7 CAPITOLO

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Si lasciò trasportare dall'intensità di quel bacio che nascondeva un vortice di emozioni a lui sconosciute, non sarebbe stato capace di descrivere tali emozioni attraverso le parole per quanto fossero forti.
Un momento bastò per riportare indietro nel tempo Fabrizio.
Ricordò quel bambino tra le strade di Roma con le piccole mani sporche di sangue e rivide quell'uomo alto che portava sul volto vecchie cicatrici. Quell'uomo lo spingeva verso il muro e tolse via i vestiti del piccolo prendendo a baciare ogni lembo di pelle alternando quei baci a dei morsi su quel corpicino fragile. Ricordò bene quel sorriso malvagio, il tocco Delle sue sudici mani che torturavano il suo corpo e quella fu la prima di tante violenze subite.
Quel bambino di soli sette anni non riusciva a capire cosa stesse facendo quell'uomo, quello che ogni giorno, subiva. Inconsciamente vista la giovane età pensò che fosse un bel gioco che lo avrebbe accompagnato nel percorso della sua crescita. Un gioco... Oh, i bambini hanno una vaga fantasia e non riescono mai a vedere il lato negativo Delle cose, lui non capiva..
Il tempo non bastò a curare le sue ferite e quando prese coscienza della cruda realtà sentiva il suo corpo sporco, prese a docciarsi ogni giorno come se potesse togliere via quello sporco ma nessuna doccia gli avrebbe tolto quelle ferite, quelle tracce sporche e sanguinanti di un uomo crudele.
Questa presa di coscienza fu l'inizio di un percorso tempestoso. La sua vita fu basata sull'alcool, sulla droga e sul sesso. Fu costretto ad indossare una maschera per mettere a tacere ogni dolore, ogni lacrima versata durante la notte, ogni sua fragilità.  Quel dolore col tempo si trasformò in qualcosa di oscuro.
Per quanto possa sembrare assurdo quella negatività aiutò il demone ad entrare dentro di sé, lasciò che il demone prendesse la sua anima e il suo cuore, adesso ricoperto di tenebre.
Quelle mani sporche di sangue, l'Alfa lo chiamavano. Avrebbe voluto cambiare il suo essere ma ora lui stava perdendo la sua battaglia.
Ricordò quella voce profonda che in un istante lo riportò alla realtà
"Io mi nutro di ciò che provi. E ogni giorno cresco sempre di più, il tuo dolore, il caos alimentano il mio essere. Tu stai perdendo, stai scomparendo Fabrizio"
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Le lacrime presero a scendere sul suo volto e riportò lo sguardo verso quel giovane ragazzo ricoperto dai ricci e da tanta fragilità. Quel ragazzo che adesso lo guardava con dolcezza.
Accarezzò i suoi ricci e sciolse quel contatto, fu come un pugno nello stomaco ma lasciò che il suo corpo si allontanasse da quello dell'altro.
"Ermal Devi, Devi stare lontano da me."
Ermal inarcò un sopracciglio sorpreso da quelle parole, questo cambiamento repentino e brusco del suo carattere gli trasmise preoccupazione velata da una profonda tristezza. Si avvicinò al romano e gli sfiorò il braccio.
Fabrizio si irrigidì e lo guardò negli occhi spenti e lucidi, sentì il bruciore negli occhi, quelle lacrime nascoste che erano in attesa di scivolare via
"Ascoltami Ermal. Io non sono capace di proteggerti, devi stare lontano da uno come me. (Strinse i pugni e portò lo sguardo verso il basso) Io sono un.. Mostro."
E con queste parole fuggì via dalla finestra lasciando solo un ragazzo innamorato.

NOTA AUTRICE:
Questo capitolo per me è molto intenso, ho voluto riportare Fabrizio indietro nel suo passato doloroso. È stato doloroso scrivere certe cose.. ma l'ho fatto. Alla prossima e grazie mille per i voti!! ❤❤❤❤

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