◇ Cassie 👭

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Nascondermi.

Era questo quello che sapevo far meglio. Non nascondendo me stessa agli altri, ma nascondendo i miei sentimenti.

I miei veri sentimenti. Le mie vere emozioni. La vera me che ormai, quasi con disperazione, mi chiedeva di farla uscire, di liberarla da quelle catene che la tenevano intrappolata nella parte più profonda del mio io.

Tutti conoscevano Cassidy Coleman, ma nessuno conosceva Cassie, una semplice ragazza che era stata follemente innamorata di qualcuno del suo stesso sesso.

Purtroppo le persone mi trattavano come se fossi un semplice oggetto e non una persona reale, con sentimenti veri.

Per loro ero solamente un oggetto che dopo un lasso di tempo si sarebbe trasformato in un qualcosa senza alcun valore, perché si sapeva che dopo un po', le persone smettevano di apprezzarti e passavano ad altro.

Tutti conoscevano Cassidy Coleman. La ragazza ricca, bella e capo cheerleader, amata da tutti, ma io non ero solo quello. Io ero molto di più.

Io avevo amato in passato. Lo avevo fatto sul serio, ma quell'amore mi era stato strappato via e d'allora non ero più riuscita ad innamorarmi di qualcuno.

Eleanor. Lei, era tutto ciò di cui avevo bisogno, ma non l'avrei più rivista. Non dopo che la sua famiglia l'aveva portata così lontana da me. Dalla pazza che aveva trascinato la loro figlia sulla cattiva strada della perversione contro Dio.

Quello che non sapevano però, era che era stata proprio la loro bellissima figlia ad avvicinarsi a me perché aveva tanto desiderato conoscermi meglio, sino a chiedermi di diventare la sua ragazza. Non io, ma lei.

Eppure... Eppure la pazza depravata ero io. Ero io che a stento riuscivo a stare nella stessa stanza con i miei genitori, senza doverli sentire parlare di quanto fossi malata e di quanto avessi bisogno di una visita psichiatrica e senza sentirmi sull'orlo di una crisi di pianto per colpa delle loro parole.

Io non ero pazza. Ero innamorata e per amore era risaputo che si facevano tante follie.

Io non ero malata. Semplicemente il mio cuore batteva per una persona del mio stesso sesso. Non lo avevo chiesto. Era successo e basta.

Io non ero una depravata. Il sesso era l'ultimo dei miei pensieri. Io volevo amare, non fare sesso.

Morgan. Lui era la mia ancora, sul serio. Se non ci fosse stato lui, a quest'ora non sarei nemmeno più qui, non dopo averla persa.

Era riuscito ad aggiustare, almeno un po', il mio cuore in frantumi e col passare del tempo era diventato il mio migliore amico.

Tutti credevano fosse il mio ragazzo, ma non era così. Morgan si era semplicemente offerto di farmi da copertura per potermi fare vivere liberamente ― o almeno in parte, dato che non potevo fidanzarmi se stavo con lui ― la mia vita amorosa.

Era grazie a lui se i miei genitori avevano smesso ― almeno in sua presenza ― di trattarmi come una malata contagiosa, anche perché Morgan aveva litigato più volte con loro per via della mia sessualità, come se quello facesse di me una figlia orribile.

E sempre grazie a lui, ero riuscita ad uscire con altre ragazze, anche se nessuna di loro poteva superare Eleanor, ma almeno non avevo frequentato dei ragazzi.

Morgan aveva la sua vita sessuale ― decisamente molto attiva ― mentre io la mia, ma nessuno era a conoscienza di questa cosa.

Tutti pensavano fossimo una coppia affiatata e super innamorata, ma non era così. Ci volevamo, semplicemente, un bene dell'anima e avremmo fatto di tutto uno per altro perché eravamo migliori amici e perché ci eravamo giurati di proteggerci a vicenda, sempre.

Gli volevo un mondo di bene e gli dovevo la vita. E quello era uno dei tanti motivi per cui lo avrei aiutato sempre. Proprio come avevo fatto con la sfida a coppie.

Non sapevo nemmeno perché ma in quel momento mi ritrovai a sfogliare vecchi album di fotografie. Forse per la malinconia. Forse perché avevo bisogno di rivedere il suo viso. O forse perché era l'unica cosa che mi legava ancora a lei.

Stava di fatto che una lacrima scivolò lungo la mia guancia e si posò sulla foto che avevo appena sfiorato.

Fotografia che raffigurava me ed Eleanor mentre ci stavamo baciando durante la nostra ultima serata insieme.

I suoi genitori l'avevano obbligata a partire la mattina seguente, appena dopo aver ricevuto anonimamente una foto, diversa da quella scattata da Morgan, che ci ritraeva insieme mentre ci scambiavamo un bacio.

Da quel momento non l'avevo più vista e né sentita. Mi mancava terribilmente.

E tuttora non avevo la più pallida idea di chi fosse stato ad inviare quella foto ai suoi genitori.

Ma lo avrei scoperto, anche a costo di far venire a galla il mio segreto.

Io lo dovevo scoprire. Dovevo sapere chi era stato a distruggere l'unica cosa bella della mia vita. Per me e per Eleanor. E non mi sarei fermata per nulla al mondo.

Falling for a ChallangeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora