8 CAPITOLO

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Rimase fermo a contemplare sulle parole di Fabrizio, non si rese quasi conto di essere scappato silenziosamente dalla finestra. Iniziò a correre senza voltarsi indietro, sentiva la necessità di raggiungere Fabrizio, quello sguardo aveva tradito le sue stesse parole, Ermal sentì una nota storta in quelle parole, una sensazione come se potesse comprendere a pieno lo stato d'animo del romano, come se sapesse una parte del suo passato.
Si ritrovò in un bosco correndo senza una meta precisa, urlò il suo nome senza riuscire ad avere una risposta, non si fermò un istante, in lui cresceva la speranza di trovarlo.
Ancora uno sguardo attorno a sé, poi avverti dei passi nelle vicinanze, si sentì intimorito e riprese la corsa  e finì per sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno. Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti ad un uomo con il volto ricoperto di cicatrici e un ghigno sul volto che aveva un'aria molto familiare. Cercò di indietreggiare ma fu trattenuto dall'uomo che strinse con forza il suo polso e lo strattonò, cercò un modo per liberarsi ma la sua stretta era abbastanza forte. Arrivarono in un posto al confine del bosco ricoperto di quercie e sentì il sangue congelarsi davanti a quello che i suoi occhi stavano guardando.

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