▷ cinque

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Mi svegliai con un mal di testa pazzesco e con delle meravigliose occhiaie che mi facevano sembrare uno zombie.

La notte precedente avevo dormito poco e niente, pensando a cosa ci avrebbero obbligati a fare gli organizzatori della challenge quest'oggi.

Ero davvero tentata di saltare il secondo giorno, ma conoscendo le segretarie della mia scuola, sapevo che se non mi avessero vista arrivare entro le otto, avrebbero chiamato all'istante i miei genitori per chiedere dove mi fossi cacciata.

E non avevo alcuna intenzione di subirmi un'altra ramanzina da parte di mia madre, la quale mi paragonava sempre a mio fratello, rinfacciandomi costantemente quanto fossimo diversi e quanto li mettessi in imbarazzo con i miei comportamenti. Però Jeremy che si portava a casa una ragazza ogni sera, si ubriacava fino a non riconoscersi, andava bene per loro.

Ovviamente io ero la pecora nera della casa, nonostante mi impegnassi più di mio fratello, anche se a scuola non seguivo attentamente le lezioni.

Entrai nel mio bagno personale, trascinando a forza le gambe stanche poi girai la manopola della doccia verso l'acqua calda e aspettai, continuando a sbadigliare come se non dormissi da secoli.

Mi spogliai con la lentezza degna di un bradipo poi entrai in doccia, venendo quasi ustionata dall'acqua bollente. Gridai come una pazza, spegnendo all'istante il getto poi lo regolai meglio, riuscendo finalmente a farmi una normalissima doccia.

Poco prima di entrare in bagno avevo controllato il mio cellulare, ma per fortuna non avevo ancora ricevuto nessun messaggio dagli organizzatori, anche se la cosa un po' mi spaventava.

Forse volevano aspettare che tutti fossimo a scuola prima di inviarlo... O forse si stavano preparando a sganciare una bomba. Oppure mi stavo facendo tante di quelle seghe mentali degne di un Oscar.

Be', era meglio se smettevo di pensarci sennò mi sarei uccisa col tubo del doccino.

Una volta uscita dalla doccia, mi avvolsi un grande asciugamano rosa intorno al corpo infreddolito dalla differenza di temperatura e con uno più piccolo mi feci un turbante per intrappolare i miei capelli zuppi d'acqua.

Andai davanti alla specchiera appannata dal vapore, la quale sembrava volermi dire "tranquilla, ti risparmiamo lo spavento" e, prendendo lo spazzolino sui cui spalmai un po' di dentifricio, incominciai a lavarmi i denti senza nemmeno dare un'occhiata al mio aspetto.

Non avevo tutta quella gran voglia di specchiarmi. Magari facendo così mi sarei tenuta alla larga Morgan, anche se ne dubitavo fortemente. Soprattutto dopo quello che mi aveva detto Cassidy.

Sospirai pesantemente con lo spazzolino in bocca e con tutta la sfiga che avevo in corpo, mi strozzai con la mia saliva al gusto di menta.

Incominciai a tossire, picchiettandomi sul petto una mano, ma peggiorai solamente le cose.

Meraviglioso. Sarei morta per essermi strozzata con la schiuma del mio dentifricio. Ma almeno una morte normale, no?

Con velocità mi sciacquai il viso, riuscendo finalmente a riprendere fiato mentre dai miei occhi, rossi dal pianto, continuavano ad uscire lacrime per via del soffocamento di poco prima.

Mi tamponai il viso con un asciugamano pulito, pensando che se avessi fatto finta di svenire, magari sarei riuscita a saltare il secondo giorno.

Ma abbassando lo sguardo verso il mio corpo, vidi che era ancora avvolto dal grande asciugamano quindi era meglio se evitavo di farmi trovare "svenuta" in questo stato.

Non volevo finire, che so, in ospedale con solo un asciugamano addosso, quindi accantonando l'idea, uscii dal bagno e incominciai a vestirmi, sentendo la musica a tutto volume uscire dalla camera di mio fratello, proprio di fronte alla mia.

Falling for a ChallangeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora