capitolo trentatrè

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Il mattino successivo mi svegliai piuttosto tardi. Probabilmente avrei dormito anche più a lungo se il mio telefono non avesse squillato per avvertirmi che avevo ricevuto un messaggio. Strofinandomi gli occhi, lentamente mi misi seduta, prima di allungarmi un po' per togliere il telefono dalla carica.

Prima di digitare il pin, controllai l'orario e notai che erano quasi le tredici. A malapena avevo dormito così a lungo, specialmente dopo aver iniziato a vivere nell'appartamento di Niall. Sia Louis che Niall facevano molto rumore la mattina, chiudendo porte e discutendo di cose stupide come di chi fosse il turno per preparare la colazione. Alla fine avevo iniziato a svegliarmi prima di loro e a fare la colazione per tutti, ma, se pensavo che avrei messo fine alle loro ridicole discussioni, mi sbagliavo terribilmente. Ma avevo imparato ad abituarmi, alla fine sapevo che Niall e Louis erano legati da una forte amicizia, quindi le loro discussioni non erano mai troppo serie.

Lottando contro la voglia di ritornare a letto, digitai il codice. Avevo due nuovi messaggi. Entrambi da un numero che non riconobbi.

Aprii quello che era stato inviato alle 5 del mattino e lo lessi.

"Spero che tu sia riuscita a risolvere le cose con Lou (e Niall). Buonanotte (tecnicamente è già mattino, ma fa nulla).
H."

Ora ero pienamente sveglia e, per qualche ragione, un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra quando capii che il messaggio era di Harry. Velocemente aprii anche il secondo, che era stato mandato un paio di minuti fa.

"Buongiorno."

Riuscii quasi a immaginarmi Harry digitare quel semplice messaggio con espressione concentrata sul volto e al pensiero crebbe il mio sorriso. Iniziai a digitare una risposta e dovetti riscriverla un paio di volte prima che finalmente gliene mandassi uno semplice.

"Buongiorno. Parlato con Lou e Niall, va tutto bene ora :)"

Posai il telefono sul comodino, prima di alzarmi. Indossavo ancora i vestiti di ieri, perchè ero troppo esausta per cambiarmi con qualcosa di più comodo dopo aver parlato con Louis e aver avuto una chiacchierata ancora più lunga con Niall. Dovevo annotarmi mentalmente di non far arrabbiare di nuovo Niall, perchè era molto più difficile da affrontare rispetto a Louis o anche Harry. La sua rabbia non usciva fuori con grida o minacce, la nascondeva nel suo silenzio. L'unica cosa che rivelava come si sentisse erano i suoi occhi e lui lo sapeva. Ecco perchè quando mi ero avvicinata per parlargli, mi aveva rifiutata senza neanche guardarmi. Ma, quando alla fine l'aveva fatto....quello sguardo era qualcosa che non avrei voluto mai più sperimentare. Comunque, quando avevo spiegato la situazione tra me, Louis ed Harry al meglio che potevo, in qualche modo si era calmato e mi aveva anche parlato.

Ma qualcosa comunque era cambiato. E, quando eravamo andati tutti a dormire, io nella stanza e Niall e Louis nel salotto, avevo deciso che sarei dovuta andarmene dall'appartamento di Niall. Era ora di affrontare di nuovo il mondo esterno. Non potevo essere un peso per i ragazzi per il resto della mia vita, dovevo incominciare a costruirmi di nuovo la mia vita.

Dopo essermi fatta una lunga doccia, mi misi gli skinny jeans neri e una semplice maglia blu, prima di camminare verso la cucina. Niall e Louis non erano a casa come avevo presupposto quando mi ero svegliata. Comunque mi avevano lasciato una nota sul tavolo che diceva che il cibo era in frigo e che sarebbero tornati in serata.

Mangiai velocemente due panini che i ragazzi avevano fatto per me e, proprio quando mi alzai dalla sedia per lavare i piatti, sentii il telefono suonare nella stanza da letto. Per qualche ragione il mio cuore iniziò a battere velocemente, ma mi obbligai a prendere dei profondi respiri mentre mi affrettavo ad entrare nella stanza. Ma, quando guardai chi fosse la persona, fui sorpresa di vedere il nome di Sarah sullo schermo. Nonostante le avessi dato il mio nuovo numero una settimana fa (lei era una di quelle rare persone di cui mi fidavo), comunque non mi aspettavo che mi contattasse così presto.

Mentre il suo nome continuava a balenare sullo schermo, la mia mente tornò al mio vecchio posto di lavoro. Mi mancava davvero l'asilo, specialmente i bambini. Sospirando tristemente, sbloccai lo schermo e portai il telefono all'orecchio.

"Pronto?"

"Ciao! Sono Sarah."

La sua voce gentile era così familiare e capii quanto mi mancasse anche lei. Quando lavoravo all'asilo, lei era sempre stata quella che mi era più vicina.

E improvvisamente capii che ora avrei lasciato andare anche lei. Era stato uno sbaglio darle il mio numero, la poteva facilmente mettere in pericolo se William l'avesse scoperto.

Se non l'aveva già scoperto.

Sudore freddo si formò sulla mia fronte e il mio cuore quasi smise di battere nel petto. Lentamente mi sedetti a terra e cercai di non farmi cadere il telefono dalla mano tremante.

E se fosse solo una trappola? E se avessero obbligato Sarah a chiamarmi? E se...?

"Carissa sei ancora lì?"

Chiusi gli occhi e sospirai. Comunque non riuscii a chiudere la chiamata, ma continuai a tenere il telefono vicino all'orecchio.

"Come sai il mio nome," sussurrai lentamente, aprendo gli occhi.

Per un momento ci fu solo silenzio. Poi sentii Sarah parlare di nuovo, questa volta con voce calma.

"Lui è venuto qui per chiedere di te. Ci ha offerto anche soldi per avere informazioni."

William.

Sapevo che non si sarebbe arreso così facilmente.

"Noi non gli abbiamo detto nulla però. Non ti tradiremmo mai."

Sarah sembrava convincente, ma non rendeva le cose più semplici. Riuscivo solo a pensare a come avessi io tradito tutte loro. Avevo mentito loro e le avevo messe in pericolo.

"Mi dispiace così tanto," sussurrai, sentendo le lacrime iniziare a formarmisi negli occhi.

"Non esserlo. Qualsiasi cosa tu abbia fatto, conosciamo la vera te. Conosco la vera te. Max conosce la vera te. Tu sei una brava persona, Cari."

Potei sentire il cuore farmi male nel petto e le lacrime iniziare a scivolare lungo le mie guance.

"Gr-grazie."

Fu l'unica cosa che riuscii a dire con voce tremante. Appoggiando la testa al muro freddo, strinsi il telefono in mano, aspettando che Sarah mi dicesse qualcos'altro. Dopo aver menzionato Max, i suoi occhi verdi mi tornarono in mente e dovetti mordermi il labbro prima che un singhiozzo scappasse dalla mia bocca.

Fu come se Sarah mi avesse letta nel pensiero, perchè presto parlò di nuovo.

"Ho delle notizie per te. Riguardo Max."

Il mio cuore smise di battermi nel petto.

"Quali notizie? Co-come s-sta?" chiesi raddrizzandomi.

"Gli manchi molto. Non era lui quando te ne sei andata, diceva a malapena qualcosa. Ma alcuni giorni fa...indovina chi è venuto a prenderlo?"

"Chi," la mia voce fu a malapena udibile.

"Suo padre! E in questi ultimi giorni Max è migliorato tantissimo. Ha iniziato a sorridere di nuovo e avresti dovuto vedere il modo in cui i suoi occhi brillavano mentre era in giro con suo padre."

"Suo padre...somiglia...a Max?"

"Gli occhi sono diversi, sono castano scuro. Ma i capelli e il sorriso sono gli stessi. Credo abbia sui 35 anni. Comunque sembra più grande della mamma di Max. Non so esattamente perchè sia comparso all'improvviso, per quel che ho sentito era fuori  paese per affari. Suppongo che non l'abbiamo mai visto per questo."

Sentii trascinare dei piedi, poi di nuovo la voce di Sarah.

"Ho riordinato la cartella di Max ora. C'è stato ovviamente qualche errore di stampa o qualcosa del genere dato che il nome del padre non era scritto. Danny Jones."

Il telefono mi cadde da mano e in quel momento sentii qualcuno suonare il campanello.


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The Last Time [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora