Dove esisti e non ci sei.

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Sbadigliò, coprendosi maggiormente il volto con le mani e strizzando gli occhi, nascondendosi tra le coperte prima di spalancare nuovamente la bocca e tirare via il fiato, mettendosi in seguito seduto, scoprendo e lasciando ricadere sulle gambe quel caldo tessuto mentre esaminò la sua stanza impensierito, e inclinò il capo da un lato prima di mettersi in piedi e alzare le braccia al cielo, sgranchendosi nel buio della stanza. Così si affrettò ad alzare le tapparelle, notando il sole venirgli addosso per riscaldare il suo busto tonico e scolpito dai suoi soliti e non eccessivi muscoli. Sospirò, sentendo però la stranezza di quella giornata farsi persistente, eppure non ci diede peso, decidendo di dare le spalle alla finestra e al suo tranquillo e pianeggiate paesaggio di un fresco verde. Si diresse fuori dalla stanza mettendo una mano nella tasca dei suoi lunghi pantaloni azzurri del pigiama con un lieve sorriso, anche se appesantito dalla stanchezza ma l'idea di ciò che lo attendeva rese tutto più calmo e sereno. Doveva andare all'università, quindi doveva fare in fretta, anche perché, rise maggiormente, quasi da illuminarsi come un raggio di una stella; c'era Marco oggi a lezione con lui.

Aprì la porta del bagno e sfregò una mano contro il dorso del collo, imbarazzato ma felice: erano amici, e Marco era un tipo responsabile e gentile, però, avrebbe tanto voluto baciarlo... Ridacchiò tra sé e sé, portandosi davanti al lavello con sicurezza, ma tutta quell'allegria svanì nel nulla appena il riflesso del suo aspetto non sembrò farsi vivo nello specchio.

-Ah?- mugugnò, affrettandosi a stropicciarsi gli occhi, frettoloso e stordito, ritornando così verso quel rettangolo di vetro che, nonostante ciò, continuava a darlo per uno vampiro, ignorando il suo essere. -Ehi, ma cosa...?- avvicinò il palmo, scontrandolo con la lastra liscia, osservando il nulla dall'altra parte e aggrottando le sopracciglia verso l'immagine della mano che non veniva proiettata dallo specchio, così come il suo sguardo spaesato.

-Okay...- si sfregò la chioma mora, che non poteva vedere con le solite caratteristiche in quel momento, lunga e dalle ciocche ondeggianti. Però c'era, ne aveva presa una, portando la punta sino al naso, e sentiva di esserci, eppure non c'era. Lui continuava a vedere ogni singolo pezzo del suo corpo, ma non era lo stesso per quella superficie riflettente. -Che sia difettoso lui?- mormorò stranito, scuotendo poi il capo, deciso a muoversi in ogni caso: doveva andare.

Possibile che si fosse rotto lo specchio? Non sembrava... Ma non poteva non esistere di punto in bianco, perché c'era! Lui si vedeva e si sentiva! Le poteva osservare benissimo le sue mani, erano proprio davanti al suo petto, e c'era anche quest'ultimo, cosparso anche di qualche goccia di sudore! ...Magari aveva solo qualcosa di strano addosso, una sostanza che, di certo, l'acqua avrebbe rimosso; pensò, speranzoso ed entrando nella cabina dopo essersi spogliato, controllandosi ancora con stranezza: cosa aveva fatto? Perché non si vedeva allo specchio? Controllò la sua ombra a quel punto, osservandola muoversi insieme a lui e mostrandogli la propria e solita forma sotto lo scroscio dell'acqua, e c'era: aveva l'ombra, quindi era vivo, esisteva e non era un fantasma! Quindi... Cos'era? No, era ovvio che era lo specchio ad essere rotto... Stava dicendo delle cavolate, però... E se fosse... invisibile? Dai, per davvero? E da quando aveva questo potere? Ovvio che no, dai! E lui non voleva esserlo comunque! Gli piaceva essere guardato dalle persone che amava, soprattutto da Marco!

Sbuffò, sfregandosi la chioma ricoperta di schiuma, e scrutandosi i propri piedi con amarezza: che doveva fare? Poteva davvero andare all'università in quello stato? Ma doveva! Seguiva lezioni anche obbligatorie, e oggi era proprio una di quelle, e poi non voleva rinunciare a vedere Marco: era importante.

Sarebbe andato, ormai era chiaro. Si sciacquò, sbrigandosi più del solito e uscendo, avvolgendosi un asciugamano alla vita e afferrando il pigiama, pronto e tornando quindi in camera, dove lo lasciò sul letto con poca cura e un nuovo dubbio che si focalizzò nella mente nel fissare il proprio indumento: se era invisibile, non poteva andare vestito... No? Perché, insomma, invisibile era una cosa, ma dei vestiti volanti meno... Tutti si sarebbero accorti di quella stranezza... Okay, sarebbe rimasto a casa: non vedeva altre soluzioni... Eccetto... Sì, sarebbe rimasto lì, fine.

All very hot. - One-shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora