- Sai passerotto, sapevo saresti tornata – affermò facendola sobbalzare. La ragazza spostò lo sguardo su di lui, sorpresa – Come? – chiese in un sospiro appena udibile. Lui sghignazzò con scherno – Davvero pensavi ti avessi scelta a caso? Se avessi minacciato in quel modo una qualsiasi altra donna sarebbe andata direttamente dalla polizia e io sarei finito in manette in men che non si dica, ma tu no, tu ti sei lasciata calpestare a mio piacimento senza opporre la minima resistenza, come lo schifo di persona quale sei. – la giovane sobbalzò nuovamente a quelle offese tornando a guardare il pavimento di marmo.
Quindi lui aveva capito subito che in lei c'era qualcosa che non andava. Che stupida era stata! Come aveva fatto a non accorgersi che il comportamento che aveva era totalmente anormale?! Aveva persino pianto all'idea di perderlo! Come aveva fatto a sembrarle un ragionamento sensato? Era un fottuto sociopatico che si divertiva a prenderla a pugni!
- Ovviamente, considerando le tue capacità intellettive, non mi stupisce che ti ci siano voluti anni per capire che quelle poche rotelle che hai in testa girano nel verso sbagliato – continuò sogghignando.
- Non è che le tue girino proprio nel senso giusto, non ti sembra? – scattò lei sputando veleno, ma pentendosi di quello che aveva detto nello stesso momento in cui l'ultima parola aveva lasciato le sue labbra. Cominciò a tremare di terrore mentre i suoi occhi spalancati non lasciavo quelli di lui. Non sapeva cosa le era preso.
Invece di arrabbiarsi Keeran scoppiò a ridere, per poi zittirsi mentre un ghigno sadico si disegnava sul suo volto – Ma guardati, quanto sei patetica. Sei così smaniosa di ricevere la tua dose di dolore che mi provochi, andando contro ogni briciolo di istinto di autoconservazione che dovresti avere – la ragazza spalancò maggiormente gli occhi, riconoscendo in quelle parole la verità che non aveva ancora il coraggio di ammettere totalmente – Sei proprio una drogata – ringhiò con disprezzo.
A quelle parole lei sorrise, sorprendendolo – Hai ragione – disse guardandolo dritto negli occhi, mentre un cipiglio leggermente confuso gli adornava il viso – sono una drogata. Una drogata completamente fuori di testa che preferisce uno schiaffo ad una dose di eroina. Che schifo – sentenziò storcendo la bocca e rimanendo con un sorriso amaro sulle labbra.
Lui la osservò per qualche secondo in silenzio – Spogliati – sentenziò, non lasciando possibilità di appello.
Lei lo guardò sorpresa mentre le sue guance si imporporavano – non farmelo ripetere – la minacciò. Lei deglutì e prendendo il coraggio a piene mani cominciò a togliersi la giacca con movimenti lenti, ma non insicuri, una sorta di pace fittizia si era annidata nella sua mente, permettendole di non pensare troppo a ciò che stava facendo. La calma prima della tempesta.
Fece cadere a terra disordinatamente il cappotto, per poi cominciare a slacciare i bottoni della camicia, lasciandola poi scivolare giù. Il reggiseno nero risaltava sulla sua pelle candida, rendendola quasi opalescente. Si sfilò scarpe e calzini con gesti rapidi per poi passare alla cintura. L'uomo la fissava attento, bevendo ogni suo movimento come un alcolizzato si scola l'ultima bottiglia di vino. La vide aprire la cerniera dei pantaloni e lasciarli cadere con un paio di colpi d'anca.
La giovane si attorcigliò le dita delle mani, sentendosi esposta a quello sguardo indagatore, imbarazzandosi non tanto per la sua quasi nudità, dato che lui era più spoglio di lei, ma più per le condizioni pietose in cui versava il suo corpo. Lo vide soffermare lo sguardo sul suo interno coscia – Vedo che ti sei data da fare in mia assenza – commentò alzandosi in piedi e girandole intorno, come farebbe un leone con una gazzella – ti sei tagliata, sei dimagrita parecchio, hai degli squarci sulle braccia, cos'è successo? Di chi avevi paura? Oh... - le sussurrò in un orecchio – forse hai preso una dose sbagliata di qualcosa. Sbaglio? – chiese retorico, rivelandole senza troppi mezzi termini che l'aveva tenuta d'occhio anche nel periodo in cui non l'aveva più contattata.
Era parecchio ottuso nei suoi confronti per essere uno che cerca solo qualcuno da pestare a sangue.
Forse le pazze psicotiche sono difficili da trovare.
- Sai bene cos'è successo – sussurrò lei
- Certo che lo so piccola, ti ho tenuta sotto controllo per tutto il tempo. Aspettavo solo il momento in cui ti saresti resa conto di non poter vivere senza di me – affermò presuntuosamente, appoggiandole le grandi mani sulle spalle.
- In realtà mi basta qualcuno che mi faccia del male, non sei necessario proprio tu – commentò secca, portandosi nuovamente una mano alla bocca, allucinata da quello che stava facendo.
- Ma sentitela, sembra che il tuo vero carattere stia finalmente uscendo allo scoperto – ridacchiò lui malvagiamente, per poi afferrarle il mento e voltarle forzatamente la faccia verso di sé – Ma attento passerotto – disse portando il viso a pochi centimetri dal suo, facendole sentire il suo fiato caldo – tu sei solo mia, azzardati ad andare da qualcun altro e giuro che ti ammazzo – ringhiò con uno sguardo leggermente allucinato. C'era poco di sano in quell'uomo.
La giovane annuì terrorizzata, non riuscendo a fare altro. Lo vide allontanarsi di mezzo passo e sollevare fulmineamente il braccio destro, colpendola con un manrovescio che la scaraventò a terra.
La testa le pulsava, tutto il lato destro del suo viso bruciava come se lo avesse appoggiato su un barbecue, mentre un liquido denso cominciava a bagnarle le labbra. Si appoggiò a fatica su di un gomito, tentando di far smettere la sua testa di girare. Si passò un braccio sul viso, sporcandolo del sangue che le usciva dal naso.
Non aveva paura. Solitamente, ogni volta che veniva colpita, la prima cosa che sentiva era paura e poi dolore. Ma questa volta era stato diverso. Quel colpo sembrava aver messo ordine al suo mondo, silenziando tutte quelle voci che le volevano far credere che ciò che voleva era sbagliato. Tutto sembrava essere finalmente andando al suo posto, chiarendole le idee. La sensazione che provava la rese così euforica da farla balzare in piedi, non curante dei giramenti di testa che quasi la fecero cadere. Sentiva un fuoco bruciarle dentro che non credeva di possedere.
I suoi occhi spalancati andarono ad incontrare quelli di lui, che nel frattempo si era riaccomodato sul divano. Lo fissò intensamente, sentendo il battito aumentarle e il fiato farsi corto. Lei lo voleva. Voleva il dolore che lui poteva darle. Tutto quello che sarebbe riuscito ad infliggerle. Lo desiderava. Lo bramava. Lo smaniava. Le veniva l'acquolina in bocca al solo pensiero di ricevere un pugno. E le gambe le tremavano all'idea di venire calciata nello stomaco. Lei ne aveva bisogno. Le serviva come le serviva l'ossigeno. E avrebbe fatto tutto pur di ottenerlo. Tutto.
Lui sembrò aver percepito il suo mutamento e sorrise soddisfatto, facendole segno con l'indice di avvicinarsi. Lei lo fece. – In ginocchio – ordinò aprendo le gambe, lei lo osservò per mezzo secondo, passandosi la lingua sulle labbra, intuendo cosa sarebbe successo da lì a breve. Appoggiò le ginocchia a terra, proprio di fronte al rigonfiamento che andava facendosi sempre più grande sotto l'asciugamano. Prima che potesse accorgersene lui la prese per il collo, stringendo senza rimorsi, facendole oscurare immediatamente la vista, mentre dei brividi di piacere le si irradiavano per tutto il corpo.
Lui osservò come le sue gote si arrossavano e come la bocca le si apriva alla ricerca d'aria, emettendo dei flebili singulti, poi spostò l'attenzione verso i suoi occhi da cerbiatto e strinse maggiormente la presa vedendoli inumidirsi. Con l'altra mano le sganciò e sfilò il reggiseno, per poi mollare anche la presa sul suo collo. La ragazza cominciò a tossire mentre lacrime le rigavano le guance.
L'uomo le mise un dito sotto il mento facendole alzare il viso, permettendogli di osservare il petto di lei, il seno che si muoveva scosso dai singulti della cassa toracica che cercava ancora di normalizzare il respiro. Si passò la lingua sulle labbra famelico, per poi spostare l'attenzione al viso di lei – Succhia – ordinò secco, lasciando a lei il compito di capire cosa.
Suilejade
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Dimmi la verità
Mystère / ThrillerLa sua vita sarebbe rimasta una vita normale se non lo avesse incontrato. Ma poi è arrivato lui, lui che si è prepotentemente ricavato un posto nella sua esistenza e vi ha costruito la sua dimora, intenzionato a rimanerci. Ma per lei sarebbe stato m...