«Tony!» urlai, attraversando lo stretto corridoio che portava al laboratorio. Dietro di me, quasi come in fila indiana, c'erano tutti gli altri... in pigiama. Avevo tirato tutti giù dal letto, aprendo le porte delle loro camere e urlando di seguirmi come una pazza. Con un rumore meccanico, la porta che dava accesso al laboratorio si aprì lentamente, lasciandoci entrare.
«Hai visto?» domandai, incrociando le braccia. Clint sbadigliò rumorosamente, trascinando con se anche Sam che, dopo aver scosso velocemente il capo, puntò il suo sguardo su di me.
«Ma cosa sta succedendo?» chiese, assonnato.
«Succede che quel piccolo bastardo manipolatore di Vektor sapeva dei nostri controlli. Quei versamenti sono una falsa pista, tornano direttamente ad uno dei suoi possedimenti.» spiegò Tony, quasi sul punto di urlare. In uno scatto d'ira, sbatté violentemente il pugno sul ripiano liscio e lucido di uno dei banchi da lavoro; piombò il silenzio.
«Ma questo non significa che, probabilmente, quel carico di armi gli è stato davvero rubato?» domandò Wanda, accostandosi a me. Sospirai e le lanciai un veloce sguardo.
«Perché creare dei falsi versamenti se non hai nulla da nascondere? L'ha fatto perché sapeva che qualcuno stava spiando i suoi movimenti.» dissi, incrociando brevemente lo sguardo di Tony.
«Sei più sveglia di quanto pensassi...» disse, girandosi completamente verso di me. Incrociò le braccia all'altezza dello stomaco e guardò ogni uno di noi.
«Si, ma cosa potrebbe nascondere di così eclatante?» chiese Steve, facendosi avanti «Un traffico illegale di armi?» aggiunse, inarcando un sopracciglio, come se fosse una cosa da tutti i giorni e probabilmente, per loro, lo era davvero. Lanciai un veloce sguardo all'ologramma dei conti che, di tanto in tanto, si aggiornavano da soli.
«Caroline...» chiamai, sovrappensiero. C'era qualcosa che non andava, in tutto quel depistaggio, qualcosa che non tornava del tutto.
«Cosa posso fare per lei?» domandò la voce femminile, facendo sobbalzare il resto dei presenti, escluso Tony. Calò il silenzio.
«Il resto dei versamenti, li hai analizzati?» chiesi, avanzando di qualche passo verso l'ologramma. Lo fissai, in cerca di qualche indizio.
«Perché avrebbe dovuto farlo?» chiese Tony, affiancandomi. Mi girai a guardarlo e poi capii, fu come l'accendersi di una lampadina nella mia testa.
«La lista di tutti i destinatari dei versamenti!» ordinai, autoritaria. L'ologramma scomparve per alcuni secondi, per poi riapparire con, questa volta, un diverso soggetto.
Una lunga lista apparve davanti ai nostri occhi, occupata principalmente da un semplice ed inimmaginabile nome che si susseguiva di volta in volta: CBFR, o meglio conosciuto come Centro di ricerche biologiche alimentari. Ci fu un attimo di stupore.
«E' come un trucco di magia...» sussurrai, mentre tutti si avvicinavano di qualche passo. Improvvisamente, era tutto terribilmente chiaro nella mia mente: ci aveva preso in giro.
«Ha concentrato la nostra attenzione su qualcos'altro.» esclamò Steve, esterrefatto. Restammo tutti in silenzio per un po', poi Tony si schiarì la gola.
«Friday, puoi darmi immagini aeree della struttura?» chiese, serio come non mai.
«Dobbiamo avvisare Nat.» disse Clint, alle mie spalle. Annuii con vigore e lui sparì oltre la porta, con un cellulare all'orecchio: io lo seguii con lo sguardo fino a quando potei e poi analizzai velocemente la stanza. Il mio sguardo incontrò quello di Bucky pochi attimi dopo: era rimasto in disparte, ad ascoltare la nostra conversazione con le braccia incrociate al petto e la schiena poggiata alla parete. Mi guardò per qualche secondo e poi puntò i suoi occhi su Steve, al mio fianco, ed io feci lo stesso: quest'ultimo ci stava fissando a sua volta, facendo saettare il suo sguardo da me a Bucky e viceversa.
«Impossibile, signore. Non è possibile avvicinarsi a quell'area.» la voce di Friday mi riportò al presente, ma non ci fu alcuna risposta da parte di Tony, ne di nessun altro. Un forte boato coprì ogni rumore e, prima che me ne accorgessi, mi ritrovai distesa sull'erba fredda, all'esterno dell'edificio, circondata da macerie. Sbattei svariate volte le palpebre e provai a capire cos'era successo: mi tirai su per metà, rantolai per il dolore alla gamba destra e tossii, perché la polvere mi era entrata in bocca. Sbattei svariate volte le palpebre e mi mancò il fiato quando riuscii a mettere a fuoco l'immagine che avevo davanti: il laboratorio era stato raso al suolo per metà, le macerie erano sparse per il giardino e il tetto era crollato verso l'interno della stanza, distruggendo le attrezzature e ricoprendo quel che restava del pavimento. Alcuni punti del giardino erano anneriti dalle fiamme, che si erano estinte. Mi alzai, zoppicante, e mi avvicinai all'edificio: com'ero finita così lontana? Wanda mi si avvicinò zoppicante, sbucando dall'interno dell'edificio.
«Stai bene?» chiesi, preoccupata. Lei annuì ed indicò la struttura alle sue spalle.
«Devi aiutarmi, gli altri sono dentro.» disse e, insieme, ci precipitammo verso le macerie. Lei ne spostò alcune utilizzando i suoi poteri, poi un'enorme masso, alle mie spalle, volò di qualche metro verso il giardino e Bucky si tirò su tenendosi il braccio destro con quello sinistro.
«Stai bene?» chiesi, avvicinandomi velocemente. Tossì e poi fece incontrare i nostri sguardi, annuì appena e mi accarezzò leggermente una guancia con la mano meccanica. Il freddo del suo tocco, in netto contrasto col calore della mia pelle, mi riportò brevemente alla realtà.
«Sei ferita.» constatò, esaminando il mio viso. Liquidai la questione con un gesto della mano, poi un colpo di tosse fece girare entrambi verso un piccolo cumulo di macerie, non troppo grosse.
«Un aiutino?» chiese quello che mi sembrò Clint. Ci avvicinammo velocemente e spostammo, con molta cautela, i piccoli massi che ricoprivano lui e Sam, privo di sensi.
«Dove sono Steve, Tony e Visione?» chiesi, inarcando un sopracciglio. Wanda indicò il bosco poco lontano dove tre figure erano appena sbucate dagli alberi, avviandosi nella nostra direzione.
«Come state?» chiese Wanda, non appena i tre furono abbastanza vicini da riconoscerli. Steve si passò una mano tra i capelli, Tony alzò gli occhi al cielo e Visione si schiarì leggermente la gola.
«Bene, più o meno. Voi, invece?» domandò Tony, facendosi strada tra le macerie. Ispezionò con un veloce sguardo il laboratorio e sospirò, spazientito.
«Bene. Ma dove diavolo eravate?» chiesi, curiosa.
«Abbiamo seguito due figure nel bosco, ma le abbiamo perse. Pensiamo appartenessero al gruppo che ha attaccato la Stark Tower, ma questa volta uno dei due era molto... veloce.» spiegò Steve, velocemente. Wanda, al mio fianco, si gelò.
«Veloce come?» chiese, quasi in un sussurro. Non capii quel suo repentino cambio d'umore, ne lo sguardo che si scambiarono Steve e Tony.
Ci fu qualche secondo di silenzio.
«Veloce come Pietro, forse di più.»
STAI LEGGENDO
Soldier. |Bucky Barnes/Avengers FanFiction|
FanfictionBucky non era l'unico. Altri esperimenti erano stati fatti, altri erano venuti dopo di lui, ma nessuno di quelli era sopravvissuto. Col passare del tempo, l'Hydra era stata totalmente smantellata e ogni documento era stato distrutto da Captain Amer...