◇ Tyler 🌈

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James era a pochi metri di distanza da me, appoggiato ad un muro pieno di graffiti ― quasi sicuramente c'era anche quello fatto da lui e il fratello di Mavis ―, con una sigaretta tra le labbra rosee e zuppo d'acqua dalla testa ai piedi. Era una visione erotica che stava deliziando i miei occhi.

Non sapevo con certezza cosa mi attirasse di più di lui, forse gli occhi di un azzurro intenso o le labbra squadrate e morbide, ma stava di fatto che lo desideravo con ogni fibra del mio corpo, del mio essere.

Mi stampai immediatamente un ghigno sulle labbra, pensando a quanto mi sarei divertito a stuzzicarlo poi con poche falcate lo raggiunsi e mi piazzai davanti a lui, schiarendomi la voce per attirare la sua attenzione.

Dopo pochi secondi, James alzò lo sguardo da terra con la sigaretta accesa che pendeva dalle labbra poi emise una smorfia schifata.

Stronzo! Ti faccio sparire quell'espressione schifata a suon di pugni.

«Oddio, ancora tu? Ma non ce l'hai una vita?», roteò gli occhi indispettito poi buttò fuori il fumo dalle labbra, continuando a fissarmi con sufficienza.

«Certo che ce l'ho una vita, ma adoro romperti i coglioni», ammisi senza giri di parole, ridacchiando con compiacimento, quando lui schioccò la lingua contro il palato infastidito.

Si portò nuovamente la sigaretta tra le labbra e lo trovai maledettamente sensuale poi fece un tiro e buttò fuori il fumo verso di me, facendomi subito tossicchiare.

«Senti frocio, mi hai veramente rotto i coglioni. Stammi lontan―», non lo feci finire che mi fiondai sulle sue labbra, succhiandole subito con veemenza e mordicchiandole per poi passarci sopra la lingua in attesa di poterla intrecciare con la sua.

Lo sentii sussultare e mugugnare al contempo contro le mie labbra, ma l'accesso alla sua bocca non me lo diede, anzi le serrò con forza poi mi spintonò all'indietro, facendomi quasi cadere sull'asfalto bagnato.

Mi leccai il labbro inferiore, assaporando il suo sapore mentre lui si pulì la bocca col dorso di una mano poi mi fulminò con lo sguardo tagliente, facendomi percepire brividi di paura lungo la schiena. I suoi occhi erano spaventosamente seri e gelidi.

«Mettiamo in chiaro una cosa,» mi puntellò un dito contro il petto poi fece un tiro dalla sigaretta e ancora una volta mi buttò il fumo in faccia; tossii all'istante, chiudendo gli occhi per il fastidio, «Solo perché alla festa ci siamo scambiati un bacio non significa che a me interessino i ragazzi quindi levati dalle pelle!», sbraitò, spintonandomi di nuovo.

Ma quale bacio che se non fosse stato per il mio cellulare che aveva iniziato a squillare, avremmo scopato in quel bagno? Non era stato un solo bacio. No, ce n'eravamo scambiati un'infinità, insieme a morsi, carezze bollenti e leccate quindi poteva anche inventare meno cazzate!

Sbuffai una risata isterica poi scossi il capo, innervosito dal suo continuare a negare quello che c'era stato tra di noi e tra l'altro era successo più di una volta, dato che anche a scuola ci eravamo scambiati altri baci ― seppur nascosti da occhi curiosi.

«Sei un fottuto bugiardo! E tutti i baci che ci siamo scambiati in questi giorni nella vecchia aula di chimica, eh? Te li sei già scordati? Dio, sei così cocciuto», sbottai, prendendogli a pugni il petto e fissandolo con sguardo infuocato, ma lui non si smosse di un millimetro, «Va bene, non vuoi dire a nessuno di noi, ci sto, ma non dire che non c'è stato niente perché sai perfettamente che non è vero.»

Ero così nervoso in quel momento che la mia voce uscì tremolante e nel frattempo persi forza nel tirargli pugni quindi sospirai e mi allontanai da lui, «Non dici niente?», finsi una mezza risata, «Fottiti James!»

Lo guardai un'ultima volta, percependo un'infinità di brividi lungo la spina dorsale poiché il suo sguardo era così intenso da farmi sentire nudo poi mi voltai e iniziai ad allontanarmi da lui.

Stavo cercando col tutte le mie forze di non scoppiare a piangere. Sapevo di sembrare patetico, ma James mi piaceva sul serio però a quanto pare per lui ero stato solamente uno dei tanti, tra l'altro da tenere nascosto.

Tirai su con il naso, esalando un profondo respiro che si mozzò in gola quando percepii la mano di James stringersi intorno al mio polso poi mi strattonò, facendomi voltare verso di lui con un movimento brusco.

Sussultai quando con l'altra mano mi afferrò la nuca e mi tirò verso di lui, facendomi perdere un battito.

Che intenzioni aveva? Voleva picchiarmi come l'altra volta?

«Non lo dovrà sapere nessuno, chiaro?», sibilò a pochi millimetri dalle mie labbra, schiuse per l'incredulità. Finalmente si era deciso a darmi una possibilità?

Annuii solamente, incapace di proferire parola, percependo il suo respiro caldo scontrarsi contro il mio viso, cosa che mi provocò brividi in tutto il corpo. Ti prego, baciami!

«Bene», mi mostrò un sorriso di strafottenza poi si fiondò sulle mie labbra e mi baciò con passione e irruenza. Mi baciò per la seconda volta ― la prima alla festa ― di sua spontanea volonta.

Fanculo, mi sentivo in Paradiso. Il paradiso dei gay, ovviamente.

Falling for a ChallangeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora