Capitolo 4

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Ryota respirò profondamente, la canzone che aveva come sveglia aveva appena interrotto il suo sonno. Aprì dolcemente le palpebre, si abituò alla poca luce che riusciva ad entrare nella grande stanza da letto e si girò su un fianco. Osservò la schiena nuda del suo piccolo Omega, che stava dormendo come un sasso. Con la mano la accarezzò dolcemente, come per confermare che fosse lì, che fosse reale, che non fosse stato tutto un sogno. Sentì la colonna del più piccolo passargli sotto le dita. L'Omega si mosse, girandosi con tutto il corpo verso Ryota, continuando a dormire. L'Alpha osservò per un po' il suo viso. Aveva il naso leggermente arrossato e le gote rosee, non resistette e lo accarezzò. Si alzò a sedere e si rese conto che la luce era troppa per essere sera e che non aveva nessuna sveglia impostata sul suo dispositivo tranne quella per la scuola. Sgranò gli occhi controllando l'orario. Erano le sei e dieci ormai. Poteva ancora preparasi e andare a scuola, ma tutti i programmi che aveva fatto il pomeriggio precedente dovevano essere spostati. Si maledì e valutò cosa fare. Alla fine decise di andare a scuola. Per un momento il pensiero di svegliare Kei si fece strada nella sua mente, poi però pensò che sarebbe stato meglio lasciarlo riposare; dopotutto, il giorno prima aveva provato tante emozioni e si meritava una giornata di pausa.
Ryota si alzò, ancora nudo, posò il cellulare sul comodino e indossò gli stessi boxer del giorno prima che raccolse dal pavimento. Prese un cambio di vestiti puliti. Prima di uscire dalla stanza lasciò un bacio sul nasino di Kei, il quale continuò a dormire beatamente. Si vedeva che gli effetti dell'heat erano quasi spariti, sicuramente grazie al sano sesso che avevano fatto. Rimaneva praticamente solo l'odore, il dolore sembrava totalmente sparito. L'odore di buono, di qualcosa di afrodisiaco, conosciuto ma mai sentito, familiare ma sconosciuto aleggiava per la camera. Perfetto. Ryota chiuse delicatamente la porta dietro le sue spalle e camminò per il corridoio ben illuminato. I suoi passi rapidi riecheggiavano sul parquet, era il solo rumore che si udiva in tutta la casa. Dall'esterno proveniva il cinguettio degli uccelli. Si diresse verso il bagno e chiuse la porta dietro di sé. Aprì il getto dell'acqua e senza aspettare che si riscaldasse del tutto si buttò sotto. Si lavò rapidamente, lasciò che l'acqua lo ripulisse completamente, rilassandosi e sorridendo soddisfatto al ricordo di avere un Mate e immaginando una futura prossima volta, nella quale forse, si sarebbe lasciato marchiare. Voleva che fosse suo in tutto e per tutto. Aveva trovato il suo compagno, ed era sicuro che fosse quello della sua vita. Scacciò i pensieri che gli rendevano la testa pesante. Uscì dalla doccia, mettendosi un asciugamano in vita, poi si specchió nel grande specchio del suo bagno, prese il pettine dal cassetto sotto al lavabo e si pettinò i capelli prima di asciugarli. Prese la camicia dell'uniforme che si era portato dietro e prima di indossarla, notò otto lunghi segni rossi sulla sua schiena. Li toccò con una mano.Bruciavano. Però, non poté fare a meno di sorridere toccandoli, non poté fare a meno di considerarli un simbolo di quello che era successo tra lui e il suo compagno, che era reale, che la sua felicità era vera. Infilò la camicia senza perdere il sorriso, poi indossò il resto dell'uniforme e tornò nella sua stanza correndo per il corridoio. Prese lo zaino e se lo mise in spalla, diede un ultimo bacio, stavolta sulle labbra, a Kei, prima di uscire. Corse verso scuola, e una volta arrivato si diresse subito in classe senza dare conto a nessuno. Si sedette al proprio posto e ascoltò attentamente le lezioni fino a che non suonò la campanella della ricreazione. Tirò fuori il cellulare e scrisse un messaggio Kei.

Ryota:
Piccolo sono a scuola, se sei sveglio mandami un messaggio e fai come se fossi a casa tua finché non torno, c'è del cibo nel frigo e degli asciugamani puliti in bagno :)

Inviò il messaggio sorridendo e mise via il cellulare. Era sicuro che avrebbe risposto dato che aveva avuto la premura di lasciare il cellulare del piccolo sul comodino in bella vista.
In quel momento della ricreazione nella sua classe entrò Miki, la quale lo chiamò e lo salutò. Lui non rispose.
《Ryota stamattina ti ho aspettato davanti scuola! Perché non mi hai scritto che avresti fatto tardi?》
Lo disse come se fossero ancora amici e fosse una cosa normale avere quel tipo di rapporto. La guardò con occhi di fuoco.
《Non so se non l'hai capito o fai finta di non capire, io e te non siamo più amici.》
Rispose secco, riprendendo il telefono da sotto al banco e leggendo il messaggio che gli era appena arrivato da Kei.

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