Tredicesimo capitolo

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Tredicesimo capitolo

Ritornare ad Hogwarts non era nei piani per lui. Rimettere piede lì, dove per sette anni era stato così felice ma allo stesso tempo il posto in cui l'evento più brutto della sua vita l'aveva cambiato, lo faceva sentire a disagio, come se un secchio d'acqua gelida gli fosse caduto addosso e non fosse stato avvertito.
In ogni singolo corridoio, in ogni singolo angolo di quell'enorme castello, non faceva altro che vedere se stesso e il suo gemello mentre ne combinavano una delle loro, mentre con i libri in borsa correvano alla prossima lezione attraverso i passaggi segreti.
"George" quello di Lucy fu un richiamo calmo, dolce. In un attimo tutto ciò che aveva rivisto si smaterializzò dinanzi ai suoi occhi, sparendo del tutto. l'unica cosa che vedeva era il viso della ragazza che lo guardava preoccupata "Tutto bene?" chiese lei successivamente.
Dal suo tono di voce poteva percepira la preoccupazione, in poco tempo George aveva capito che la ragazza non era per niente brava a mascherare le emozioni... o era lui che comprendeva facilmente tutto ciò che provava?
Si era ritrovato varie volte a scrutarla, a volerla comprendere. Lei era così simile a lui.
"Sì, tranquilla, ero solo perso nei ricordi" soffiò appena abbassando lo sguardo, lei cercando di infondergli coraggio gli sorrise  poggiandogli una mano sul braccio "Ti prego di non tenerti tutto dentro" e lui sorrise sarcastico "Ti prego di non fare quella pazzia" sussurrò infine lui, seguendo il resto delle persone arrivate con loro in quel castello.
"Sai che non posso evitarlo, cosa faresti se fossi al posto mio?"  la ragazza corse dietro di lui che con grandi falcate - Lucy riusciva a ricoprire l'intero passo di George con tre dei suoi - guardandolo con aria severa e decisa.
Non le rispose, continuando a camminare silenzioso e con lo sguardo fisso davanti a lui.
Ovvio che avrebbe fatto la stessa cosa, ma lui voleva trovare un'altra soluzione. Lui non voleva che un'altra disgrazia capitasse a quella famiglia e non voleva che una persona come Lucy se ne andasse dalla sua vita.
Perché lui l'aveva capito che lei era più di una semplice amicizia, aveva stretto con lei un legame speciale e questa triste - ed orrenda - avventura li aveva avvicinati; dopo tanto tempo aveva iniziato a sentirsi di nuovo vivo... anche se non completo.
Era riuscito a provare qualcosa oltre l'infinita tristezza e la rabbia tremenda che avvertiva ogni singolo giorno da quel due maggio.
Quella pesantezza sul cuore stava via via scemando, fino a sparire; fino a farlo sentire più leggero.
"So che avete tutti paura, ma vedrete che andrà tutto bene" il sorriso che Lucy aveva sulle labbra in quel momento quasi glielo fece credere, ma qualcosa nel profondo gli faceva dubitare di tutto: doveva trovare una soluzione, prima che quel momento arrivasse.
Continuò a camminare, con la testa altrove mentre alcune delle persone lì con lui gli parlavano. Guardò Michael, il viso contorto in una smorfia amareggiata e il luccichio dei suoi occhi blu gli fece capire che non si sarebbe arreso. Neanche lui si sarebbe arreso.
"Michael" lo chiamò, pronto ad ideare un qualcosa capace di fermare quell'idea delirante dalla mente dei presenti "Dobbiamo parlare" e, con una scusa, entrambi si allontanarono sotto lo sguardo indagatore di Lucy.

"Non mi piace, non voglio perdere nessuna delle due, ma Lucy è una testa dura. Ha preso la sua decisione ed è diventata irremovibile" soffiò sconsolato il ragazzo, spolverando uno dei banchi e sedendocisi sopra: quanti ricordi evocavano quei posti così tetri e così lontani dalle aule principali.
"L'unico modo sarebbe far aprire il varco e buttarci Dolohov dentro, lasciandolo nell'oblio" suggerì George, compiendo gli stessi gesti di Michael "Ma potrebbe riuscire a fuggirne, trovare un altro strange di quell'epoca e rovinare lo stesso tutto, e poi..."
"E poi?"
"Senza Lucy non si può attraversare il varco"
"Maledizione" urlò alzandosi e dando un calcio ad una sedia con precario equilibrio, cosa dovevano fare?
Cosa doveva fare?
Non era giusto che a causa dei Mangiamorte la famiglia di Lucy provasse un altro dolore simile, non era giusto che lui, che aveva appena trovato un po' di pace, ricadesse nello scroscio continuo del dolore e delle lacrime.
"Andrò con lei" disse poi, girandosi, alzandosi le maniche della camicia che indossava "Cosa?"
"L'unico modo per attraversarlo è con Lucy, giusto? Bene, andrò con lei e la spingerò fuori al momento opportuno"
"E tu? Cosa farai tu?" la preoccupazione di Michael era percepibile dalla sua voce, ma a confermarlo furono i suoi occhi chiari: perché in quella famiglia erano tutti così bravi di leggere?
Che fosse una loro caratteristica quella di far percepire le loro emozioni e le loro paure?
"M'inventerò qualcosa al momento" e mentì, ancora, per tranquillizzare l'espressione del ragazzo.
Ci avrebbe pensato, sì, ma finire nell'oblio ed essere dimenticato non gli sembrava una cosa tanto brutta.
"Andiamo, prima che ci vengano a cercare"

"Muoviti marmocchia" la voce dura dell'uomo fece tremare la bambina che, con una spinta, si ritrovò stesa a terra sporca di polvere.
Ritornare tra le rovine di quel castello riempiva Antonin d'orgoglio: avevano lasciato un grande segno e, con il ritorno del Signore Oscuro, neanche le macerie sarebbero rimaste di quel posto.
Sapeva che il Signore Oscuro aveva molte risorse e aveva previsto anche questo lasciando a tutti loro un compito fondametale: rintracciare la famiglia di maghi collegata al tempo.
Non ci aveva messo molto, avendo già molte informazioni dalla sua parte, solo qualche mese di ricerca visto il trambusto causato dalla fine della guerra.
Diede un calcio un piccolo sasso, facente parte delle torri crollate del castello. Era pronto, a tutto, anche a perdere la vita se necessario.
La collana al collo della bambina si illuminò nuovamente, segno che la piccola stesse provando emozioni forti.
Procedette fino alla Sala Grande, a quanto pare era stata rimessa in sesto molto velocemente.
"Fermo!" urlò una voce, entrando dalla porta posto alle spalle del tavolo degli insengnati, sul viso gli nacque prima un'espressione sorpresa che poi passò ad un sorriso.
"Lucinda Strange, sei venuta per...?" la ragazza abbassò la bacchetta a quelle parole "Per scambiarmi con mia sorella, Sophie"

Nell'immagine sopra c'è il mio avatar del
nuovo gioco di HP.
E non è altri che la nostra Lucy Strange!
E voi? Ci state giocando?

Le cicatrici del cuore - George Weasley Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora