Capitolo 18

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ATTENZIONE: Ci sono sceme che potrebbero turbarvi! Vi ho avvertiti!



POV Sara



Erano passati altri giorni da quando Laurel era tornata.

Alan continuava a venire e stavolta tormentava entrambe; si divertiva con una mentre l'altra guardava senza poter far nulla.

-Finirà mai?- chiese mia sorella dopo che Alan se ne fu andato.

-Non ne ho idea- dissi abbracciandola -Non volevo che finissi in mezzo a tutto questo-.

-Non è colpa tua, non potevi saperlo-.

Sentimmo un'esplosione venire da fuori. I soldati iniziarono ad urlare e attaccare; già, ma chi?
Con un secondo botto la porta si aprì: dal fumo uscì Oliver.

Quando vide mia sorella rimase a bocca aperta. -C-come...- tentò di dire.

-Non è il momento per le spiegazioni, dobbiamo andarcene!- dissi.

Fuori c'era il caos più totale. C'erano tutti e stavano combattendo i soldati di Alan. Ma lui non c'era.

-Forza allontaniamoci!- ci facemmo strada fino ad una radura dove parcheggiata c'era la nave di Ava, la quale ci stava aspettando. Vederla mi diede un'enorme carica.

Raggiungemmo la nave appena in tempo e partimmo. Alan si sarebbe accorto molto presto della nostra fuga e a quel punto si sarebbe arrabbiato molto.



-Perfetto, i controlli dicono che non avete ferite gravi e che vi rimarrà solo qualche cicatrice, ma nulla di più- disse Ava controllando le analisi.

Sorrisi e mi alzai, stringendola. -Mi sei mancata- dissi e la baciai.

-Anche tu. Non ho mai smesso di pensarti e di sperare che fossi ancora viva- disse mentre iniziava a piangere.

La baciai nuovamente. -Va tutto bene, sono qui ora-.

Mi staccai e mi rivolsi a mia sorella: -Lei è Ava, mia moglie-. Oddio, era stranissimo dirlo!

-Piacere di conoscerti- disse Laurel stringendole la mano.

Ava le sorrise. -Credo che ci sia qualcuno che voglia parlare con te- disse a Laurel -E anche con te- disse a me.



Andai in quella che doveva essere la cucina e vi trovai Nyssa con Rabah, il quale stava giocando a terra con alcune macchinine.

-Oddio Sara!- disse appena mi vide e corse verso di me.

La strinsi, lieta che sia lei che il bambino stessero bene.


-Pensavo che ti avesse ucciso, che Rabah fosse solo una scusa- disse stringendomi.

-Sono qui, 'ana huna*- dissi.


-Sa...ra?- disse Rabah. Evidentemente mi aveva riconosciuto.

Sorrisi e mi chinai dandogli una piccola carezza sulla guancia. -Marhabaan- dissi dolcemente.

Rabah sorrise e allungò una macchinina rossa verso di me. -Vuoi che giochi con te?- dissi in arabo.

-Nem*-. Sentirlo parlare era incredibile, un'emozione magnifica.

-Direi che una pausa te la puoi permettere no?- disse Nyssa chinandosi anche lei.

-Sì, direi di sì-.


POV Laurel



Andai nello studio di Ava e vi trovai Oliver insieme a mio padre.


-Oh mio Dio- disse quest'ultimo correndo da me e stringendomi -Com'è possibile?-.

-Mi ha riportata in vita, esattamente come io ho fatto con Sara. Mentre lei si riprendeva dalle ferite che le aveva lasciato usava me per divertirsi- spiegai con tutta la calma possibile.

-Oddio, lo ucciderò, lo ucciderò con le mie stesse mani!- urlò mio padre stringendo i pugni.

-Quando tornerà, perché sappiamo tutti che lo farà, saremo pronti- disse Oliver abbracciandomi -Sono contento che tu sia tornata-.

Sorrisi e lo strinsi a mia volta. Era bello riaverli tutti con me, era bello poter tornare alla mia vita di prima. Eppure era fin troppo facile.



POV Sara



Passai qualche ora a giocare con Rabah, dopodichè andai in cerca di Ava.

-Ehy- dissi avvicinandomi e baciandola.

-Ehy. Come mai qui? Pensavo che tutti ti stessero tormentando su come stai e cose del genere-.

-Beh, avevo voglia di passare del tempo con mia moglie- dissi ricalcando l'ultima parola.

Sorrise e mi baciò: venni travolta dal suo amore, dal suo affetto verso di me, dal sollievo dovuto alla preoccupazione.

La strinsi a me baciandola più intensamente, mentre lei mi fece indietreggiare fino al letto, sul quale caddi poco dopo.

Presto i nostri vestiti finirono dall'altra parte della stanza. Le labbra di Ava tracciavano un percorso indefinito sul mio collo, poi sempre più giù, verso l'incavo tra i seni. Iniziò a mordicchiare il tessuto del reggiseno, mentre le sue mani andarono a slacciarlo, cosa che io feci con il suo.

-No, non fare nulla- mi sussurrò Ava.

Con le labbra scese sempre più giù, arrivando alla pancia, sulla quale mi lasciò un bacio, poi un altro, baciando ogni singola cicatrice che avevo in quella zona.

-Come si può fare questo ad un corpo così bello?- disse e mi baciò nuovamente.

Era bello riaverla con me, mi faceva sentire bene, a casa.


-Non andartene, mai-.


-Non lo farò. Non ti lascerò mai sola-.


Note:
*ana huna = sono qui
*marhabaan = ciao
*nem = sì


Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye


The Woman Who Changed My LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora