▷ tre

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Avevate presente quella pesante ansia che vi attanagliava lo stomaco quando stavate cercando disperatamente di evitare qualcuno o qualcosa a tutti i costi, ma sapevate lo stesso che prima o poi vi sareste imbattuto in esso e in quel momento sareste stati fottuti?

In questo preciso momento mi sentivo in quel modo perché sapevo che molto presto, Morgan avrebbe reclamato il suo bacio e io non volevo, anche se provavo in ogni modo ad evitarlo, neanche avesse la peste.

Morgan non avrebbe mai rinunciato ad una sfida, del resto era anche conosciuto per non averne mai persa una. E quella cosa mi stava distruggendo lo stomaco dal nervosissimo mentre fissavo le lancette dell'orologio muoversi lentamente, come se si stessero prendendo gioco di me. Come se stessero contando il poco tempo che mi rimaneva da vivere come una normalissima adolescente che odiava tutti i suoi compagni.

Emisi un lungo e profondo sospiro, lasciando scivolare la testa sul banco. Ero così stanca e il bello era che erano passate solamente due ore dall'inizio della giornata scolastico.

Uccidetemi. Vi prego.

«Signorina Hopkins, le sembra il caso di mettersi a dormire durante la mia lezione?», tuonò il professore Barnes, un uomo burbero, grassoccio, calvo e sempre con l'alito puzzolente che poteva ucciderti anche a venti metri di distanza.

Neanche mi sforzai di alzare lo sguardo dal mio banco, sbuffai solamente mentre Cassidy ― la fidanzata di Morgan ― ridacchiò, seduta al banco al fianco del mio.

«Ma prof. è solamente il primo giorno di scuola», sbadigliai, spalancando la bocca contro la superficie rovinata del mio banco, «Non pensa sia esagerato fare lezione già oggi? Siamo appena tornati dalle vacanze», biascicai infine, sbattendo la lingua contro al palato per la noia.

Sentii Cassidy darmi ragione quindi voltai il viso verso di lei e la fissai di sottecchi mentre lei mi mostrò un sorriso, «Penso che Mavis abbia ragione... Non sarebbe meglio rimandare a domani le lezioni mentre oggi pensiamo a parlare delle nostre vacanze? Sempre se gli altri ne abbiano voglia», propose con voce soave e delicata, e il professore fu subito ai suoi piedi poiché acconsentì all'istante.

Di Cassidy Coleman invidiavo la sua voluminosa chioma castana, leggermente mossa e i suoi meravigliosi occhi blu. Erano stupendi e ipnotici. E la sua voce delicata che sembrava quasi angelica, tranne quando sfoggiava la sua stronzaggine.

Cassidy Coleman era una stronza, ma col cuore d'oro. Si poteva dire?

Era nel comitato di benvenuto, in quello di volontariato e grazie alle sue idee, la scuola era riuscita a guadagnare abbastanza soldi da poter aiutare a non far chiudere la scuola elementare a pochi isolati dalla nostra e anche a comprare nuovi computer per l'aula di informatica e quella di studio per noi studenti.

Era molto competitiva e tutto ciò usciva durante gli allenamenti di cheerleading e quando il venerdì sera c'erano le partite di football. Nessuno poteva batterla quando indossava la divisa da cheerleader. Nessuno poteva metterle i piedi in testa.

Mentre era un po' tanto stronza con tutti, ma questo solamente quando aveva la luna storta. E a quanto pare quel giorno si era svegliata bene e sembrava quasi gentile ― grazie all'angelo.

«Bene, quindi chi vuole incominciare?», domandò il professore con la sua fastidiosa voce gracchiante, «Signorina Coleman, vuole iniziare lei?»

Cassidy mi mostrò un altro sorriso smagliante che ricambiai poi voltò il viso verso il professore, inumidendosi le labbra squadrate e carnose, «Penso siano state delle semplici vacanze. Mare. Shopping e feste in spiaggia», fece una piccola pausa, ravvivandosi i capelli portati tutti su una spalla, «Ah! Ho passate il mese d'agosto dalle mie cugine a Londra!»

Falling for a ChallangeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora