Chapter Seven: Training

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Aprilia approfittò del pomeriggio del giorno dopo per riprendere il suo allenamento da ginnasta. Per due settimane non aveva fatto nulla, la morte di Ofelia le impediva anche solo di guardare quelle mezze punte.

Si allenavano insieme alla palestra di quartiere, organizzavano piccole coreografie di coppia nel tempo libero. Lei disegnava, creava, pensava; era proprio un'artista.
Per il suo compleanno le faceva ogni anno un disegno diverso, e lei vedeva i suoi progressi, i suoi miglioramenti, anche se amava ogni singolo piccolo dono che provenisse da lei.

Un brivido di freddo le percorse la schiena, e la testa ebbe un capogiro improvviso. Sentì la spalla entrare in contatto con il muro esterno di Hogwarts, che lei, Ginny ed Hermione stavano costeggiando per arrivare al campetto che le aveva indicato Madama Boumb.
Schiuse le labbra ad occhi spalancati per cercare di recuperare il controllo.

Controllo. Controllo.
Inspira, espira.

Si concentrò sulla respirazione, cercò di riacquistare le sue facoltà mentali, a partire dalla vista, che appariva sfocata.

Inspira, espira.

Ecco il prato, ed ogni stelo d'erba umida che calpestava. Poi la vista periferica che si allargava, poi le voci che sentiva sempre più forti.

-Aprilia! Aprilia!- Hermione le aveva messo una mano sulla schiena, e Ginny aveva piegato le ginocchia per vederla in faccia.

-Dobbiamo portarla da Madama Chips, si sente male!- fece la piccola Weasley.

-No- la diretta interessata si schiarì la voce, dato che le era uscita la voce molto roca.

-No, sto bene. È..- la ragazza riacquistò l'equilibrio tramite una mano posta a palmo aperto sul muro del castello -È normale.-

-No che non è normale- l'apostrofò Hermione, che stringeva i libri sui quali avrebbe dovuto studiare quel pomeriggio al petto.

-Soffri di asma?- le chiese, ricevendo una risposta negativa.

-No- Aprilia riprese a camminare, inspirando sonoramente -sono piccoli attacchi di panico, tutto qua.-

-E a cosa sono dovuti?- chiese Ginny, facendo trattenere il respiro ad Aprilia.

No, non poteva ancora parlarne.

-Ce li ho da quando sono piccola, non so perché.- concluse con una scusa che ad entrambe le Grifondoro sembrò campata in aria, ma che decisero di non approfondire.

Accanto al campo da Quidditch vi era un campetto più piccolo, dove l'erba era curata e morbida. Quel giorno il sole faceva capolino dalle soffici nuvole in cielo, e la campagna si macchiava di giallo qua e là.
Ginny ed Hermione si sedettero a terra a gambe incrociate, la prima a strappare fili d'erba, la seconda a leggere il nuovo capitolo di Storia della Magia.

Aprilia abbandonò a terra la sacca doveva aveva riposto le mezze punte, e si prese qualche secondo per apprezzare il tempo umido ma piacevole di quel giorno. Attorno a lei vi erano fringuelli e falchetti che cinguettavano, le piante si muovevano, tutto sembrava vivo e pieno di energia.
Cercando di cogliere tutti gli aspetti positivi di quel momento, la ragazza indossò le mezze punte, seguite dagli scalda muscoli. Si sistemò i pantaloni della tuta fino al ginocchio, e lanciò la felpa a terra, rimanendo in maniche corte. Le dita erano fasciate, così come i suoi polsi, per evitare spiacevoli incidenti.

Quindi, dopo due settimane piegò il collo, camminando sulla distesa verde, prima a destra, poi a sinistra.
Poi spinse il braccio verso il suo petto, stirandolo, stessa cosa con l'altro.
Infine si fece guidare dalla memoria muscolare e lasciò andare la mente dovunque volesse.

Reflected shadow (Draco Malfoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora