12 CAPITOLO

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Strinsero le loro mani, i loro scudi che gli avrebbero protetto da ogni male possibile. Ermal portò il pensiero all'istituto, ci sarebbero dovuti tornare in quel posto e ciò non lo rendeva particolarmente felice. Fabrizio riconobbe in quello sguardo spento l'amarezza e la paura di tornare in un posto che non gli apparteneva. Con delicatezza prese tra le sue mani il volto di quel ragazzo, quel fanciullo che lo stava salvando dai mostri del suo passato, che tramite una carezza, uno sguardo gli stava insegnando una lezione sull'amore.
"Piccole guardame. Non te devi preoccupa, quer posto no lo vedemo più, annamo via de qua e sognamo insieme altrove. Te prometto che andrà tutto bene"
Ermal non poteva non sentirsi sicuro tra le sue mani, nonostante quelle mani si fossero colorate di sangue, violenza. Ma ciò ora non gli importava, Fabrizio lo stava salvando dal passato, un mostro più grande di lui e non avrebbe trovato posto migliore se non tra le sue braccia. Poco tempo e tutto può cambiare. Fabrizio lo avrebbe accompagnato in una vita intrisa di sogni e speranze. Sì sarebbe nutrito di sensazioni nuove con la costante presenza del romano. Un sorriso investi le sue labbra, non solo Fabrizio lo stava amando ma gli stava regalando un'alternativa a quella cruda realtà. Scappare via dal dolore per inseguire insieme il cammino della felicità.
"Non so come descrivere la mia emozione Fabrizio, voglio andare in qualunque posto con te, è così bello sognare ma come faremo a scappare via? Non ho denaro con me, niente.. e poi li ci sono le nostre cose."
Fabrizio nascose le mani nelle tasche dei pantaloni , osservando la struttura lontana a pochi metri da loro.
"No te preoccupa a riccioli, Fabrizio ha già un piano per piglia le cose nostre. Lascia fa a me. Devi sta tranquillo, ho abbastanza soldi per alloggia dentro n'albergo e poi posso trova un lavoro."
Avrebbe fatto ogni cosa pur di rivedere sulle labbra del riccio quel sorriso che faceva battere forte il suo cuore. Avrebbe corso ogni rischio per renderlo Felice perché ogni minuto trascorso con Ermal era un gradino verso la felicità.
Nel cuore della notte riuscì a intrufolarsi nell'istituto senza farsi notare e prese le poche cose che avevano portato con sé, prese le chitarre e scivolò via dalla finestra. Era ben addestrato per sgaiattolare via così, senza fare alcun rumore..
Ermal tirò un sospiro di sollievo quando lo vide tornare con i loro oggetti, si incamminarono nel buio e giunsero poco dopo in un piccolo albergo.
Lasciarono le loro cose a terra e si sdraiarono sul letto.
Fabrizio accarezzò la pelle diafana del giovane e baciò le sue braccia, gli dedicò ogni singola carezza, come volesse togliere via tutti i graffi e tutto il dolore presente sul corpo del ragazzo.
"Te amo piccole. O'so che sembra na frase fatta, ce conoscemo da poco ma tu m'hai preso in pieno. Non posso fa a meno de te, a riccioli io voglio vede er tu bel sorriso ogni giorno de la mi vita."
*Sfiorò le sue labbra in un bacio casto e lo strinse a sé. Ermal poggiò la testa sul suo petto intrecciando le gambe con quelle del moro e respirò a fondo il suo profumo.
"Non so come ringraziarti Fabrizio, ho scritto una canzone e vorrei dedicartela."
Fabrizio lo guardò negli occhi e si perse completamente dentro.
"Sempre sarai nella tasca destra in alto, in un salto stanco dentro un passo in alto, in un sorriso inaspettato.."
*Ermal sentì le guance accaldarsi "in realtà devo completarla, l'ho scritta mentre ti stavo aspettando prima"
*Fabrizio lo baciò sulle labbra scendendo sul suo collo e mordendo la sua pelle. Quella notte era tutta per loro l'inizio di qualcosa di straordinario.  I loro corpi manifestarono parole d'amore inespresse inconsapevoli che due occhi scuri li stavano osservando.

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