Capitolo 17

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<<Vieni qui e abbracciami forte. Ora.>>
Apro gli occhi e con mio grande dispiacere scopro che il messaggio non è affatto questo.
<<Niente. Stai là. Adesso sono incazzato nero. "Lasciami stare" era, giusto? Adesso lo dico io a te. Non ascolti mai nessuno. Ora basta.>>
Successivamente, Nick prende il suo giubbotto, saluta tutti e se ne esce di casa, così, senza nemmeno voltarsi.
Rimango immobile davanti allo schermo del televisore.
Merda, Nick no.
Mi alzo di scatto ed esco anche io.
"Nick! Nick aspettami!"
Nick continua imperterrito per la sua strada. Riesco a raggiungerlo e lo giro con forza verso di me.
"Hey..." dico piano, però. Mi manca la voce.
"Ciao."
"Ancora tanto arrabbiato...?"
"Tu che dici?"
"Eddai Nick... che devo fare? Ascolterò, lo prometto... e prometto di non farmi più film mentali..."
"Che è quello che non devi fare." Mi interrompe, "Ti ho detto di ascoltare gli altri, non di non farti più film mentali. Non ti ricordi quel pomeriggio al parco?"
Arrossisco solo al pensiero...
"Vedi, Tess..." continua Nick "La vita è dura. Bisogna costruire le proprie opinioni su basi fondate. Anche se i sogni ad occhi aperti sono spettacolari, per questo genere di cose non servono più di tanto! Come fai a dire che tuo padre ha..."
"Non dirlo. Non..." non finisco la frase che scoppio a piangere e vado via.
Nick non mi segue.
Ad un certo punto mi giro in lacrime e chiedo: "Non ti importa proprio nulla? Allora... è finita?"
"Si, Tess. Non posso continuare così. È finita".
Senza chiedere perché, mi volto e silenziosamente cammino verso casa mia, ma non avendo la forza per parlare con i miei amici, procedo spedita verso il parrucchiere vicino al bar di mio zio.
Anne, la parrucchiera, mi ha sempre ascoltata, e io cosa faccio per ringraziarla? Nulla, mi dimentico di lei. Mi sento una merda solo al pensiero.
Arrivo davanti all'insegna del parrucchiere e varco la soglia del negozio con una calma disarmante. DEVO essere calma.
"Tess! Mon amour! Che ci fai di bello qui? Come stai? Senti, ti dispiace fare la manicure a quella gentilissima signora anziana seduta in fondo al salone? Aspetta da un po' e mi dispiace vederla lì..." Anne è una che arriva subito al dunque. E mi piace che sia così. Almeno mi distraggo un po'... spero.
Mi siedo al tavolo e faccio accomodare la signora. Si, ogni tanto mi dedico alla manicure, ma non sono così brava come dicono.
"Oh ma che splendida giovane abbiamo qui! Come ti chiami, cara?" Chiede la signora sorridendo.
"Salve, mi chiamo Tess... lei invece?"
"Oh, dammi del tu! Mi chiamo Ariel e in realtà non vivo qui, vengo dalla Croazia!"
"E cosa ci fa qui, a maggio?" Chiedo incuriosita mentre le limo le sottili unghie delle mani.
"Oh sai, gestisco una galleria d'arte, fotografia per essere precisi, e ho una mostra da domani al prossimo weekend proprio nella vecchia biblioteca!"
"È stupendo!" Rispondo io prendendo il campione di colori per farle scegliere una tonalità.
"Vero? Comunque, tornando alle unghie.... metterei un bel color ciclamino."
"Perfetto, eccolo qui!" Esclamo mentre cerco di sorridere nonostante la crepa nel mio cuore si dilaghi ogni momento che passa.
"Cara, non stai bene?" Mi chiede la signora come se avesse letto nella mia mente.
Io non me la sento di mentirle: quegli occhi di un nocciola sbalorditivo e quella bocca sottile stretta mi inducono a raccontarle tutto, ma proprio tutto! Come ci siamo conosciuti io e Nick, la sera al parco, la vacanza insieme e il mio compleanno, poi le dico del nostro primo bacio mentre stendo lo smalto passata per passata.
Anche se mi sforzo di essere forte, le lacrime non fanno a meno di scendere a fiotti, e la signora mi consola dicendo una semplice frase, ma che mi colpisce come una freccia dritta nel cuore.
"Tess cara... tu credi che ne sia valsa la pena?"
"Signora, credo di sì"
"Credi o ne sei sicura?"
"Ne sono sicura"
"Allora corri da lui e digli in faccia ciò che provi, con la stessa emotività che mi hai mostrato adesso, e se son rose, rifioriranno" strizza l'occhio enfatizzando quel "ri", come se volesse dire che anche prima era vero amore.
Lo era? Questo non lo so con certezza, ma in me cresce un fortissimo desiderio di chiarimento.
"Ariel, grazie!" Dico infine per poi alzarmi, ma mentre sto per andare via, la signora mi chiede un'ultima cosa.
"Tess cara, ma la tua famiglia... insomma, tu dici tutto alla tua famiglia?"
"Signora, io ho i genitori divorziati e una madre morta, con un padre che sembra..." non riesco a continuare. La voce mi si spezza... ma traggo un respiro profondo e continuo: "Un assassino. Cosa dovrei dire?" Purtroppo le parole mi escono acide, non voglio che si tocchi l'argomento famiglia. Ariel non ne ha nessuna colpa, ma purtroppo non riesco a controllarmi.
"E i nonni? Non hai dei nonni?"
"I miei nonni non li ho mai conosciuti. Una nonna mi scriveva sempre delle lettere allegando delle polaroid ogni tanto, ma non ho mai saputo il suo nome. I miei genitori non erano in buoni rapporti con i nonni, e della corrispondenza tra me e mia nonna era a conoscenza solo mio fratello. Ci siamo scambiate lettere fino a quando i miei genitori mi hanno scoperta. Avevo 14 anni. E non avevo mai visto mia nonna. O almeno, lei mi ha visto da piccola, ma come può immaginare, non me la ricordo. Ora scusi, ma devo andare."
"Va bene, Tess, ma mi passerai a trovare alla mostra?"
"Ci proverò. Arrivederci."
Mi passa anche la voglia di parlare con Anne. La saluto frettolosamente ed esco dal negozio.
Mi dirigo verso il parco di fronte al bar dello zio e mi dondolo dolcemente su un'altalena per un po' di tempo.
Però la storia della mostra è interessante.
Un'idea mi balena nella mente.
Corro più veloce che posso a casa. Apro la porta e vedo che non c'è nessuno; sul frigorifero c'è un post-it da parte di Tom.
<<Tess, siamo usciti a farci un giro, se hai fame c'è un sandwich in frigo. Stasera siamo dallo zio, ricordi? Si è offerto di portarci a cena fuori. Se non vuoi venire, mandami un messaggio.>>
Sotto ci sono due frasi brevissime da parte di... APRIL!
<<Hey piccola Tess! Se hai bisogno scrivici! (A tutti!) ti vogliamo bene!
April, Rachel, Tom, Law>>
Guardo l'orologio. Sono le sette di sera.
Com'è possibile?
Quanto tempo avrò passato al parco? E da Anne? Accidenti.
Salgo su in camera e afferro un foglio bianco. Con tutta la calma che riesco a raccogliere in quel momento, scrivo una lettera a Nick.
<<Hey Nick.
Mi dispiace per quello che è successo.
Oggi ti ho pensato molto, sai? Ho incontrato una signora anziana a cui ho fatto la manicure aiutando Anne, la mia amica parrucchiera. Non te ne ho mai parlato... ma andreste molto d'accordo.
Comunque, parlando con questa signora che si chiama Ariel ho scoperto che allestiranno una mostra da domani al prossimo weekend alla biblioteca e mi andrebbe di andarci con te.
Facciamo così...
Se domani ti vedrò alla mostra diciamo verso le 16.00, allora possiamo chiarire e forse ritornare come prima, se non ti vedrò... me ne farò una ragione, in qualche modo. Solo, lasciami dire una cosa, Nick: io ti amo, mi sei sempre stato accanto, e quello che provo con te non l'ho mai provato in vita mia.
Grazie per quello che abbiamo passato insieme. Non sono brava con le parole, ma spero che tu abbia capito.
Ciao, Nick.
Tess>>
Chiudo la busta e la metto nel mio zainetto. Poi mi preparo per la cena ed esco di casa. Prendo la mia bicicletta e vado a casa di Nick, dove imbuco la lettera nella cassetta. Prima di andarmene, però, decido di riprendere la lettera infilando la mano nella cassetta (ahia che male...) per poi appoggiarla sullo zerbino, poi prendo un fiore e lo metto di fianco alla busta. Suono il campanello e pedalo fino a dietro un cespuglio.
Vedo Nick aprire la porta e guardare per terra per poi prendere la busta.
Vedo i suoi occhi ambra che brillano al sole, e mi viene da piangere.
Lo vedo sorridere e guardarsi intorno, per poi... oh no. Mi ha visto! Cazzo cazzo cazzo! Monto in bicicletta e scappo via. Non ho più voglia di andare dallo zio, chiamo Tom e glielo racconto di fretta, poi entro in casa e mi rifugio nella mia stanza, dove avvolta nella mia copertina (si, è maggio, ma ho freddo) mi guardo un film romantico mangiando del gelato.
Mi manca Nick. E lo voglio indietro.

My name's TessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora