Capitolo 3

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"Eddie, svegliati tesoro, è ora!". 'Ora per cosa??' pensò Eds 'Perché mi devo alzare alle... che ore sono? Sette e un quarto!!? Perché dovrei alzarmi così presto?! Non devo mica anda...' e subito realizzò che invece ci doveva andare a scuola!! Era il primo giorno. Del tutto scioccato dell'essersi dimenticato di dover andare a scuola e dopo aver fatto mente locale, Eddie si alzò, totalmente svogliato, solo perché sua madre gli stava preparando la colazione, la sua preferita, waffle con panna, gelato alla crema e sciroppo d'acero. Preso lo zaino uscì salutando svogliatamente sua madre e montò sulla bici per sfrecciare a scuola in modo da non arrivare in ritardo. Arrivò a scuola cinque minuti prima che suonasse la campanella per l'entrata e si diresse in segreteria a chiedere a quale classe fosse stato assegnato. Una signora alta, magra come un chiodo, con i capelli lunghi, biondi e unti come se non li lavasse da giorni si affacciò da dietro lo sportello e squadrò il piccolo ragazzo impaurito che cercava solo un po' d'aiuto. "Il tuo nome?" "Eddie Kaspbrak" rispose lui, intimorito da quella voce stridula ma allo stesso tempo profonda che scivolava fuori da quelle labbra secche e sottili, dove il rossetto, di un colore troppo vistoso rispetto alla carnagione, era stato messo senza rispettare i bordi della bocca. "Beh" rispose lei come se le avessero fatto una domanda da un milione di dollari, "classe 2°B" finì sentendosi la persona più fiera del mondo. "G-grazie" disse Eddie 'o almeno credo' pensò, ancora intimorito da quella donna così strana. Appena finita la conversazione Eddie si girò in cerca di qualcosa, o qualcuno, che gli indicasse dove si trovava la sua classe. Finalmente, dopo aver cercato per qualche minuto, trovò un foglio attaccato alla parete: 'classi 1° e 2° piano terra, 3° e 4° primo piano, 5° secondo piano '. Che fortuna, non doveva nemmeno faticare tanto per trovare la sua classe. E invece non era così. Appena uscito dalla segreteria, infatti, Eddie aveva girato a destra in un lungo corridoio in cerca della 2°B. lo percorse avanti e indietro due volte, senza trovare la classe, prima di rendersi conto che di fronte a lui c'era un altro lungo corridoio. Attraversò l'ingresso, oltrepassò la porta a vetri e, appena entrato nel corridoio lesse '2°B'. Aspettò ancora qualche secondo prima di farsi coraggio ed entrare. Erano già tutti presenti ma la prof non era ancora arrivata. Gli unici posti liberi erano davanti, vicino a due ragazze molto belle ma non altrettanto simpatiche, nella fila centrale, affianco al probabile bullo della classe, e in fondo nel banco confinante a... RICHIE!!? Cosa!? Era capitato nella stessa classe di Richie? L'ansia di non conoscere nessuno diminuì e svanì del tutto quando il ragazzo ricciolo lo notò, lo salutò e gli fece cenno di andare a sedersi al suo fianco. Eddie, felicissimo di questa scoperta, attraversò la classe e notò che mentre si avvicinava al banco vuoto, Richie stava parlando con altri cinque ragazzi, o meglio quattro ragazzi e una ragazza, dando ogni tanto una sbirciatina verso Eddie ed indicandolo cercando di non farsi vedere, cosa che non successe neanche una volta. Arrivato al fondo della classe Eddie si sedette en la ragazza, dai capelli color rame e gli occhi azzurri come il cielo, si sporse verso di lui e allungando la mano disse "Beverly Marsh, piacere di conoscerti!" per poi finire con un sorriso che andava da orecchio a orecchio. Eddie fece per rispondere quando alla sua destra "B-B-Bill D-Den-D-Denbrough" balbettò un ragazzo magro con i capelli tagliati corti da un lato e spostati confusamente dall'altra. "Ben Hanscom" "Mike Hanlon" dissero altri due ragazzi alla sua sinistra nello stesso preciso istante. Uno dei due era cicciottello e aveva l'aria molto di essere un tipo solare ed amichevole mentre l'altro era un ragazzo di colore, muscoloso, che si mostrava molto fiero di se ma allo stesso tempo umile e pronto ad aiutare qualunque persona in difficoltà. Infine, dal banco alla sinistra di quello di Beverly, un ragazzo con i capelli ricci, il viso scavato e gli occhi di un marrone scurissimo gli allungò la mano per presentarsi e disse "Stanley Uris, ma mi puoi chiamare Stan, mi chiamano tutti così!" e lo disse con talmente tanta serenità che Eddie si trovò subito a suo agio. A quel punto, dopo essersi guardato attorno in cerca di qualcun altro da conoscere e riscuotendo una risatina dai ragazzi, Eddie si sistemò il ciuffo e si presentò. Stranamente stava per aprirsi e parlare di se a cinque perfetti estranei quando Richie lo interruppe con la voce da presentatore. "Ecco a voi" iniziò più fiero che mai, "Eddie Kaspbrak, ragazzo assai timido che ha viaggiato per ore, anzi giorni, partendo da una landa desolata, per venire a incontrare voi, miei cari amici, dopo aver fatto la mia conoscenza!" per poi concludere con un piccolo applauso, e qua spiccò nuovamente la teatralità di Richie, caratteristica che Eddie aveva già notato il giorno prima quando lo aveva introdotto a sua madre. Tutti si misero a ridere e negli istanti seguenti entrò in classe l'insegnante. Passarono le prime tre ore della giornata e i ragazzi non passarono neanche un minuto a seguire la lezione, addirittura quasi senza accorgersi del cambio dei professori. Erano troppo impegnati a presentarsi meglio l'un l'altro, parlare delle loro giornate, sparlare degli insegnati e a giocare all'impiccato o a tris, dipende dalla lezione. Alle 11:00 ci fu l'intervallo e i ragazzi uscirono e andarono in cortile. Beverly accese una sigaretta, ne diede una a Richie e poi chiese a Eddie se fumasse, cosa che il ragazzo fece chiaramente intendere di non fare. Passarono lì l'intervallo e al momento di rientrare si avvicinò a loro Henry Bowers, il bullo della scuola. I ragazzi si avviarono verso la loro classe cercando di evitarlo ma lui li fermò prendendo Beverly per un braccio e avvicinandola a sé cercando di toccarla e di baciarla. Bev si dimenò per evitare il contatto con Bowers e, a sorpresa di tutti, Eddie si avvicinò a henry, gli diede una spintarella e gli urlò dritto in faccia "ehi!! Lasciala stare immediatamente!" scandendo ogni singola sillaba, ogni singola lettera dell'ultima parola. Henry si girò e guardò malissimo il piccoletto che continuava a fronteggiare il bullo facendo però trapelare la sua paura dagli occhi. Henry fece per tirargli un pugno quando si avvicinò il prof di ginnastica, urlando contro Bowers, prendendo da parte Beverly e separando i due ragazzi. "Sei morto novellino!" finì Bowers con un tono disgustato e sputò a terra verso Beverly. Prima che però il bullo riuscisse ad allontanarsi il professore lo prese per il colletto lo guardò dritto negli occhi e senza dire una parola lo trascinò con sé in presidenza. "QUESTA È L'ULTIMA VOLTA CHE LA PROVOCHI!!! NON LA PASSI LISCIA OGGI!!" sbraitò il professore nel bel mezzo del corridoio mettendo in ridicolo bowers e facendosi spazio tra il mare di studenti che riempiva la scuola.  Beverly si girò verso Eddie e iniziò a parlargli. Questo Eddie lo capì per il fatto che vedeva le sue labbra muoversi ma non sentiva niente. Eddie iniziò a camminare verso la porta per tornare in classe, si appoggiò al muro e guardò i compagni. Per camminare doveva fare uno sforzo immane perché riusciva a stento a muovere le gambe e allo stesso tempo non riusciva a respirare bene, si sentiva la gola e il naso completamente tappati. I sei ragazzi si avvicinarono a Eddie con le facce preoccupatissime e Eddie iniziò a vederli vorticare, giravano in tondo senza mai fermarsi fino a che il piccoletto non vide più nulla. Nero, un'assoluta distesa nera si creò davanti ai suoi occhi lasciandolo disorientato. Per un attimo ancora barcollò in giro cercando un appiglio e infine cadde a terra battendo la testa contro la recinzione dell'aiuola lì affianco. Eddie era svenuto.

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Eh già, ti amo... // ReddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora