5.Crossing

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Un destino sbagliato

Era appena uscita di casa quando il vento la investì in pieno. Si mise la sciarpa che aveva riposto nella borsa e iniziò ad incamminarsi verso la scuola. Si sentiva stranamente di buon umore dopo la chiacchierata con Luke, ma anche un po' inquieta per ciò che sarebbe dovuto accadere. Un incontro speciale? Chissà a cosa si riferiva!

Continuò la sua passeggiata, con lo sguardo fisso sul marciapiede, ripetendo mentalmente i capitoli di storia che aveva studiato per una possibile interrogazione.

Quando vide le foglie secche cadute dall'albero capì di essere quasi arrivata, ma se solo avesse alzato lo sguardo si sarebbe accorta del ragazzo che le stava venendo incontro.

Aveva, anche lui, la strana abitudine di tenere lo sguardo piantato a terra come se cercasse pezzi perduti della propria vita.

Si scontrarono e caddero entrambi sul marciapiede, sulle fogli secche che si spezzarono sotto il peso dei ragazzi.

Si guardarono negli occhi. Quelli del ragazzo erano verdi, rassicuranti, erano del colore delle praterie, della libertà, ricordavano una casa accogliente, alla quale tornare a fine giornata. Si, era un verde che ricordava casa.

Il ragazzo diventò rosso e cercò di alzarsi ma ricadde sulle foglie ricoperte di brina.

Lux non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata, che dopo poco contagiò anche il ragazzo che aveva di fronte.

Si alzarono e si pulirono come meglio poterono.

"Io sono Lux" disse porgendogli la mano, con un sorriso smagliante stampato in faccia.

"Nox, ma per gli amici Nill" rispose, afferrando la mano e grattandosi la nuca un po' imbarazzato.

Appena toccò la pelle candida di Lux percepì tutto il suo essere, la sua tristezza. La mano della ragazza era fredda, ma si riscaldò subito in quella del ragazzo. I loro sguardi si incastrarono, l'uno nell'altro, trovando quasi un equilibrio, e così, quasi per magia, capirono che le loro storie si erano incrociate e sarebbero rimaste collegate per sempre. Seppero, seppur inconsciamente, che tra loro era nato qualcosa di impossibile da definire. Si completavano, proprio come i loro nomi.

Nox era un ragazzo qualche centimetro più alto di lei, i capelli scuri gli incorniciavano i lineamenti sottili del viso. Indossava una maglia, a maniche corte, con un teschio stampato sopra; dei pantaloni di jeans neri, strappati sulle ginocchia, e delle scarpe, rigorosamente nere, con i lacci.

Lux non poté evitare di fare il paragone con Luke. I capelli erano simili, ma quelli di Nox sembravano più umani nella loro imperfezione, più reali.

Le sensazioni che invasero il piccolo corpicino di Lux erano contrastanti.

"E io come ti dovrei chiamare?" chiese divertita Lux.

"Ehm... Come ti piacerebbe chiamarmi?" rispose con una domanda il ragazzo, ora curioso di sentire la risposta.

Lux ci pensò su e poi diede una risposta.

"Nox. Così abbiamo qualcosa in comune." la ragazza avrebbe voluto dire che così lui le era più vicino, ma non lo disse.

"A quanto pare ai nostri genitori piaceva il latino" scherzò Nox, cercando di smorzare la tensione che si era venuta a creare.

Risero entrambi, senza molto entusiasmo.

Dopo poco Lux, grazie al suo essere così sociale, scoprì che la scuola di Nill non distava molto da casa sua. Si scambiarono i numeri di telefono (Lux prese il telefono del ragazzo, segnò il suo numero e si mandò un messaggio), si guardarono, abbassarono contemporaneamente lo sguardo, sorrisero sperando che nessuno li vedesse, si salutarono promettendosi di rincontrarsi e poi ripresero ognuno la propria strada.

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