Una spesa poco inaspettata.

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Descrizione: Una caduta improvvisa, l'ennesimo incontro nello stesso luogo... Quando un cliente chiede, non si può far altro che accontentarlo. Soprattutto se dietro ad ogni suo gesto si rivela l'amore puro. 




Salì la piccola scaletta, sporgendosi con il busto dove reggeva le scatole di cereali con le braccia conserte, e iniziò a posizionarle sullo scaffale apposito, sotto l'ultimo, in alto.

-Che noia.- borbottò quando ormai ne restavano solo due dei cinque che teneva, da posare sul ripiano. Si allungò un altro po', con una smorfia, ma nel farlo, il piede si storse di poco, e per salvarsi si resse sull'altro; purtroppo non abbastanza, così piombò a terra, con una smorfia sofferente mentre si passò una mano sulla fronte, a sollevare le ciocche ondulate, nere e lunghe fino al suo naso, mentre sbuffò per evidenziare la sua critica per quell'accaduto.

-Ehi.-

Ace, ancora a gattoni per terra, seduto; alzò il capo in alto ritrovandosi la figura del ragazzo biondo e della sua perenne capigliatura che ricordava quella delle foglie dell'ananas, alle sue spalle, e che, la prima volta che l'aveva vista aveva avuto l'istinto di evidenziarne la stranezza visto che la trovava carina; peccato fosse nel luogo di lavoro e lui un cliente, come ancora ora; così l'idea era sfumata, perché non era, davvero il caso. Scrutò quella faccia un po' allungata e che, al momento gli si mostrava al contrario data la sua posizione mentre quello lo stava squadrando con un cipiglio sereno, prima di azionarsi per soccorrerlo, chinandosi pacato e aiutandolo a rimettersi in piedi per poi, entrambi, guardarsi negli occhi.

-Di nuovo tu...- mormorò il moro, osservandolo cingergli il busto e tenerlo, fin troppo vicino al suo, rigido e vigoroso.

-Ciao Ace, tutto bene?-

-S-sì...- mugugnò, distanziandosi con le mani, ora distese contro i pettorali dell'altro, rosso in volto e guardando in basso per brevi istanti prima di affrettarsi ad afferrare le cinque scatole cadute e un po' ammaccate, ma che vennero prese dal biondo ragazzo che lo anticipò. -Si sono rovinate...- borbottò piano e mogio, deluso di aver fallito ancora; e quello era un compito facile!, protestò contro sé stesso, nella mente: quel lavoro sembrava davvero che non fosse fatto apposta per lui. Forse sarebbe stato rimproverato... Di nuovo. Ma ormai ne aveva fatto il callo, delle sgrida del Signor Magellan: una in più o in meno non faceva differenza.

-Tranquillo, non è successo niente. Li prendo io: mi servivano.- attirò la sua attenzione l'altro, ed Ace scuoté subito il capo:

-Ahm... No, non ti preoccupare.- commentò impacciato, per poi voltarsi e rimettere in piedi la scaletta di quattro gradini, azzurra.

-Sono solo cereali, e non puoi contraddire un cliente.- esclamò lui, afferrando poi le scatole e posizionandole entrambe dentro il cestino rosso, dotato di rotelle che stava trasportando lungo la pavimentazione chiara, di piastrelle quadrangolari.

-Aspetta! Tu sei un compratore, sì, ma non puoi... sono rovinati...- si fermò: ormai le aveva prese; e non era sicuro di riuscire a fargli cambiare idea, o a imporsi: era pur sempre un cliente. Ed Ace sospirò, scrutandolo in quei centimetri in più che aveva rispetto a lui, con la camicia aperta che dava spettacolo sui suoi pettorali scolpiti, decorati al centro da un buffo quanto simpatico tatuaggio a croce con la luna in mezzo, rovesciata verso l'alto, interamente blu come gli occhi del suo interlocutore; e con il suo lato scoperto che attirava l'attenzione delle altre persone, e, fin troppo, la propria dato la pessima caduta precedentemente fatta, a cui perfino le telecamere avevano assistito.

-Hai bisogno di aiuto nel fare la spesa?- domandò allora Ace, non resistendo a quegli occhi così vivi e decisi, che lo scrutavano in quel modo dolce facendolo arrossire sempre di più. Voleva aiutarlo come da un paio di giorni a quella parte, effettivamente, succedeva. All'inizio era lui a chiederlo sempre, ma, adesso, i ruoli sembravano essersi invertiti. Quel Marco; da quando si erano conosciuti per caso in quello stesso luogo, aveva iniziato a frequentarlo fin troppo spesso: se n'era accorto perché aveva la sensazione che lo pedinasse mentre sistemava alcune cibarie, facendo il suo lavoro; ma quando lo seguiva si teneva continuamente, e fin troppo in evidenza, forse di sua volontà: si mostrava sempre a lui, in quel supermercato dove lavorava come commesso, e, con una scusa: gli chiedeva di dargli assistenza. Però, da un po', era lo stesso Ace che si faceva avanti, e un po' se ne vergognava; tuttavia gli piaceva la sua presenza, e, purtroppo, poteva averla solo in quel luogo.

All very hot. - One-shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora