Terzo Capitolo
Diagon Alley gli era sempre sembrato un luogo allegro, così come le vetrine dei negozi e i bambini che in procinto dell'inizio dell'anno scolastico vi si ammassavano dinanzi.
Peccato che dopo la guerra anche quelle stradine tutte colorate e chiassose non gli sembravano più le stesse. Riusciva a trovare stressante tutta quell'allegria, tutto gli ricordava lui e le loro marachelle. Tutto gli ricordava ciò che lui non aveva più.
Quella mattina aveva deciso di lasciare la gestione del negozio nelle mani dei fratelli minori, aveva bisogno di svagarsi momentaneamente con la mente, di liberarsi dai pensieri che tanto lo tormentavano.
Aveva bisogno di sentirsi, anche se per soli cinque minuti, libero e di nuovo vivo.
Voleva riuscire a percepire nuovamente l'aria fresca inondare i suoi polmoni, riuscire a percepire un po' di quel calore che prima avvolgeva sempre il suo cuore.
L'aria profumava di fiori freschi, alcuni odori erano più percepibili e conosciuti degli altri. Si guardò intorno cercando il luogo da cui proveniva quella scia di odori, il suo sguardo cadde su di un piccolo negozietto all'angolo tra la via babbana e quella del mondo magico. Un ragazzo dai capelli scuri come il manto notturno annaffiava manualmente delle piante che, eleganti e sinuose, si arrampicavano su tutta la facciata del piccolo palazzetto di un color pesca ormai macchiato dal tempo. Si avvicinò e con qualche colpo di tosse richiamò l'attenzione del ragazzo, questo si girò e George rimase sorpreso da come quei capelli così scuri facessero a pugni con degli occhi così azzurri e limpidi, così simili ai suoi in quel momento, carichi di tristezza e stanchezza "Buongiorno" gli porse un sorriso cordiale, gentile "Buongiorno" soffiò lui in risposta ammirando la vastità di colori e fiori lì esposti "Mike puoi andare con la nonna a fare la spesa?" la voce pacata di una ragazza fece capolino tra i due ragazzi attirando l'attenzione di entrambi "Ti occupi tu del cliente?"
"Sì, va' tranquillo" e mentre il ragazzo entrava, ad uscire fu la ragazza di qualche giorno prima, la stessa che accompagnata da una bambina aveva consegnato quel cesto a suo fratello Ronald.
"Come posso esserti utile?" come faceva quella ragazza a sprigionare tanta gentilezza solo pronunciando delle semplici parole? Rimase qualche secondo immobile, sopreso, a fissarla: quel giorno indossava un semplice completo formato da un semplice pantaloncino ad alta vita ed una maglietta bianca quasi quanto la sua pelle candida. I capelli, lunghi, erano tenuti alzati in una coda alta e sistemata, sembravano una cascata d'acqua nera visto quanto erano lunghi, estremamente lisci; sembravano seta solo alla vista.
"Sì, ecco, vorrei dei fiori" si diede mentalmente dello stupido, era dinanzi ad una fioreria, e sembrava ovvio che voleva dei fiori. Ma la ragazza non rise di lui, anzi, gli porse un altro sorriso cordiale "Hai già in mente che tipo di fiori?"
"Io... no" cercò di ridere per smorzare quel tremendo imbarazzo "A chi devi regalarli? Scusa la domanda indiscreta, ma così posso darti una mano a scegliere" e di nuovo si stupì della dolcezza sprigionata in quelle parole, quella ragazza non poteva essere vera. "Ad una persona che ha deciso di abbandonarmi" abbassò lo sguardo, triste. Perchè alla fine era vero: Fred aveva deciso di abbandonarlo, lasciarlo da solo in mezzo a tutto quel caos, aveva deciso di dividerlo in due parti. Quella apatica prevaleva su tutto.
Alzò lo sguardo sentendo e percependo i movimenti della ragazza: aveva preso tra le mani una decina di fiori, tutti tendenti verso il celeste e dallo stelo lungo.
