[Stefano]
Spengo questa sigaretta, ormai finita, prima di rientrare in casa. Sono un po' agitato per mamma. Entro in casa e subito vedo gli occhi di mamma che non appena mi notano mi guardano felici. Si alza dal divano e corre ad abbracciarmi. Era da tanto che non lo faceva.
Mamma: Ste! Come stai a mamma?
Dice staccandosi e guardandomi
Io: bene mamma, sto bene
Dico spostandomi forse un po' troppo freddo per poi andare in camera mia.
Mamma: Ste.. stai un po' con me
Dice seguendomi
Mamma: devo parlarti
Mi butto sul letto e mamma viene rimanendo alla porta. Mi guarda.
Mamma: mi dispiace Ste..
Io: mamma lasciami fare
Dico alzandomi nuovamente per prendere le cuffie
Mamma: Ste sono seria
Mi spiega entrando in camera e io mi fermo lì in piedi.
Mamma: mi dispiace, non pensavo che potessi starci così male, te come tua sorella o Davide
La guardo forse un po' deluso
Io: il fatto che manco ci avevi pensato mi fa stare ancora peggio
Sospira
Mamma: provavo rancore per tuo padre, così tanto, che non mi stavo accorgendo di voi.. ma ora ho capito, davvero
Mi guarda
Mamma: gli ho chiesto il divorzio
Sussulto guardandola
Mamma: ho trovato già in affitto un appartamento qua vicino, tempo di sistemare le cose e vado. Per Davide ci faremo qualche giorno per uno e tu e Ade, che ormai siete grandi, avrete sempre la porta aperta. Quando volete.
Ha gli occhi lucidi e forse sta facendo fatica a trattenersi.
Mamma: mi dispiace tanto se siamo arrivati fino a qui, ma hai ragione. Non è giusto portare ogni giorno rancore qua per sforzarci a stare insieme quando invece non funziona..
Io: papà che ha detto?
Mamma: inizialmente si è un po' arrabbiato, poi però ha abbassato tutti i muri cercando di capire la vostra situazione.
Annuisco.
Mamma: mi abbracci?
Capisco quanto può starci male anche lei e io, tra i miei tre fratelli, sono quello più grande. Le sorrido e poi l'abbraccio.
Mamma: tesoro mio
Mi sistema i capelli, leggermente arruffati.
Mamma: almeno io provo a farvi stare meglio, okay?
Annuisco
Mamma: ma vedrai con calma capirà anche papà, non è stronzo. È stressato, un po' con me, solo che lui è tanto orgoglioso
Lo so bene come è fatto papà, e a volte mi ci rispecchio.
Io: a me va bene tutto ma', l'unica cosa che vi chiedo è più tranquillità e un'altra cosa, non fatemi più incazzare quando decidete sul mio futuro! So quanto a te piacerebbe che continuassi con gli studi e so quanto a lui piacerebbe che lo aiutassi con l'azienda, però sono così tanto nervoso ultimamente che ancora non so cosa fare dopo la maturità.
Rispondo sinceramente e lei mi guarda per poi annuire.
Io: pensate per una volta allo stare bene, non alla carriera o ai soldi..
Mamma: va bene a mamma, ci provo, te lo prometto
Sospiro
Mamma: a scuola stai bene?
Scrollo le spalle
Io: apparte alcuni prof stronzi ma si, sto iniziando ad impegnarmi
Mamma: bravo a mamma, prossima settimana, prima che inizino le feste di Natale, vado ai ricevimenti
Sussulto, cosa, vedrà Emma? Conoscerà Emma?
Io: per sentirti dire le solite cose?
Dico schietto
Mamma: no Ste, perché io non credo che tu sia arrogante e scontroso come è stato scritto in quella lettera.
Ma è mia mamma questa che parla? Davvero è bastata quella scena che ho fatto ieri sera? Probabilmente si, perché finalmente sono riuscito a sfogarmi con loro. Sono sempre stato zitto a subire le loro urla e i loro stupidi litigi.
Io: un po' lo sono stato mamma
Dico sincero
Mamma: okay, ma ci sono motivi e motivi Ste, tu non sei fatto in quel modo, Te lo assicuro e da questa situazione di famiglia ho capito quanto tu possa essere sensibile[Emma]
Sto bene e sono felice. Entro in classe sua posando il mio zaino sulla cattedra mentre i ragazzi si alzano con il loro solito "Buongiorno". Lo vedo che mi sorride, oggi è rilassato.
Io: ho riportato i compiti
Ecco, ora lo è un po' meno e a me viene da sorridere vedendo che quasi prega per il voto.
Afferro il fascicolo dei compiti consegnandoli uno ad uno. Il minimo voto in questo compito è stato un 4, e non è il suo, bensì è di Marantino. Eccolo, il suo compito. Mi avvicino a lui e poso il suo compito sul suo banco e non appena vede quel 7- in rosso fa una scenata assurda. Sgrana gli occhi, mi guarda e riguarda nuovamente il compito.
Ste: porca troia non è possibile
Ride e continua a guardare quel compito.
Andrea: DeMa quanto?
Chiede il suo amico seduto dall'altra parte della classe
Ste: se te lo dico non ci credi
Andrea: eh ja
Io riprendo a consegnare i compiti.
Ste: 7 meno andre, giuro che oggi faccio un festino a casa mia e siete tutti invitati
La classe ride e io anche. Torno a sedere dietro la cattedra.
Io: ragazzi controllate gli errori, vi do 10 minuti di tempo, se non vi torna qualcosa venite da me e mi chiedete.
Fanno come dicono e già c'è qualcuno che si alza e viene da me. Spiego gli errori e i motivi. Ecco che arriva lui.
Mi sorride, è davvero felice.
Io: hai domande De Martino?
Ste: nono, consegno direttamente perché questo compito è sacro, se potessi prof, domani la sposerei
Rido di cuore
Io: De Martino ora non esageriamo, è un voto. Vediamo di continuare così fino alla fine dell'anno eh
Annuisce e gli sorrido. Bussano alla porta
Io: avanti
Il professore di educazione fisica si fa avanti, è il prof Edoardo Tirano. Mi da sempre un sacco di attenzioni, quando mi offre il caffè, quando viene a parlarmi. È un ragazzo di appena 32 anni e insegna anche in classe di Stefano.
Edo: Ciao Emma! Posso fare una comunicazione alla classe?
Io: certo, prego
Stefano rimane affiancato a me
Edo: domani non portare l'occorrente per educazione fisica perché faremo teoria
Tutti sbuffano
Edo: eh ragazzi per forza! Qualcosa dovremo pur fare
Edo: e poi questo, bellissima, è per te
Dice posando un caffè sulla cattedra. Stefano lo fulmina con lo sguardo.
Io: grazie mille Edoardo!
Dico ringraziandolo. Edo si avvicina a me come per volermi parlare e Ste si fa leggermente da parte.
Edo: dopo, durante l'intervallo, te sei di sorveglianza fuori?
Io: sisi!
Edo: ecco allora in cortile fermati all'ingresso, che io devo controllare li e voglio parlarti
Lo guardo titubante e lui mi fa l'occhiolino
Ste: si prof, però se si spostasse potrei capire gli errori del compito
Mi mordo un labbro mentre Stefano guarda quasi con sfida Edoardo.
Edo: va beh Emma, se Stefano vuole davvero capire i suoi errori allora esco di classe!
Rido, semplicemente perché non so come rispondere. Saluta me, i ragazzi, e poi esce.
Ste: simpatico quanto un dito su per il culo.
Sussurra affiancandosi nuovamente a me. Lo guardo. Oddio ma fa sul serio? È geloso? Sorrido
Io: non ti preoccupare
Dico sottolinenando la frase sperando di fargli capire quello che intendo, e poi continuo
Io: perché comunque hai fatto errori abbastanza banali, tra cui segni, calcoli e qualche imprecisione
Ste: va bene prof, grazie
Gli sorrido e torna a sedere.
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É più forte di noi
FanfictionCapita che a volte sei costretta a decidere. Io non voglio decidere, odio decidere. Amo l'amore quanto amo il mio lavoro. Sono in bilico. Si può mai provare qualcosa di così forte? Per me si e l'ho provato sulla mia stessa pelle. Leggete la mia sto...