BONUS CHAPTER (2)

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un anno dopo

Louis' p.o.v.

Posai velocemente l'ultima t-shirt bianca nella mia borsa prima di chiudere la cerniera e posarla per terra. Controllando l'orario sul mio cellulare, sospirai e per un breve momento esaminai nella mia mente se avrei dovuto chiamare quello sfigato. Era già in ritardo, nonostante gli avessi detto almeno cinque volte, ieri, che non avremmo dovuto perdere il volo. Di nuovo. L'ultima volta era stata quasi una catastrofe. Alla fine non eravamo riusciti a prenotare nuovi biglietti aerei e fare visita ad Harry e Carissa come avevamo pianificato. Questo era successo tre mesi fa, il che significava che erano passati oltre sette mesi dall'ultima volta che avevo visto quei due in primavera.

E, ad essere onesti, mi mancavano. Se solo Niall non fosse così spensierato e prendesse queste cose più seriamente. L'ultima volta eravamo arrivati in ritardo soltanto perchè quell'idiota si era dimenticato il suo fottuto passaporto. Chi si dimenticava il passaporto, ma si ricordava di prendere gli snack per il volo? Beh, ovviamente qualcuno come Niall.

Misi il cellulare di nuovo in tasca e afferrai il manico della valigia. Tirai la valigia lungo il corridoio e proprio allora sentii i familiari colpi di Niall, che era solito usare quando veniva a casa mia. Mi aveva detto che era il ritmo di una delle sue canzoni preferite, Whatever it Takes degli Imagine Dragons, ma a me sembravano più una serie di colpi random, veloci e lenti.

"Sei in ritardo," furono le mie prime parole appena aprii la porta. Guardai il mio migliore amico con un accenno di accusa e lui scrollò le spalle innocentemente.

"Tranquillo. Sono in ritardo soltanto di dieci minuti." rispose lui come se non fosse un grande problema, prima di arruffarsi i capelli, che erano tornati del loro castano naturale. Aveva smesso di tingerseli di biondo ad un certo punto durante l'estate scorsa e, nonostante all'inizio pensassi che non mi sarei mai potuto abituare al suo colore naturale, alla fine l'avevo fatto. Alla fine non importava che colore avesse di capelli, rimaneva sempre lo stesso Nialla Horan che avevo sempre conosciuto.

"Spero che tu abbia tutto con te questa volta, perchè altrimenti ti lascio in quel dannato aereoporto e volerò da solo." lo minacciai mentre indossavo le mie vans nere e la giacca invernale.

"L'ultima volta che ho controllato, tu non avevi le ali, quindi non puoi..."

Zittii Niall prima che potesse finire la frase, ma la mie labbra si erano già curvate nello stesso ghigno che aveva lui sul suo volto.

"Sai cosa voglio dire," dissi, prima di afferrare la mia valigia e uscire dall'appartamento. Chiusi la porta, ma non prima di aver controllato di avere le chiavi, e poi mi diressi alle scale.

"Perchè non prendiamo l'ascensore?" la voce di Niall echeggiò dietro di me e feci una smorfia per come stesse parlando ad alta voce, nonostante fossero le quattro del mattino.

"Sono soltanto due piani per arrivare al pian terreno. Il tuo culo pigro sopravvivrà." risposi e mi lasciai scappare una risatina quando sentii Niall mormorare qualcosa tra i denti. Ma i suoi passi comunque mi seguirono mentre io mi affrettavo lungo le scale e poi uscivo dalla porta principale nella fredda mattina di novembre.

Appena sentii il vento freddo, mi pentii immediatamente di non essermi messo il cappello grigio. Mi ricordavo di averlo messo nella valigia, ma ora non c'era molto tempo per tirarlo fuori. Dovevo sopravvivere senza in qualche modo. Potevo soltanto sperare che la macchina di Niall fosse calda abbastanza.

"Nella tua macchina funziona il riscaldamento?" chiesi a Niall, mentre entrambi camminavamo verso la sua Volkswagen argento.

"Funziona, ma non molto bene," Niall fece una leggera smorfia. "La mia macchina fa schifo. Oggi l'ho accesa appena, giuro che è successo di nuovo qualcosa al motore."

The Last Time [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora