo guardò.
Si accorse che non aveva risposto alla sua domanda, ma non disse nulla.
Invece fu l'altro parlare.
«Sarebbe dovuto essere lui il Collante, sai?». Thomas lo guardo, confuso, ma Newt non incrociò il suo sguardo.

Guardava avanti, verso i mattoni, sorridendo piano, amaro. «Riusciva sempre a rimetterci in riga, a prendere in mano la situazione. Non perdeva mai la calma, neanche nei momenti più terrificanti e incasinati. Avrebbe saputo di sicuro cosa fare, adesso.». Thomas senti una fitta al petto. Alby. Era stato così concentrato sui suoi problemi, su Chuck, su Teresa, che non si era reso conto che Newt aveva perso quello che era ormai suo fratello.
Lo guardò. Era rimasto in silenzio per tutto quel tempo, e doveva aver sofferto incredibilmente, senza che nessuno -tantomeno lui- se ne accorgesse.
Thomas sentì un colpo al cuore, e gli posò una mano sulla spalla, piano, titubante.

«Tommy?»  Gli occhi castani dell'altro si posarono su di lui, e il ragazzo ne percepì la paura, la tristezza, in fondo, nascoste sotto uno sguardo all'apparenza calmo. Ne vide il timore e lo spavento che era sempre riuscito a tenere nascosti affiorare, rendendolo ingenuo, vulnerabile.

E fu in quel momento che se ne accorse. Si accorse che lui era l'unica persona per cui avrebbe vissuto e con cui avrebbe passato il resto della sua vita. L'unico per cui avrebbe lottato e avrebbe vinto, a cui avrebbe donato il suo cuore e la sua anima.
L'unico che avrebbe amato.

Gli prese il mento con due dita, alzandoglielo, e posò le labbra sulle sue, piano.
Newt sgranò gli occhi, spiazzato, ma gli prese il viso tra le mani, fredde, ricambiando il bacio.

VI DICO UNA COSA

Alla C.A.T.T.I.V.O. C'era un ragazzo, che quel giorno era con i suoi superiori a sorvegliare i soggetti, e li vide.
RAGAZZO: Signore, perché facciamo questo?
SIGNORE: Per il bene dell'umanità.
RAGAZZO: E non sarebbe meglio lasciarli vivere la loro vita, liberi?

Quel ragazzo venne ucciso quella sera stessa. Nessun altro disse più che quello che facevano era sbagliato.

Quando si staccarono Newt aveva gli occhi chiusi, e respirava veloce.
Thomas lo guardò -così fragile, così triste-, e gli prese piano una mano.
L'altro alzò la testa, e lo guardò.

UNA CONSIDERAZIONE

Quello che facevano a quei ragazzi era terribile.

Si abbracciarono.
Due scogli in mezzo la potenza del mare.

Sorreeeh per eventuali errori, ho fatto tutto con il riconoscimento vocale. Torno a studiare o mia madre mi ammazza.
Byeeeh.
-C

Eclipse || Newtmas FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora