Capitolo 16

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Rispondo al telefono.
Silenzio.
"Tess? Bambina! Ci sei?"
"Papà."
"Cosa c'è? Non sei contenta di sentire il tuo vecchio? Il giorno del tuo compleanno?"
"Era ieri papà."
"Si, dai. Ieri, oggi... uguale."
"No. Non è uguale."
"Tesoro, cosa c'è che non va in te?"
"UNO! NON CHIAMARMI TESORO!
DUE! CHE COSA CREDI CHE MI IMPORTI DI TE?
TRE! ABBI ALMENO LA CARA GRAZIA DI SEGNARTI SU UN QUALUNQUE PEZZO DI CARTA QUANDO È IL COMPLEANNO DI TUA FIGLIA, OK? ALMENO QUESTO!"
Le parole mi escono senza che rifletta, e senza accorgermene sveglio la gente dentro casa.
Mi allontano dirigendomi verso il molo. Sento la porta di casa chiudersi, è Nick che esce con la faccia sconvolta. Non volevo svegliarlo. Gli faccio capire che è mio padre al telefono e lui mi chiede con un cenno se ho bisogno di una mano.
Scuoto la testa e mi allontano. Nick non deve avere altri problemi.
Per tutto il tempo mio padre continua ad insinuare che non è colpa sua se lui e mamma si sono lasciati.
"Papà. Non mi interessa, va bene? Mamma non c'è più e tu te la fai con una ventenne che tra un po' non sa neanche come si chiama."
"Ora basta Tess. Non approvi le mie scelte, è vero, ma non insultare la mia compagna."
"Scusa, allora la prossima volta punterò al chihuahua"
Sento qualcuno ridere dietro di me, mi giro e vedo Nick che subito mi abbraccia forte. Sorrido e mi porto il dito alla bocca, poi ritorno alla telefonata.
"Senti papà, non mi interessa quello che vuoi dirmi. Ho la mia vita, c'è lo zio che pensa a me, e c'è Tom. Basta. Chiamami solo se è questione di vita o di morte."
"Tua madre sarebbe stata fiera di te, cresciuta con l'odio verso tuo padre.
<<Capo! Le prove le ho eliminate! È sembrato tutto un incidente! Chissà come l'hanno presa... sono appena tornato dalla missione in Italia, non sei contento?>>"
"Papà? Chi è?"
"Niente tesoro. Sto guardando un film. È... sulla... corruzione di poliziotti americani"
"Ok. Ciao"
Chiudo la telefonata angosciata.
Facendo due conti, mi rendo conto di una cosa e inizio a sbiancare. Nick mi mette una mano sulle spalle e si china un po' per vedermi meglio in faccia. Sento tutto lontano, poi svengo.
Mi risveglio sul divano.
Cinque paia di occhi si posano su di me. Tom, corrucciato, mi guarda e mi chiede: "Cosa ti ha detto papà?"
Mi metto a sedere.
"Ragazzi. Ascoltate. Ho registrato la telefonata per farla sentire in seguito a Tom in privato, ma ora è questione di vita o di morte. Devo capire una cosa."
Faccio partire la registrazione.
<<Capo! Le prove le ho eliminate! È sembrato tutto un incidente! Chissà come l'hanno presa... sono appena tornato dalla missione in Italia, non sei contento?>>.
Tutti sbiancano.
April prende parola: "Tua... tua madre non era in... in Italia, vero..?".
"No no non può essere, è una coincidenza, non può essere..." farnetico quasi in preda a una febbre improvvisa.
Scoppio a piangere.
Papà ha... non riesco neanche a formulare quel pensiero terribile nella mia testa. No.
"Fermi tutti. Non sappiamo niente. Cosa ha detto tuo padre dopo questa frase sospetta?" Chiede Law piano.
Faccio andare avanti la registrazione.
<<"Papà? Chi è?"
"Niente tesoro. Sto guardando un film. È... sulla... corruzione di poliziotti americani">>
"Sta mentendo. È ovvio." Dice Nick mentre mi stringe a sé.
"Nick. Calmo. Non sappiamo ancora nulla di preciso. Ragazzi, che lavoro fa vostro padre?" Chiede Law ancora più preso dalla situazione. Non l'ho mai visto così serio.
"Non ce l'ha mai detto..." Risponde Tom pensieroso.
"In realtà... due o tre anni fa... mentre eravamo da papà per il weekend ho visto un documento che parlava di Bitcoin... cosa sono esattamente? C'erano anche degli strani grafici che salivano... forse un incremento degli affari?" Mi intrometto io. "Mi sono ricordata dell'unico weekend che io e Tom abbiamo mai passato con papà dopo il divorzio, prima che mamma si rifiutasse di mandarci da lui nei weekend che seguirono. E io e mio fratello ne eravamo più che felici: papà non stava mai con noi, era sempre fuori...".
"Tess, grazie per averci detto questo. Anche se non sembra può tornarci utile. Ah, e i Bitcoin sono un'unità di valuta online che vale molto di più dei dollari.
Sono usati principalmente per azioni della borsa o scommesse online" mi risponde Nick. Andrà a studiare economia all'università e si sta già preparando. Sorrido dolcemente per ringraziarlo. Ma non riesco a dire nulla.
Quella pulce nell'orecchio non mi lascia in pace. Papà ha... veramente fatto qualcosa? E che cosa? O stava semplicemente guardando la tv?
"Tess, prima di trarre conclusioni affrettate, io incontrerei papà. Andremo lì io e te a parlare con lui. Faccia a faccia. E registreremo tutto." Dice Tom per concludere la bizzarra conversazione che stava venendo a crearsi.
"Ma... Tom... Papà? È a Seattle! Non possiamo permetterci il treno, figuriamoci l'aereo!" Rispondo io nervosa, non mi piace l'idea di vedere quel verme di mio padre.
"Veramente... ci sarebbe un modo..." mormora Nick, poi continua: "I biglietti per Parigi valgono per molte altre città... tra cui Seattle..."
"NO! Non userò il mio regalo spettacolare per vedere una persona che se ne infischia della sua famiglia, ok? Io voglio andare a Parigi con i miei amici e il mio ragazzo!" Esclamo furibonda. "Non se ne parla neanche, non userò i miei biglietti per andare a trovare quel viscido".
"Allora verrà lui qui. Anzi, pranzeremo dallo zio, così saremo più tranquilli. Ah, e ovviamente voi ragazzi siete i benvenuti." Conclude Tom. "Ora facciamo colazione e organizziamo bene tutto. Ho fame, cacchio!"
Mi alzo sbuffando e salgo le scale. Nick mi segue.
"Tess, sei molto dura con tuo padre. Dovresti dargli una possibilità."
"Una possibilità?" Sbotto rossa in viso, "Una possibilità al mostro che se n'è andato fregandosene di tutto e tutti e che chiede anche di essere rispettato da me? Credimi, Nick, non sai di cosa sto parlando. E ora per favore, lasciami stare o potrei prenderti a pugni. E anche tu hai detto che stava mentendo".
"Non serviva dire queste cose, Tess. Io ti amo moltissimo, lo sai, ma sforzati di ascoltare una volta tanto!"
"ASCOLTATE GENTE! COSTUI VI AIUTERÀ A RICONQUISTARE IL RAPPORTO PADRE-FIGLIA CHE NON C'È MAI STATO E CHE NESSUNO DEI DUE DESIDERA AVERE!"
"Ora basta, mi hai stancato. Non vuoi mai ascoltare nessuno. Rimani nella tua idea del cazzo. Ti aspetto giù."
Mi giro in lacrime. Non voglio che mi veda così. Ha ragione lui. Perché non ascolto mai nessuno? Perché sono così testarda?
Ma allo stesso tempo, perché lui non mi capisce?
Dubitando anche del rapporto con Nick, vado in bagno ed esco vestita malissimo, tanto che ci vogliono April e Rachel per farmi mettere qualcosa di decente.
A pranzo ci raggiungono anche Finn, Aila e Leia. Prendo in braccio la piccola e la tengo sul divano.
Mentre gioco un po', la stringo forte a me, come se fosse Nick. Non ci siamo parlati per il resto della mattina.
Mentre mangiamo, Tom spiega tutto alla coppia finlandese che ascolta attentamente e si offre di aiutarci. Finn ha un amico avvocato che potrebbe tornarci utile, se mai ne avessimo bisogno.
Dopo il pranzo, Tom si alza a fare la fatidica telefonata, mentre tutti noi ci alziamo e mettiamo su Pitch Perfect. Un po' di comicità aiuterà.
Vedo Aila di fianco a Finn, Rachel appoggiata a Law e April che appena arriva Tom si stringe a lui, che spiega brevemente che papà ha accettato l'invito e verrà solo, meno male.
Unico problema? Arriva tra tre giorni.
Io e Nick siamo lontani. Lo guardo supplichevole, ma sembra irremovibile.
<<Eddai amore, che devo fare?>> gli scrivo sul cellulare, dirglielo a voce scatenerebbe ancora di più la sua irritazione.
Lo vedo guardare il telefono e digitare.
Il display del mio cellulare si illumina.

My name's TessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora