1.Distraction

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LEI

Giornate interminabili come quella urtavano pesantemente lo spirito ribelle di Lux. Non riusciva a stare ferma sulla sedia. Si girava verso i compagni, buttava battutine elementari sulla veridicità del sesso del professore, cercava persino di ascoltare la lezione, ma non riusciva a stare attenta.

Era come una fenice in gabbia. Per un uccello così maestoso e così imponente sarebbe stato un orribile oltraggio essere chiusa in una sudicia gabbia.

Guardò l'orologio: mancavano ancora venti minuti alla fine dell'ora e lei non sapeva se sarebbe riuscita a resistere ancora per molto a quella tortura.

Aprì il quaderno senza sapere bene cosa fare. Appena prese il portamine si sentì subito a suo agio.

Abbassò la punta della mina sul foglio e un brivido le percorse tutta la schiena minuta.

Iniziò a disegnare e tutto il mondo intorno a lei scomparve. Esistevano solo lei, la mina che sembrava un prolungamento del suo braccio e i suoi pensieri che scorrevano fluidi sulla carta bianca.

Ma questi disegni erano diversi da quelli che solitamente la sua mina limitava. Questi disegni erano più vicini e più lunghi dei disegni normali. Quelle erano parole che formavano intere frasi.

Lei non stava disegnando. Lei stava scrivendo. E stava descrivendo quegli occhi color dell'infinito.

***

***

Caro diario,

oggi è il 30° giorno della missione. È passato un mese esatto, ma non ci sono cambiamenti all'orizzonte.

Si bloccò di colpo ricordandosi del giorno prima, quando quegli occhi così scuri l'avevano scrutato nello specchio. Un brivido gli percorse la schiena. Stava fantasticando troppo e lui non era là per sognare ad occhi aperti.

Come una secchiata di acqua fredda i testa si ricordò di come si era dissolto nella luce, scomparendo dalla finestra. Tutto questo lo ferì molto, ma lo rese anche più determinato che mai.

Ieri ho notato, seppur piccolo e forse insignificante, qualche progresso.

Credo che lei mi abbia percepito in qualche modo. Spero che non sia stato solo un gioco della Divina Luce.

Luce... Lei portava il nome della Luce, ma era vuota e oscura come le tenebre.

La giornata di oggi sta passando senza troppe complicazioni. Non so bene cosa farò per aiutarla, ma qualcosa mi inventerò. Non posso lasciarla in balia di se stessa.

Sto cercando il suo peggior nemico, come ci hanno insegnato all'accademia. Il Professore si era soffermato molto su questo punto e io, in qualità di suo alunno intendo risolverlo. Non so quanto tempo mi occorrerà, ma devo sbrigarmi: per gli umani il tempo scorre molto più velocemente che per noi. E per la ragazza il tempo è come un'udienza concessa dal Gran Consiglio. Non credo che lei possa sostenere questo fardello ancora per molto.

Gli Anziani mi hanno concesso un'altra opportunità e io non intendo sprecarla. Gli umani sono una razza interessante ma troppo dispersivi.

A domani, caro diario

Luke

Finì di scrivere e conservò il diario nella bolla d'aria che lo sovrastava. Era come il suo armadio personale portatile. Abbastanza leggero da essere sostenuto dall'aria e abbastanza riducibile da essere portato in tasca. Glielo avevano donato gli Anziani per scendere da questa ragazza.

Lo avevano costretto promettere di scrivere ogni giorno per controllare i suoi progressi e quelli della ragazza. All'inizio ne era entusiasta, ma già dopo una settimana o due se ne era stufato. Ora scriveva solo in rare occasioni, per "tener fede", anche se in termini minimali, alla sua promessa.

Dopotutto... anche gli Angeli Custodi sanno essere furbi...

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