Sono stanca di comunicare con mio fratello tramite Post-it.
<<TESSNONCIPOSSOCREDERE! I NONNI, QUI? MI HANNO RACCONTATO TUTTO!
Adesso però sono andati al loro hotel, io sono a letto, troppe emozioni, ci vediamo domani e andiamo a fare colazione al bar, eh! È da troppo che non parliamo. Mi manchi, sorellina! Tvb.>>Per colpa di tutto quello che mi è successo sono due giorni che non vedo i miei amici: devo rimediare.
Ad un certo punto sento un sasso contro la mia finestra.
Mi affaccio, e vedo Nick.
Sì, lui è lì, in piedi, un mazzo di rose in mano, che mi fa segno di aprire la finestra. Lo faccio solo per sentire cosa vuole.
"Ciao, Nick. Cosa c'è?"
"Tess! Ti prego dammi un'altra possibilità!"
"L'hai già avuta la tua possibilità! Era oggi alle quattro! Sei venuto? No! E allora io ho la risposta alla mia domanda."
"Tess, io..."
"Cosa vuoi? Non ti è bastato umiliarmi così? Farmi SENTIRE MALE così? PERCHÉ SEI QUI?"
"SONO QUI PERCHÉ SONO RIMASTO!
PERCHÉ CI TENGO, CAZZO!
Perché... perché TI AMO!
E non ti lascerò mai più andare via da me, Tess!
Mai più!"
Le parole di Nick mi ammutoliscono.
C'è un momento di silenzio insopportabile in cui desidero solo andare da lui, ma una promessa è una promessa.
Nick interrompe il silenzio: "...ora puoi scendere, per favore, che sembro un deficiente che si dichiara a una finestra?"
Mi siedo per terra ai piedi della finestra con la faccia nascosta tra le ginocchia.
Non so cosa pensare.
Cosa fare.
Guardo la mia collana che scintilla alla luce dell'abat-jour.
Una mezzaluna. La stessa che io e lui ci siamo regalati a Natale.
La stessa che è ancora lì, appesa al muro del bar di mio zio Chris.
Un impeto di rabbia mi assale e lancio la collana lontano da me.
"Tess..."
"Stai zitto." Dico piangendo. Perché piango? Basta, è finita! L'ha detto anche lui!
"Non hai sentito quello che ti ho detto?"
"Si, ho ASCOLTATO, non ti basta?"
"Scendi, per favore? I vicini stanno davvero per chiamare la polizia!" Risponde Nick ridendo nervosamente. Anche se forzata, la sua risata è contagiosa, ma non riesce a convincermi.
Sento dei passi che si allontanano: penso se ne sia andato.
Mi alzo lentamente cercando il pigiama più leggero che trovo.
Purtroppo per me l'unico disponibile è uno vecchissimo e cortissimo (e anche troppo scollato per i miei gusti). Ma chi mi deve vedere?
TOC TOC
<<Cazzo.>>
"Tom, ho il pigiama X, non entrare."
Mi giro dall'altra parte e cerco di dormire.
Sento la porta aprirsi piano.
Mi siedo sul letto coprendomi con una mano e appena vedo chi è, faccio fatica a trattenere un grido.
"Cosa-ci-fai-qui?!?!" Sussurro fumante di rabbia.
"Le tue chiavi, Tess. Non le hai volute indietro."
"E hai ben pensato di entrare in casa mia"
"No. Cioè, si. Ma fammi parlare."
Annuisco raggiungendo una felpa e mettendomela: fa caldo ma se continuiamo così è imbarazzante.
"Ascoltami.
Io non so cosa sia successo. La mia incazzatura, il nostro litigio, è andato tutto troppo veloce..."
"Ovvio. Hai proprio ragione"
"Lasciami finire! È andato tutto veloce quella mattinata! Eravamo tutti scossi, tu non sapevi cosa pensare, non lo sapevo nemmeno io.
Ma c'è una cosa che voglio dirti: da quando ti ho conosciuta hai scosso qualcosa in me. Una cosa che era seppellita dentro il mio cuore."
"Esagerato." Rispondo io acida. Non me le bevo più queste cazzate.
Nick alza gli occhi al cielo e mi zittisce con un'occhiataccia.
"Non è facile parlare dei propri sentimenti..." Dice mentre si avvicina di un passo.
"... Ma se mi lasci spiegare a mio modo..." un altro passo.
Indietreggio fino ad appoggiarmi al muro con la schiena. Nick mi sta facendo paura.
"... Potrei farti capire cosa voglio dire..."
Ora Nick mi è vicinissimo. Sento il suo respiro lento. Si avvicina ancora.
"STOP! Fermati." Mormoro in lacrime. "Stai lontano da me! È finita, vai via! VIA! Mi spaventi così, Nick! Non credevo che fossi anche tu come gli altri: stupido e maniaco!"
Nick si blocca e rimane immobile davanti a me, come si fosse appena svegliato da un incubo.
"...Sc-scusami Tess! O-oddio non so cosa mi sia preso. È che... m-mi manchi così tanto..."
"Non mi sembra il modo migliore per farmelo capire." Rispondo rannicchiandomi ancora di più in un angolo. Non lo voglio così vicino.
Nascondo ancora la testa tra le gambe. Sento all'improvviso un calore insopportabile.
"Vai via." Dico scrollandomelo di dosso.
"Ma... io..."
Ormai non mi controllo più: alzo la testa e rossa in viso con le lacrime che sgorgano a fiotti inizio a urlare e gesticolare come una pazza: "SPARISCI! NON TI BASTA ANCORA? NON TI BASTA MAI? SMETTILA E PER FAVORE VAI VIA! NON MI AMI, NON È MAI STATO VERO NIENTE! NON TI IMPORTA PIÙ NULLA DI ME ORMAI! DOMANI TI SARAI GIÀ DIMENTICATO DELLA MIA ESISTENZA E ANDRAI A DIVERTIRTI CON QUALCHE..."
Nick mi zittisce prendendomi il viso tra le mani avvicinandolo al suo, baciandomi come solo lui sa fare: un bacio tenero e dolce... mi mancavano o suoi baci. Prima mi dimeno, poi però mi tranquillizzo e mi stacco da lui ridendo pianissimo.
"Cosa c'è da ridere?" Mi chiede lui.
"Ci hai messo troppo tempo. Ed è stato imbarazzante. Insomma, prima ti insulto e poi ti bacio, cioè dai, non..." Nick mi "zittisce" ancora.
"Ok però ora basta. Vai a dormire. Ti chiamo domani." Dice in fretta accarezzandomi il viso.
Lo accompagno alla porta e lui prima di andarsene dice ridacchiando:
"Comunque ti sta bene quel pigiama."
"Scemo." Rispondo semplicemente io, poi chiudo la porta e mi lascio scivolare per terra. Mi alzo sorridente e apro il libro che sto leggendo da una settimana o giù di lì e che sta sulla scrivania da troppo tempo.
È pieno di parole che in altre lingue sono intraducibili.<<Fernweh (tedesco), nostalgia di posti lontani, desiderio di viaggiare.>>
<<Luftmensch (yiddish), chi fa costantemente sogni ad occhi aperti.>>
<<Hoppìpolla (islandese), saltare nelle pozzanghere.>>
Me le segno tutte su un block notes perché questo libro dovrà tornare alla biblioteca, prima o poi.
Mi addormento avendone una in mente, però:
<< Neach-gaoil (gaelico), la persona che vive dentro il tuo cuore.>>
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My name's Tess
Fiksi UmumUna storia d'amore, amicizia, allegria e sincerità che riguarda una ragazzina nel pieno della sua vita da adolescente che non vede l'ora di crescere.