Dopobarba.

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Sbadigliò sonoramente, strizzando gli occhi e portando in aria le mani, stirandole con lentezza e trattenendo il fiato, smuovendo anche il naso prima di strofinarsi una palpebra con due dita e socchiudere l'altra per poter osservare il soffitto, ben più luminoso di quando si aspettasse, nonostante le tapparelle fossero serrate, anche se non completamente dato che tutti quei forellini avevano dato vita a una striscia immensa e che si propagava per tutto il soffitto, prendendo così la forma del balcone stesso e rendendo la stanza, anche se non completamente accesa, comunque più lucente del solito. Era vero anche che fosse sabato mattina, e che quindi, né lui, né Marco erano a lavoro... Gongolò al pensiero, sorridendo trionfo e voltandosi di botto con la serenità sul suo volto, distendendo in avanti il braccio destro per poter afferrare la figura di quella persona, ma che finì per affondare a terra, oltrepassando il vuoto e combaciando con il materasso di botto e rendendolo più vigile, lasciandolo a occhi sgranati nel capire di essere solo tra quelle coperte, nudo sotto di esse, al caldo ma abbandonato dal compagno.

Gonfiò una guancia, non aveva voglia di alzarsi, però voleva cercare Marco, oltre al fatto che la fame avesse iniziato a richiamarlo: la cucina sarebbe stato il primo obbiettivo da raggiungere appena avrebbe ritrovato i suoi boxer. O forse era meglio trovare il suo fidanzato?

Avrebbero avuto tutta la giornata per loro, sorrise al pensarci, e al ricordarsi la bollente notte passata insieme, che li aveva visti a svestirsi sotto il buio tra lo scintillio dei loro occhi e il battito dei loro cuori, sospiranti e ardenti di bramarsi e di toccarsi, come avevano fatto, e il ricordo era così vivido da essere palpabile come se Marco fosse tutt'ora sopra di lui. Arrossì vistosamente, tossicchiando e portandosi seduto, scuotendo anche il capo per riprendersi pur di evitare un'erezione, ben lontana da ciò che voleva ora: mangiare.

Adesso però, gli era venuta fuori la mancanza del biondo compagno, e quindi poteva sempre cercarlo per condividere l'inizio della mattinata insieme, magari anche in modo adrenalinico dato le memorie fiorite poco prima. Si sfregò il capo, gonfiando una guancia e scostando le coperte dal suo lato, oltre che a quelle già disfatte dall'altro, e chissà da quando, si chiese. E questo gli fece sorgere un dubbio: e se Marco gli stesse preparando la colazione?

Gioì, saltando in piedi e ridacchiando all'idea, pronto a soddisfare la sua gola, e così, afferrando i primi pantaloni che vide, e che erano anche i suoi effettivamente; infilandoseli e chiudendo solo il bottone, forse anche malamente, si diresse a passo svelto e scalzo; oltrepassando la sua parte di letto accanto al terrazzo; alla porta e, tirando giù la maniglia respirò appieno l'aria fresca nel riscoprire il lungo corridoio, ancora più fremente di raggi di sole grazie alla finestra alla fine di esso. Completamente pieno di energie raggiunse la rampa, scivolando sulle scale candide e con qualche schizzo di nero sopra, di fretta come se stessero crollando, e raggiungendo la fantomatica e agognata cucina, che però gli fece perdere l'allegria appena concepì che fosse vuota e spenta. Inclinò il capo da un lato, voltandosi con il capo dalla parte opposta e restando sotto l'arco candido, ma anche il soggiorno, grande e tiepido, dava la comparsa della mancanza della persona che tanto desiderava, e che iniziava a sembrargli sempre più scomparsa. Fece una smorfia: non gli andava di andare in ricognizione...

Andò verso il frigorifero grigio, con un mezzo sorriso, deciso a prendere un biscotto o una brioche, che avrebbe degustato durante la ricerca di Marco e poi, al suo ritrovamento, sarebbe tornato a mangiare piatti più consistenti: era davvero un'ottima idea!

-Marco!- iniziò a parlare, optando per tornare sopra e controllare nel suo studio, affrettandosi e procedendo con le scale a due a due, fino a tornare al punto di partenza, e procedendo verso l'ultima porta a destra, sempre più lucente grazie a quei vetri estremamente smacchiati. Spalancando la porta in un attimo, ma rimproverandosi subito dopo per non aver bussato, si rese comunque amaramente conto che non fosse neanche lì e a quel punto fu facile che gli sfuggì un grugnito, sospirando dalle narici prima di irrigidirsi nel sentire un lieve e ovattato suono di acqua candida fuoriuscire da un rubinetto in lontananza.

All very hot. - One-shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora