3.Wings

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Un destino sbagliato


La luce entrava dalla finestra e i suoi raggi accarezzavano il viso della ragazza stesa sul letto.

Si svegliò e aprì piano gli occhi.

Accanto a lei non c'era nessuno e lei era sicura che tutto ciò che le era capitato fosse stato solamente un sogno, uno scherzo della mente, un illusione che, comunque, le aveva donato un po' di speranza e di pace.

Si alzò dal letto, ma il cuscino rimase piegato sotto un corpo invisibile.

Era tutto vero.

Sgranò gli occhi incredula e si avvicinò con cautela.

Passò la mano a mezz'aria dove, presumibilmente, ci sarebbe dovuto essere il ragazzo.

Niente.

Allontanò la mano sconfortata.

"Forse, saresti potuto diventare molto per me, mi avresti aiutato" disse a nessuno in particolare, ma a quel qualcuno che lei credeva ormai perduto.

"Io sono qui." rispose solamente la voce.

Un frase. Una piccola frase. Ma nel suo animo si riaccese la luce che in quei mesi le era mancata come l'aria, la stessa luce che l'Angelo si era portato con sé.

Quella luce poteva avere solo un significato.

Lei, dopo un'attesa strenuante, era di nuovo serena. E felice.

"Perché posso vederti solo attraverso quel fottutissimo specchio?!" chiese con una punta di fastidio nelle voce.

Si sentì uno sbuffo e Lux pensò che forse Luke avesse preso un profondo respiro prima di parlare e lasciarla allibita.

"Lo specchio ci restituisce l'immagine di noi stessi, ma non come ci vedono gli altri. Nello specchio ognuno vede i propri difetti, i propri punti deboli che altri non riuscirebbero mai a vedere. Lo specchio ci fa vedere la nostra vera essenza, il nostro vero 'io'.

Quindi, in quanto tuo Angelo Custode, sono legato alla parte più pura e nascosta di te stessa. Quella, appunto, che vedi in quel 'fottutissimo' pezzo di vetro."

"E... Cosa dovrei fare per vederti senza l'aiuto dello specchio?" chiese Lux titubante.

"Devi accettare tè stessa."

La ragazza si spostò un po' in imbarazzo sul letto.

"Ma non devi preoccuparti. Ora ci sono io." si affrettò ad aggiungere Luke, il quale ringraziò il fatto che Lux non potesse vedere il rossore che aveva tinto le sue guance.

Lux sorrise e si alzò. Andò verso l'armadio e prese una felpa e un pantalone senza nemmeno pensarci, nascose l'intimo pulito tra i due indumenti affinché Luke non lo vedesse e si incamminò verso la porta chiusa.

"Sarà meglio che vada a farmi una doccia" annunciò.

"Vuoi che venga anche io?" propose l'angelo con malizia.

Lux si girò scandalizzata.

"Assolutamente no! Non sapevo che gli angeli potessero essere così impudici!" dichiarò fingendo di aver trovato uno scandalo.

"Beh... Se vuoi posso fare un'eccezione"

"Zitto" lo liquidò con un gesto della mano.

Appena fuori dalla stanza un dubbio l'assalì. Tornò indietro e non sapendo dove volgere lo sguardo, parlò guardandosi intorno.

"Ma... Tu puoi seguirmi?" poi aggiunse in fretta " cioè, tu puoi 'teletrasportarti' ovunque sono io?" chiese incerta sui termini usati.

"Solo se tu lo vuoi" la risposta le arrivò dal letto. Segno inequivocabile della pigrizia del ragazzo.

"Nel senso che posso raggiungerti solo se tu mi chiami" continuò Luke notando la faccia perplessa della ragazza.

"Capito" sorrise ed uscì, dirigendosi nel bagno, con la consapevolezza di non essere più sola.

***

Era capitato tutto cosí in fretta e lui non aveva potuto mettere un freno a quella babilonia di emozioni che lo aveva sopraffatto.

Lo aveva visto. Ci aveva parlato. E quello era stato il momento più bello della sua vita. Anzi, della sua non-vita.

L'aveva guardata dormire per tutta la notte. Era così piccola, così fragile, che si sarebbe potuta spezzare con un nonnulla.

I suoi capelli avevano il profumo di quelle cose strane che, pur sapendo di non poterle vedere che di sfuggita, continui a cercarle.

La sua pelle diafana era rossa per i tagli. E lui ne soffriva. Aveva anch'essa un profumo particolare. Di libri appena stampati, impazienti di trovare lettori che ascoltino ciò che hanno da raccontare.

Era così...ah!

Poi non era riuscito a trattenersi dal rifilarle quelle battutine da 'bad-boy' , quale lui era stato.

Lui poteva raggiungerla solo se lei lo chiedeva.

Ma lui non ci riusciva. Voleva averla sempre vicino.

Lui non poteva fare a meno di lei.

Lui, forse, aveva capito cosa volessero dire tutte quelle persone quando dicevano 'lei é il mio tutto'.

Però questa era una cosa molto pericolosa per lui. Luke era un Angelo Custode.

Mentre era perso nei suoi pensieri, si accorse di uno scampanellio lontano, che pian piano si avvicinava. Gli iniziarono a formicolare le mani e prima che avesse il tempo di chiedersi cosa stesse accadendo, si ritrovò nel bagno della casa.

Le tende della doccia erano chiuse, ma si sentiva lo scrosciare dell'acqua. Poi, quasi impossibile all'udito, Luke sentiva dei piccoli singhiozzi.

Lei aveva bisogno d'aiuto.

Lei lo aveva chiamato.

≈≈≈

scusate/scusa l'interruzione e scusate/scusa se non vi/ti ho parlato direttamente ed ho aspettato solo ora per farlo.

questo capitolo è corto, ma spero possa piacervi comunque.

mi scuso per eventuali errori, ma è mezzanotte, domani ho l'interrogazione di latino e sono sotto le coperte per non farmi scoprire dai miei che altrimenti si incazzerebbero.

detto questo ci saluto.

buona serata/giornata/pomeriggio ^^


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