"Seguimi dentro" i suoi occhi, molto diversi da quelli del ragazzo di prima e della bambina di ieri, sembrarono divenire più scuri e tristi.
Poggiò sul bancone i fiori "Devono essere poggiati in un vaso o lo vuoi stile bouquet?"
"Devono essere poggiati in un vaso" li divise, uno per uno, tagliando di poco lo stelo troppo lungo ed ingombrante, Li trattava con delicatezza, quei fiori sembravano talmente delicati da potersi spezzare con un semplice soffio di vento "C-che fiori sono?" chiese curioso e per smorzare quel silenzio, la ragazza gli sorrise "Anemone, nel suo linguaggio vuol dire abbandono, allontanamento. Si dice che venga anche chiamato anche Fiore del vento, a causa della delicatezza delle sue corolle" avvolse i fiori in una carta color glicine, chiudendola con un fiocco bianco "Ecco, tieni" gli porse il mazzetto di fiori con un sorriso sulle labbra fini e rosee "Grazie" sussurrò rilassandosi alla vista di quel sorriso, lasciandole anche alcune Falci in più rispetto a quanto gli aveva detto "No, non preoccuparti" disse poi andandosene.
Per la prima volta, dopo mesi, si era sentito a suo agio. Si era sentito di nuovo vivo, vivo per qualche minuto."Hei Freddie" salutò con voce malinconica, raramente andava in quel posto così spento e tetro "Come va?" si diede dello stupido sedendosi sull'erba appena tagliata accanto alla lapide.
Non avrebbe mai potuto rispondergli, tolse qualche petalo e rametto caduto sulla sua nuova dimora eterna e poggiò i fiori nuovi nel vaso di marmo grigio e bianco.
"Sai, a me va abbastanza bene tutto sommato. Il negozio va a gonfie e vele, nonostante Ron rompa qualche boccetta un giorno sì e pure l'altro. Ginny a volte corre a darci una mano, soprattutto nel nostro appartamento. La mamma continua a confondere i nostri nomi, ogni volta è una stretta al cuore, ma non poso farci niente" sospirò, stava dicendo solo cose superflue "Fred, perchè? Perchè tu e non io?" poggiò la fronte contro la lapide, gelida e dura "Perchè hai deciso di lasciarmi qui da solo? Perchè mi hai abbandonato?" un singhiozzo, una lacrima "Sono qui da solo, a soffrire come un cane. Sei stato così egoista con me. Mi hai lasciato solo" le lacrime presero a cadere veloci, come la pioggia che dopo poco si aggiunse a lui, in quel pianto disperato e doloroso.
Almeno adesso, nessuno poteva dire che aveva pianto."Antonin Dolohov è ancora a piede libero" pronunciò uno degli auror incappucciati, la pioggia batteva fitta nonostante fossero a metà agosto "Cosa avrà intenzione di fare?" chiese confuso un altro, cercando di coprirsi meglio da quell'acqua gelida "Di sicuro niente di buono" sbattè violentemente un pugno contro il muro, il terzo ed ultimo del gruppetto, in un impeto d'ira.
"Diamoci da fare, o qui accadranno altri disastri. Dobbiamo riferire tutto al Ministro" e, in un semplice colpo di bacchetta, sparirono da quei vicoletti intrisechi e cupi di una Londra Babbana.Ed eccomi qui con la terza parte.
Che ne pensate?
Vi ha incuriositi l'ultima parte?
Avete già qualche idea su quello che può accadere?Vera 🌸
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Le cicatrici del cuore - George Weasley
FanfictionNonostante la guerra sia finita, qualcosa sconvolgerà ancora le vite della famiglia Weasley e della famiglia Strange. George, Lucy e Michael si ritroveranno catapultati in una nuova disputa, cosa accadrá? Dal prologo: "Hai visto mamma e papà?" chi...