"What happen?"

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Le voci arrivavano ovattate alle mie orecchie mentre, con sguardo perso nel vuoto, me ne stavo seduta a pensare. Quel Nick aveva detto che mi avevano trovata, che quell'attacco al laboratorio era successo per colpa mia e probabilmente aveva ragione, dovevo andarmene, ma se una parte di me era d'accordo con questa decisione, l'altra urlava a squarciagola di restare, che stavo per buttarmi in una strada senza ritorno, in un vicolo ceco. Qualcuno s'inginocchio davanti a me ma non riuscii a mettere a fuoco nessuna immagine, ancora confusa e probabilmente sotto shock, poi riconobbi il freddo del metallo a contatto con la mia guancia mentre, con gesti gentili, una ciocca di capelli veniva portata dietro l'orecchio. Sbattei svariate volte le palpebre e misi a fuoco il viso di Bucky, che mi guardava preoccupato, inginocchiato davanti a me senza tener troppo conto degli sguardi confusi e curiosi del presenti. All'improvviso intorno a me tornò tutto abbastanza chiaro: Tony continuava a sussurrare qualcosa tra se e se, coinvolgendo ogni tanto anche Steve, mentre Visione aveva stretto tra le sue braccia Wanda, stupendomi.
«Che ti passa per la testa?» chiese, piegando leggermente il capo di lato. Asciugai velocemente una lacrima solitaria che scivolava sulla mia guancia, nemmeno mi ero accorta di star piangendo, e mi schiarii la voce, incontrando subito dopo i suoi occhi chiari.
«Forse...» sussurrai, ma prima che potessi continuare lui scosse il capo, sospirando pesantemente.
«Non pensarci nemmeno, Beth. Neanche per un secondo, sono stato abbastanza chiaro?» domandò. La mascella gli si contrasse ma, nonostante ciò, mi accarezzò dolcemente la guancia facendo scivolare lo sguardo su ogni centimetro del mio viso, come se fossi qualcosa di prezioso, come se volesse imprimere la mia immagine nella sua mente. Fui tentata di baciarlo lì, davanti a tutti, senza preoccuparmi delle domande che sarebbero venute dopo, ne dei commenti.
Qualcuno si schiarì la voce, attirando l'attenzione di entrambi: Tony allargò le braccia e alzò un sopracciglio, confuso.
«Che diavolo sta succedendo?» chiese, gettando poi una veloce occhiata a Steve che, di rimando, guardò Wanda. Lei guardò Visione, che si girò a guardare Bucky, ed io dovetti trattenere una risata, perché non mi sembrava proprio il momento e perché era stata una scena decisamente esilarante.
«Veramente dovrei essere io a chiederlo!» esclamò una voce femminile, che conoscevo fin troppo bene. Portammo tutti l'attenzione sull'uscio della porta che dava al corridoio dove Nat, in compagnia di Sam, Clint e un uomo che non conoscevo, se ne stava a braccia incrociate.
«Nat!» quasi urlai, alzandomi di scatto e raggiungendola a passi veloci. Lei mi abbracciò di slancio, stringendomi fino a togliermi il respiro, e poi mi baciò la fronte, come una mamma. Era stata via per un tempo infinitamente lungo e mi era mancata come l'aria, me ne rendevo conto solo in quel momento.
«Hai qualche ora di tempo?» domandò Tony, con fare ironico, alzando gli occhi al cielo. Risi appena, poi puntai lo sguardo prima su Clint e poi su Sam, felice che anche loro stessero bene, dopo l'esplosione. Sorrisi e strinsi entrambi in un unico abbraccio che li fece ridere, poi concentrai la mia attenzione sullo sconosciuto, che inforcò dei sottili occhiali da vista.
«Dottor Banner.» salutò Steve, avvicinandosi di qualche passo. Gli rifilò una leggera pacca sulla spalla e gli sorrise; un sorriso che fu lievemente ricambiato dall'uomo, che dondolò sui talloni per... l'imbarazzo? Non sapevo dirlo.
Allungai una mano nella sua direzione e gli sorrisi, perché se era lì doveva pur essere qualcuno d'importante.
«Elizabeth.» mi presentai e lui strinse la mano con una forza che non mi aspettavo.
«Bruce Banner.» rispose, sorridendomi a labbra strette.
«Più comunemente noto come Hulk...» sussurrò Tony alle mie spalle, beccandosi un'occhiataccia dalla maggior parte dei presenti, me compresa.
Tony si schiarì la gola, in evidente imbarazzo, e alzò gli occhi al cielo per non perdere il solito atteggiamento.
«Da dove vuoi che inizi?» chiese, ed io tornai a sedermi sul divano. Bucky si sedette al mio fianco ed allungò un braccio sullo schienale, con le dita accarezzò dolcemente la mia spalla ed io presi un lungo respiro di sollievo, avvicinandomi di più a lui. Averlo lì, al mio fianco, mentre Tony snocciolava la situazione a Nat e a Bruce, fu un sostegno enorme per me e per i miei poveri nervi, ma, sopratutto, fece battere così forte il mio cuore che, per un momento, il rumore superò tutte le voci, ovattandole alle mie orecchie.

Soldier. |Bucky Barnes/Avengers FanFiction|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora