21.

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Ti preparasti per l'incontro: eri abbastanza nervosa, ti sudavano le mani e, dal momento che la sfortuna sembrava seguirti ovunque, temevi di inciampare sui tuoi stessi piedi.

Una volta pronta ti dirigesti verso il bar prestabilito. Il cuore ti batteva all'impazzata e aumentava sempre di più mano a mano che ti avvicinavi al luogo dell'incontro.

Jungkook aveva già preso posto in un tavolino verso l'angolo del bar, nascosto leggermente da una pianta abbastanza grande. Stava sorseggiando un caffé mentre faceva dondolare su e giù le ginocchia sotto al tavolo a causa dall'ansia.

Ti avvicinasti e ti sedesti senza dire una parola. Lui alzò lo sguardo solo per incontrare il tuo, poi appoggiò la tazzina sul piattino apposito. Nel bar non c'erano molte persone a quell'ora, poiché la maggior parte preferiva pranzare a casa propria invece che fermarsi lì. Ciò era a vostro favore, dato che entrambi volevate un po' di privacy.

"Ciao" ti salutò lui.

"Ehi..." la tua voce era quasi un sussurro a causa dell'imbarazzo.

"Ti devo parlare"

"Sì, me lo hai detto"

Un cameriere si presentò al vostro tavolo e prese solo il tuo ordine poiché Jungkook aveva già bevuto il suo caffé. Provasti a chiedergli di prendere qualcosa da mangiare, ma lui rifiutò.

"Da dove cominciare..." abbassò lo sguardo verso le sue mani, che continuava a torturare.

"È così grave?" domandasti. Lui scosse la testa mostrandoti anche un piccolo sorriso che aveva un che di malinconico.

"Oh, no... a dire il vero è una delle mie gioie più grandi"

"Allora dimmi, ti ascolto" ti sistemasti meglio sulla sedia: eri pronta a sentire ciò che voleva dirti. O almeno, credevi di esserlo.

"Ho solo paura che tu possa cambiare opinione su di me..."

"Non accadrà. Mi hai salvato la vita, Jungkook. Ti sarò per sempre devota per questo" d'istinto allungasti una mano e afferrasti la sua. Era la prima volta che facevi un gesto simile in modo così naturale con qualcuno.

"Y/N... i-io..." balbettò. Prese un respiro profondo, poi disse:"Ho un figlio di nome Jimin. Ha tre anni... io e la madre abbiamo chiuso tre mesi dopo la sua nascita. Ogni tanto vado a trovarli, ma solo perché voglio vedere mio figlio. Tengo molto a lui... è l'unica certezza che ho" mentre parlava di questo Jimin, gli occhi dell'agente sembravano brillare.

Inizialmente fu un duro colpo; quindi Jungkook aveva già vuto un figlio con un'altra donna? Era questo ciò a cui si riferiva Jin, quando ti aveva detto di non fidarti?

"So che è uno shock, di sicuro non te lo aspettavi"

"In realtà mi sto chiedendo perché me lo hai detto" dicesti tu, raddrizzando la schiena.

"Perché voglio approfondire la nostra conoscenza. E poi so che la base di una relazione solida è composta dalla fiducia e dalla sincerità. Per questo ho deciso di dirti subito di Jimin"

"Perché mi sembra che tu dia per scontato che tu mi piaccia?" un sorrisetto si formò sulle tue labbra.

Jungkook alzò un sopracciglio e appoggiò entrambi i gomiti sul tavolino. "Beh, vorresti negarlo? Lo ha notato perfino questa pianta qui" le tue guance assunsero in colore rossastro e la gola divenne improvvisamente secca. Sapevi che aveva ragione.

"Chi tace acconsente. Sei cotta di me, tanto quanto io lo sono di te" il cameriere arrivò con il tuo toast e lo appoggiò davanti a te.

Con quale naturalezza aveva detto quella frase, mh? Già, parecchia, forse troppa. Ciò destò dei sospetti dentro di te, ma non volevi pensarci in quel momento. Volevi solo goderti quel tempo con Jungkook.

Così l'incontro procedette in modo abbastanza tranquillo: lui ti parlava di Jimin, mentre tu lo ascoltavi in silenzio e ogni tanto ridevi o prendevi un morso dal toast. Era piacevole parlare con lui, ti faceva stare bene, ti sentivi libera da tutto e provavi un senso di pace.

Jungkook piaceva a te, tu piacevi a Jungkook.

...ma era solo quello ciò che l'agente ti nascondeva o c'era dell'altro?

FBI man knowing me || Jungkook × ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora