"Goodmorning."

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Fui svegliata dai primi, timidi, raggi solari che interruppero il mio, agitato, sonno: mi ero svegliata più volte durante la notte, senza alcun apparente motivo.
Mi tirai su, sbadigliando rumorosamente, e dopo qualche attimo di tentennamento scalciai via le coperte e abbandonai il letto. Alzai le braccia sopra la testa, stiracchiandomi, e per un attimo persi l'equilibrio, poi controllai l'ora sulla sveglia che avevo sul comodino: segnava dieci minuti alle sette. Socchiusi lentamente la porta e, ancora a piedi scalzi, attraversai il corridoio diretta in cucina, per prepararmi una tazza di caffè. Arrivata lì, però, mi accorsi con sorpresa che la caraffa era già piena e ancora calda, quindi qualcuno era sveglio, chissà dove nel complesso: riempii una tazza quasi fino all'orlo e poggiai la schiena al lavabo, sorseggiando la bevanda ad occhi chiusi. Ero ancora in stato di fermo, per quanto riguardava gli allenamenti, quindi quella sarebbe stata l'ennesima, lunga, giornata passata senza far nulla. Qualcuno si schiarì la voce, facendomi sobbalzare appena e aprire gli occhi di scatto: Nat avanzava verso di me con un'espressione assonnata in viso, il pigiama stropicciato, i piedi scalzi ed i capelli spettinati, bella anche senza trucco e appena sveglia. Le sorrisi appena e riempii una tazza anche per lei, poi gliela allungai. Si sedette su uno dei sgabelli che circondavano l'isola e restammo in silenzio per un po', entrambe perse nei propri pensieri: i miei si concentravano sull'agente Morrison, che sarebbe arrivato al complesso quella sera. Mi chiedevo come avrebbe potuto aiutarmi a recuperare i miei ricordi, visto che nessuno c'era riuscito fino a quel momento, nemmeno io.
«Allora...» esclamò, all'improvviso, Nat, attirando il mio sguardo. Raggiunsi l'isola e mi sedetti proprio di fronte a lei, poggiando il mento su una mano.
«Si?» chiesi, prendendo un altro sorso di caffè. Lei abbasso lo sguardo sulla sua tazza, su cui era disegnata la faccia di Iron Man, e poi lo rialzò su di me.
«Come sono andate le cose durante la mia assenza?» domandò, sorridendo appena. Presi un profondo respiro e feci spallucce.
«Tutto bene. Sono riuscita a controllare, almeno in piccolissima parte, i miei poteri e mi sono procurata qualche livido di troppo. Sai com'è, le solite cose.» spiegai, spingendo via la tazza ormai vuota. Lei annuì, fece scivolare l'indice sul manico della tazza e morse appena il labbro inferiore, quasi in difficoltà. Dovetti trattenere una risata, perché vedere la rinomatissima vedova nera in difficoltà era davvero strano.
«Nessuna... novità?» domandò, facendo spallucce. Assottigliai lo sguardo e sorrisi, poi arricciai il naso.
«Cosa vuoi sapere, Nat?» chiesi e lei, in risposta, sospirò rumorosamente.
«Oh andiamo. Ho visto il modo in cui ti appoggiavi spensieratamente alla spalla di Bucky, ieri.» disse, provando a tenere la voce bassa. Quasi le scoppiai a ridere in faccia, perché tutta quella conversazione era un po' bizzarra.
«E allora?» chiesi, poggiando i gomiti sul ripiano lucido dell'isola. Lei portò la tazza alla bocca, nascondendo un mezzo sorriso, e fece spallucce.
«Niente. È soltanto una scelta un po' azzardata, ma se vogliamo essere sincere...» si sporse leggermente nella mia direzione ed io la imitai «è molto sexy.» sussurrò ed io non potei far altro che ridere, molto rumorosamente.
«Quindi è una cosa seria?» chiese, quando la mia risata scemò. Strabuzzai gli occhi a quella domanda, perché in realtà la situazione era davvero poco chiara anche a me. Lui mi piaceva, e nasconderlo a me stessa sarebbe stato inutile, ma non sapevo ben definire l'intensità dei miei sentimenti: attrazione? Interesse? E poi, non sapevo cosa lui pensava di tutta quella situazione. Certo, c'eravamo baciati più di una volta, lui si era aperto con me, ma definirla "una cosa seria" mi sembrava... avventato? Ero improvvisamente confusa.
«Cosa ci fate già sveglie così presto?» chiese una voce a me terribilmente familiare. Io e Nat ci girammo, contemporaneamente, verso la porta che dava accesso alla cucina e potei vedere, distintamente, la malizia nel veloce sguardo che mi lanciò prima di rispondere.
«Potrei farvi la stessa domanda.» disse, incrociando le braccia al petto, con fare scherzoso. Bucky e Steve ci fissavano un po' interdetti, entrambi in tenuta da missione.
«Dove state andando?» chiesi, continuando a sorseggiare il caffè, ormai freddo. Steve prese un profondo respiro ed entrò definitivamente nella stanza, versò un po' di caffè in una tazza con su dipinto il suo scudo ed io inarcai un sopracciglio.
«Prima di rispondermi, dimmi, avete per caso le tazze personalizzate?» chiesi, dando una veloce sbirciata a quella che avevo tra le mani, su cui erano dipinte numerose sfumature rosse. Steve mi guardò, guardò la sua tazza e poi quella in cui stava bevendo Nat, scoppiando in una fragorosa risata. Allungò un dito verso una tazza completamente bianca, senza nessun disegno, indicandomela.
«In realtà si, la tua è ancora in fase di lavorazione. In questo momento stai bevendo in quella di Wanda, Nat in quella di Tony. Non diteglielo, però, andrebbe in escandescenza.» spiegò, poggiando la schiena al lavabo, dove soltanto poco prima ero poggiata io. Improvvisamente, ero curiosa di vedere il resto delle tazze, così mi annotai mentalmente di andare a sbirciare il prima possibile.
«Per quanto riguarda la prima domanda, invece, una nave appartenente al governo è stata attaccata e derubata. Stiamo andando a dare un'occhiata, potrebbero essere gli stessi che hanno rubato le armi a Vektor. Almeno così potremmo scoprire se quel furto è reale o soltanto l'ennesima bugia da mettere nel mucchio.» spiegò ancora, riponendo la tazza ormai vuota nel lavandino. Annuii e lo imitai, gettando il resto del caffè, che freddo non mi piaceva così tanto, poi lo seguii con lo sguardo fino all'uscio, dove si fermò di fianco a Bucky. Feci scivolare lo sguardo su quest'ultimo che, quando si accorse che lo stavo guardando, mi sorrise appena. Mi accorsi che, stranamente, portava i capelli raccolti in un codino scomposto alla base della nuca; il suo viso era completamente esposto, di una bellezza che mi ricordava quella immortale delle statue. Puntai lo sguardo su Nat, che evidentemente aveva assistito a quella scena, perché alzò e abbassò le sopracciglia svariate volte, per poi concentrare la sua attenzione su Steve.
«Avete bisogno di una mano?» chiese, alzandosi e avvicinandosi ai due. Steve scosse il capo ed indicò Bucky con un cenno veloce del mento.
«Siamo già in due, di sicuro basteremo.» disse, poi diede le spalle ad entrambe ed uscì. Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Bucky avanzò di qualche passo nella mia direzione. Lo fissai un po' presa alla sprovvista mentre Nat, alle sue spalle, usciva silenziosamente dalla cucina con un'espressione divertita sul viso. Avevo un'improvvisa voglia di schiaffeggiarla.
«Non puoi ancora allenarti, lo so, ma questo pomeriggio vieni in palestra e mi raccomando, puntuale.» ordinò, incrociando le braccia al petto. Lo imitai e arricciai leggermente il naso.
«E perché?» chiesi, non aveva senso andarci se non potevo allenarmi. Lui, stupendomi, alzò gli occhi al cielo, una cosa che non gli avevo mai visto fare. Mai.
«Iniziamo il tuo addestramento alle armi, vediamo quali sono le più adatte per te.» spiegò, portando una mano alla fondina che teneva in vita. Annuii, un po' presa alla sprovvista, e lo guardai mentre si allontanava a grandi passi per raggiungere Steve, in attesa nel soggiorno. Si fermò a pochi centimetri dall'uscio, dandomi la schiena e poi, dopo esser rimasto fermo a il nulla, tornò verso di me. Non ebbi il tempo di chiedergli cosa stesse facendo perché, circondandomi la vita con un solo braccio, mi attirò verso di lui e mi baciò, dolcemente. Un semplice e breve sfioramento di labbra.
«Buongiorno...» sussurrò, restando a pochi centimetri dal mio viso. Gli sorrisi, improvvisamente felice come una bambina, e mi rilassai nella sua stretta.
«Buongiorno.» dissi, e lui mi lasciò andare. Mi sorrise e poi, dandomi le spalle, uscì dalla cucina. Sospirai rumorosamente e passai una mano tra i capelli, decisamente cresciuti dal mio arrivo al complesso.
Ero completamente fusa.

Soldier. |Bucky Barnes/Avengers FanFiction|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora