6.Returne

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Un destino sbagliato

Era appena suonata la campanella, ma, come al solito, lui aspettava che la massa di adolescenti infervorati e sudaticci si precipitasse fuori dalla scuola per ciondolare le gambe dal muretto, fumare una sigaretta per intimorire i primini. Lui preferiva non confondersi con gli altri, non per un fatto di ego smisurato, ma semplicemente per non incappare in risse o manifestazioni un po' troppo spinte d'amore appena fuori dal portone.

Così anche quel lunedì d'autunno preparò lo zaino con calma dopo, e mai prima, il suono della campanella.

La classe si svuotò in fretta mentre il prof di biologia ancora parlava, sovrastando il rumore creatosi per cercare di assegnare un capitolo in più.

Quando lui uscì da quella scuola, ormai erano rimasti solo i ragazzi che aspettavano con impazienza il pullman.

La sua scuola era abbastanza lontana dalla sua casa, ma quel giorno qualcosa gli diceva che la cosa migliore sarebbe stata andare a piedi.

Incamminandosi per la strada di casa, teneva lo sguardo basso, sul marciapiede ricoperto da un tappeto di foglie. E subito, con la forza di un tuono, gli venne in mente Lux, la ragazza che aveva incontrato quella mattina. In realtà non aveva smesso di pensarci, nemmeno per un secondo.

Durante l'ora di filosofia la voce atona della professoressa che molti utilizzavano come sonnifero naturale, li permise di lavorare ad un capolavoro. Preso un foglio e un portamine iniziò a tracciare delle linee in apparenza senza senso, ma dopo un po' quelle strane linee delimitavano il viso di una ragazza bellissima con gli occhi color cioccolato e i capelli biondi che le scendevano morbidi sulle spalle minute.

Si, aveva disegnato proprio Lux. Non sapeva bene il perché, ma quel disegno era estremamente importante per lui.

Continuò a camminare, assorto nei suoi pensieri, così che quando alzò lo sguardo si sorprese di essere già arrivato a metà strada.

Fece mente locale e constatò che la sua scuola e la casa di Lux erano abbastanza vicine, quindi aveva superato entrambe. Però la scuola della ragazza era ancora sulla sua strada.

Inconsapevolmente quando iniziò di nuovo a camminare un nuovo ardente desiderio gli infestava il cuore. Lui cercò in tutti i modi di annientarlo, abbatterlo, schiacciarlo, soffocarlo, annegarlo nella sua solitudine, ucciderlo con il suo cinismo, zittirlo con una buona dose di menefreghismo, ma appena arrivò davanti la scuola di Lux, tutti i tentativi furono vani.

Lui si era fermato perché voleva incontrarla (o scontrarla) almeno un'altra volta. Voleva ancora immergersi negli occhi profondi della ragazza, quegli occhi che aveva appena disegnato e in poco tempo erano diventati il suo infinito.

E si, perché quando vedi il mare in un paio di occhi marroni é proprio la fine.

Così, fermo davanti una scuola dove non conosceva nessuno, si sentiva in forze per andare da Lux e chiederle di uscire. Questo era ciò che si era ordinato di fare, ma appena vide quei capelli biondi in mezzo alla folla, circondata da tanti amici, lui si sentì perso.

Si girò verso la strada e riprese a camminare. Tutte le sue speranze buttate al vento. Lei era piena di amici, era simpatica, era... Non era alla sua portata, perché, diciamocelo, chi vorrebbe mai uscire con un misantropo vestito di nero per principio?! Nessuno!

Ma non tutti la pensavano allo stesso modo. Ad esempio ciò che pensava una ragazzina bionda che stava correndo verso di lui era tutto il contrario.

"Nox" appena si sentì chiamare seppe subito di ci era quella voce soave. Si girò piano e davanti a lui c'era una ragazza sorridente, con la borsa su una spalla e dei libri in mano.

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