Chapter Twenty-Three: René

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Era stata un'azione sconsiderata, esibizionista e per nulla elegante. Eppure, se non fosse stato per lei, di Draco adesso ne rimarrebbe solo una frittata, riprendendo le parole di Amanda.
Inutile dire che i colpevoli erano stati presi, e che tutta la scuola aveva intuito della possibile relazione fra i due. Oppure del fatto che ad Aprilia piacesse Draco, dato che si era letteralmente buttata con lui giù da trenta metri d'altezza per evitare che si schiantasse al suolo.
Si era rifugiata da occhi indiscreti rifugiandosi in Torretta Corvonero, dietro ad un buon libro, quando lasciò andare un profondo respiro.
Sia la ragazza che Draco erano stati dimessi velocemente dall'infermeria, non avendo riportato grosse lesioni. La micro frattura della spalla di Draco gli aveva provocato qualche minuto in più di degenza, ed Aprilia approfittò di essere stata la prima ad essere curata per sgattaiolare fuori. Non ce la faceva ad un confronto, anche se quello che volevano erano risposte.
Chiuse quel libro "Un vampiro come amico: guida alle creature della notte" rendendosi conto di non star davvero leggendo.
Il pensiero di Ofelia le ritornò in mente in modo repentino, e nonostante facesse di tutto per levarselo dalla testa, non ci riusciva.
Davanti a lei rivide molte scene che ripercorreva di notte, quando non riusciva a dormire, quando una di queste non attirò la sua attenzione. Ofelia era davvero innamorata del Romanticismo, e come ne faceva parte Jane Austen, ne facevano parte anche molti autori francesi, come Alphonse de Lamartine o François-René de Chateaubriand. Di quest'ultimo, le ritornò in mente uno scritto che faceva proprio al caso suo.
Si rimise velocemente le scarpe, schizzando in biblioteca.

Le ci volle un po', ma sollevando ogni pregiudizio, trovò ciò che cercava.
"René", era proprio lì davanti a lei, in un'edizione che non sembrava mai essere stata sfogliata da nessuno. Copertina rigida, marroncina e dalle lettere del titolo dorate.
Si accoccolò da una parte, in un angolo sperduto della biblioteca, dove sapeva nessuno mai l'avrebbe trovata, e cominciò la sua lettura del ragazzo con il "mal du vivre" che la rispecchiava tanto.

Dopo un tempo indefinito, era convinta che lo scrittore ottocentesco avesse preso lei a modello. René, questo giovanotto esiliato, è assoggettato e destinato alla tristezza e depressione eterna, a quanto pare. Nulla riesce a renderlo felice, nonostante ci provi con tutte le sue forze.
Aprilia aveva trovato la sua fonte di felicità, ma se l'era fatta scivolare dalla mani come sabbia al vento. Leggendo le riflessioni di René non potè fare a meno di pensare che non sarebbe mai arrivata alla fine della sua eudemonia se la sua felicità fosse dipesa esclusivamente da una persona. Ma in quel momento si sentiva esattamente come René: sola, immancabilmente stanca, che aveva giocato tutte le sue carte in tavola, rimanendo a mani vuote.

"La solitudine assoluta. Lo spettacolo della natura presto m'immerse in uno stato che quasi non è possibile descrivere.
Ero oppresso da una sovrabbondanza di vita. Certe volte arrossivo subitamente e sentivo scorrere nel mio cuore come rivi di lava ardenteo: certe altre gettavo gridi involontari e le mie notti, sia che io sognassi, sia che vegliassi, erano ugualmente agitate."

Una vocetta di schiarì la voce, avendo scovato il nascondiglio della studentessa, che sobbalzò.
Madama Pince la osservava dall'alto verso il basso, con un libro sottobraccio e gli occhi vispi a scrutarla.

-Il libro lo può prendere e leggere in una posizione un po' più comoda, lo sa, signorina? Ed è orario di chiusura.-

-Cosa?- si rialzò velocemente, sgrullandosi di dosso la polvere -Che ore sono?-

-Le sette passate. Dovrebbe stare in Sala Grande per la cena, insieme ai suoi coetanei.-
Poi la bibliotecaria gettò un rapido sguardo al libro.

-Appassionata?- chiese sembrando quasi interessata, sempre con voce nasale.

-Oh emh, una mia amica. Mi ha trasmesso l'interesse. Inusuale, no?-

La Pince la scrutò un'ultima volta, prima di passarle accanto ed immergersi tra i suoi amati scaffali. Aprilia tirò un sospiro di sollievo, portandosi il libro al petto e stringendolo, incamminandosi per la Sala Grande.
Non resistette, ed anche se sapeva che ciò non avrebbe portato a nulla di buono, si mise a leggere mentre camminava, fin quando non arrivò alla fatidica frase:

"Il nostro cuore è uno strumento incompleto, una lira alla quale mancan le corde e su cui noi siam costretti a render gli accenti della gioia nel tono consacrato ai sospiri."

A quel punto alzò lo sguardo, e vide i suoi accenti di gioia racchiusi in una figura alta e bionda, parlare animatamente con una figura altrettanto alta, ma formosa e dai lunghi capelli mori e boccolosi. Ad un tratto il ragazzo la afferrò per un braccio, e la condusse dietro un angolo, dove per Aprilia non fu più possibile vederli.
Il libro, prima tenuto fermamente, cadde ai suoi piedi, insieme a nuove, copiose lacrime.

Reflected shadow (Draco Malfoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora