▷ otto

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La festa era iniziata da circa trenta minuti e avevo visto più corpi nudi qui che in un porno, non che ne avessi mai guardato uno, ma si sapeva com'erano fatti.

Stava di fatto che Maryse si era messa a litigare con mio fratello perché le aveva detto di andarsene e per quello non ero più riuscita a parlarle. Megan, invece, era scomparsa in cucina con James da circa venti minuti e non avevo alcuna intenzione di andare a cercarla perché non volevo beccarli in atteggiamenti intimi che mi avrebbero rovinato l'umore.

Cassidy era stata trascinata da qualche parte da Brittany quindi anche lei mi aveva abbandonato.

E io in tutto ciò ero sola e mi stavo annoiando terribilmente mentre fissavo il liquido rosato all'interno del mio bicchiere e immaginavo di essere da qualche altra parte, magari in compagnia di James e di una grande ciotola di gelato.

Avevo una gran voglia di gelato. Era da un po' che non lo mangiavo. Forse dovrei uscire e cercare una gelateria ancora aperta... Ma a quell'ora ne esisteva una?

Sbuffai amareggiata, facendo ondeggiare il mio bicchiere fin quando il mio sguardo non incontrò quello di Travis, il quale non prometteva nulla di buono.

Deglutii, distogliendo immediatamente lo sguardo dalla sua figura poi mi allontanai da lì perché avevo bisogno d'aria. Mi stavo sentendo male.

Aumentai il passo, giusto per sicurezza. Non sapevo se mi stesse seguendo oppure no, ma stava di fatto che io stavo morendo di paura.

Uscii dalla portafinestra che dava sul giardino e una folata di vento gelido mi sferzò il viso e il corpo, insinuandosi sotto ai miei vestiti e carezzandomi la pelle con il suo soffio congelato.

Rabbrividii all'istante per il freddo e nel frattempo sentii le mie guance riscaldarsi e, sicuramente si arrossarono anche.

Lo sapevo! Sapevo che sarei congelata con solo quella camicetta addosso e il bello era che il mio cappotto era rimasto nella macchina di Cassidy dall'altra parte della casa.

Emisi un sospiro spompato e una nuvoletta di condensa si formò davanti al mio viso.

Mi guardai in giro per alcuni secondi, stringendo le mie braccia al petto per riscaldarmi un po', e notai alcuni ragazzi intenti a mangiarsi la faccia, seduti su degli sdrai che si trovavano di fronte all'enorme piscina.

Distolsi immediatamente lo sguardo poi mi schiarii la voce per l'imbarazzo.

Sentivo degli occhi bruciarmi fastidiosamente sulla schiena e avevo paura potesse trattarsi proprio di Travis.

Con passi veloci mi diressi verso uno dei tanti alberi che si trovavano nel giardino di casa Brown e poi mi appoggiai contro la sua corteccia, lasciando sfuggire dalle mie labbra un profondo sospiro.

Ora il suo sguardo non lo percepivo più. E sperai proprio non mi avesse vista nascondermi qui dietro perché in quel caso nessuno mi avrebbe sentita se mi fossi messa ad urlare. La musica era troppo alta e quel gruppetto di slinguazzatori non avrebbe di certo smesso di ficcarsi la lingua in gola a vicenda per vedere cosa stesse succedendo.

Mi massaggiai il polso dolorante e ben nascosto sotto al polsino della camicetta poi chiusi per alcuni secondi gli occhi e li riaprii di scatto quando sentii dei rumori strani vicino a me.

In mezzo a tutto quel fruscio delle chiome degli alberi che sembravano creare una musica di sottofondo, sentii dei passi pestare alcune foglie secche al suolo e farsi sempre più vicini.

Avevo il cuore in gola e il mio stomaco era sottosopra per l'ansia. E se fosse Travis? E se fosse venuto per finire quello che aveva cominciato?

«Cazzo, vento di merda», sentii borbottare con rabbia mentre il rumore di un accendino che provava innumerevoli volte ad accendersi, si aggiunse a tutti gli altri suoni.

Falling for a ChallangeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora