Nel giro di una settimana, i Vrykolakas divennero sedici, compresi Brithos, Acrisius e Claus. Un ottimo traguardo, a detta di mio padre, mentre io non trovavo interesse in quello: ero nervosa e frustrata perché Brithos, dopo il nostro primo incontro amoroso, non mi aveva più toccata.
Egli faceva di tutto per non incontrarmi sulla sua strada e, se accadeva, si fermava a parlare con chiunque. Era davvero snervante e fastidioso, perché io non vedevo l'ora di immergermi nei suoi occhi grigi come il metallo e perdermici dentro. Volevo sentirlo mio di nuovo, dentro il mio corpo.
Purtroppo il tempo per parlare era anche poco, visto che mio padre lo allenava costantemente giorno e notte, mentre i miei fratelli ed io ci occupavamo degli altri quindici, Acrisius e Claus compresi.
Io, di certo, non gli sarei corsa dietro. Una dea non correva dietro a un essere di minor importanza. Mai.
Thanatos mi venne incontro, con il volto adirato. «Perché lui è qui?»
Lo fissai stranita. «Lui chi?»
Eravamo tornati a Sparta da poco meno di tre ore e già quel dio mi stava innervosendo.
«Eracle!»quasi urlò, facendomi irrigidire.
«Cosa?!»
Alcuni spartiati si erano fermati a fissarci, sentendo il nome del semidio uscire dalla bocca di Thanatos. Acrisius, che si trovava in quel momento con me, mi rivolse uno sguardo interrogativo.
Loro non sapevano... Non potevano sapere...
«Cosa sta succedendo qui?»chiese Leonida, accompagnato da Delios, mio padre, i miei fratelli e Brithos.
«Eracle è qui.»disse sintetico Thanatos.
Mio padre si irrigidì, volgendo lo sguardo a me. Eracle non aveva buona fama, tra i figli del Distruttore di Uomini. Il semidio aveva ucciso molti di noi e solo due figlie femmine di Ares erano sopravvissute ai suoi massacri.
Corsi fino alle mura della polis. Vidi salire verso la città un uomo dal corpo possente, armato di tutto punto, quasi stesse andando incontro al peggiore dei nemici e fosse sicuro di come poterlo uccidere. L'andatura era fiera e decisa, molto simile a quella dei miei fratelli, ma un particolare catturò da subito la mia attenzione, facendomi soffiare come un gatto, sorpresa. Le donne che avevo vicine sussultarono, impaurite dalla mia reazione, mentre Deimos e Phobos mi raggiungevano, seguiti a breve distanza dal Re e dai Vrykolakas.
Mi voltai a guardare i miei fratelli. «Perché è qui?»
«Sorella!»mi riprese Deimos, afferrandomi un braccio. «Ci ha offerto il suo aiuto! Dovrai sopportare la sua presenza, almeno per un po'!»
Digrignai i denti, guardando Phobos. «Perché non mi avete detto nulla?»
«Lascia stare Phobos, Pòlemos!»mi ringhiò contro Deimos. «Ho chiesto io a nostro fratello di non farti sapere nulla!»
«E per quale motivo?»
«Perché non voglio che per colpa del tuo orgoglio, tu faccia perdere questa guerra a Sparta!»rispose lui. «E ora, fammi il favore, fa' silenzio!»
«Silenzio?!»feci io. «Ha ucciso molte nostre sorelle e fratelli e io dovrei starmene zitta? Quanto poco ti importa allora, se dovessi morire io?»
Deimos mi mostrò i canini, con sguardo ferale. «Devi solo fidarti di me!»
«Di te mi fido ciecamente! E' su di lui che ho qualche dubbio!»
«Non ho ancora messo piede in città e già iniziate a litigare per me?»si intromise quello. «Non me lo sarei mai aspettato!»
«Eracle!»lo salutò Deimos. «Finalmente ci rivediamo! Hai fatto buon viaggio?»
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Spartan God.
VampirePólemos è la figlia di Ares e di Afrodite ed è mandata dagli dèi a Sparta per creare una nuova razza, i Vrykolakas. Con un passato difficile alle spalle e la minaccia di un demone malvagio, Pólemos dovrà convincere quanti più spartiati possibili a d...