Fourteen

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14.

Sun


È strano come la gente dica che il buon giorno si vede dal mattino. Voglio dire: non ha un cazzo di senso pensare che in una realtà in cui le cose che possono accaderti in ventiquattro dannatissime ore coprono un arco di possibilità infinite tu possa capire subito se sarà una buona giornata da come ti svegli la mattina. Per quanto ne sai, potresti svegliarti contento e ritrovarti morto due ore dopo.

Tra l'altro, viviamo in un mondo in cui la maggior parte delle cose che succedono sono cose brutte e in cui quelle quattro cose belle che succedono ogni tanto hanno la triste e sfortunata tendenza a succedere agli altri, perciò nel corso degli anni ho sviluppato la vaga abitudine di credere che le belle giornate siano solo una leggenda messa in giro dal governo per renderci più dolce la routine da schiavi del sistema a cui siamo assoggettati dal giorno in cui veniamo al mondo a quello in cui lo lasciamo.

La cosa divertente è che quando mi metto queste cose in testa di solito non mi ricordo quando mi sono partite: è come se le avessi da sempre. Ma mi ricordo benissimo quand'é che ho cominciato a pensare che le belle giornate non esistessero: è cominciato tutto nell'estate dei miei quindici anni, ovvero l'estate in cui abbiamo conosciuto Yorick.

Yorick Mattheus Piotrowsky, in seguito, avrebbe descritto il giorno di metà agosto in cui aveva incontrato me e il resto degli all'epoca non ancora Magical League of Weirdos come il giorno peggiore della sua vita, perché mentre lui attraversava la strada beato, tutto lindo e pulito nella sua camicia a quadretti azzurrini e bianchi, i suoi pantaloni stirati bene e la sua cravatta azzurra, noi avevamo improvvisamente invaso il suo spazio vitale con il dannatissimo muso di una dannatissima auto.

Alfie aveva appena preso la patente, perchè è un anno più vecchio di Juramin, me e Promise, e ci aveva promesso di portarci a prendere un gelato. Invece aveva tirato sotto Yorick... più o meno ai quattro all'ora, ma comunque non doveva essere stata un'esperienza simpatica per il nostro nuovo amico polacco.

La cosa che mi mise la pulce nell'orecchio fu il fatto che Yorick, quando poi scendemmo per controllare che fosse vivo, se ne uscì con qualcosa tipo Sbagliavo a credere che oggi sarebbe stata una buona giornata.

Da quella volta in poi ho cominciato a pensare che le belle giornate fossero una stronzata, anche se oggettivamente lo so che le belle giornate esistono. L'unico problema è che tendono a non capitare a me.

Tutto questo ragionamento mi torna in mente quando mi ritrovo bloccato davanti alla porta della stanza 184 dell'ostello, che in teoria (e si spera anche in pratica) dovrebbe essere quella di Juramin.

Perché sul serio, questa mattina quando mi sono svegliato avevo la sensazione che sarebbe stata, se anche non una buona giornata, almeno una giornata sopportabile.

Alice ancora dormiva e Matt credo fosse sveglio, perché di solito russa un po', ma non lo sentivo, ma comunque si stava beatamente facendo i cazzi suoi e c'erano un silenzio e una pace che parevano quasi surreali.

Ero rannicchiato al calduccio fra le mie coperte e la luce entrava soffusa dalle fessure delle tende e a colpi sentivo gli uccellini cantare... poi Alice si è svegliata e la giornata è iniziata per davvero e ho fatto l'errore di alzarmi e cominciare a vivere e sul serio: non sono nemmeno arrivato alla fottuta mensa per fare colazione, prima che tutto andasse a puttane.

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