Chapter Eight: Offence

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Vi è un sentiero, vicino Hogwarts, da cui passano tutti gli studenti almeno una volta nei loro sette anni di permanenza alla scuola di Magia, e quel sentiero conduce ai Tre Manici di Scopa. Aprilia lo stava percorrendo insieme ai Grifondoro, Luna era rimasta nella foresta sicuramente per studiare qualche strana creatura. Insieme chiacchieravano, e la ragazza si ritrovò a dover chiudere anche l'ultimo bottone della giacca: nonostante fosse solo metà settembre, iniziava a far fresco da quelle parti. Anzi, le avevano perfino confermato che quell'anno il clima era stato particolarmente gentile.
Adesso capiva il perché di tutti quei camini sempre accesi.

Non appena entrarono in locanda, il locale era gremito di studenti e professori.
Harry si scambiò la solita occhiataccia con Draco, che stava insieme a Zabini ed altri Serpeverde in un angolo vicino alle scale. Tutti reggevano un bicchiere di burrobirra mezzo vuoto, e non appena i due nemici si persero di vista, continuarono a parlare del più e del meno. Si accaparrarono un tavolo per miracolo, accanto a dei ragazzi chiassosi, che lanciarono occhiate languide alle ragazze Grifondoro, le quali li liquidarono subito con un cenno del capo. Mentre Ron ed Harry andavano al bancone, Aprilia ne approfittò per usare il bagno. Non appena entrò fu accolta dalla sua immagine riflessa nello specchio: un viso candido, dalle goti ed il naso arrossato per il forte vento che si era levato d'improvviso, facevano capolino da dietro i capelli arruffati.
Sbuffò, prendendo dalla borsetta una spazzola e cercando di domare quella piccola chioma fino alle spalle. Si passò una mano fra di essi, non pienamente convinta, ma fece spallucce, riponendo l'utensile nella borsa e sciacquandosi le mani.

Non appena uscì dal servizio igienico, uno dei ragazzi del tavolo accanto attirò la sua attenzione afferrandole un polso. Aveva i capelli scuri con la riga tutta da un lato, che andavano a coprirgli metà faccia, ma che nonostante l'evidente fastidio, continuava a spostare con degli scattini della testa.

-Ehi dolcezza- Aprilia tentò di non fare una smorfia disgustata a quel nomignolo.
-Ti va di venire a bere qualcosa con noi? Ci sentiamo così soli...-

Aprilia eliminò immediatamente quel contatto indesiderato con uno scostamento brusco della mano -Mi vedo costretta a rifiutare, ho le mie amiche che mi aspettano.-

Allontanandosi, poté sentire un "mi vedo costretta a rifiutare, ho le mie amiche che mi aspettano" in falsetto, come per deriderla, seguita poi da una parola che le fece male, più di quanto avrebbe dovuto.

-Frigida.-

Statuaria, non fece intendere di averli sentiti ridere, né di aver inteso in modo ben scandito quella parola che la rispecchiava, e lei lo sapeva. Lei sapeva di comportarsi più a modo rispetto ai suoi coetanei, di essere meno espansiva, di essere più fredda.
Ma che ci poteva fare? Era ciò che le era stato insegnato sin da giovane età.

<<Riponi il tuo amore, e tienilo chiuso dentro di te, nessuno deve nutrirsi delle tue debolezze, o per te sarà la fine.>>

Era come un mantra per lei, e a furia di ripeterselo, aveva finito per seguire alla lettera ciò che la frase diceva. Aveva dato la sua amicizia ad Ofelia e per poco non si puntava la bacchetta alla testa per far cessare il dolore della sua perdita.
Durante quelle due settimane aveva pensato seriamente di pronunciarsi addosso l'Anatema Senza Perdono, l'Avada Kedavra.
Aveva perso l'unica persona che per lei voleva dire il mondo intero.

Il pianeta girava perché c'era Ofelia.
Lei sorrideva perché c'era Ofelia.
Lei sopportava perché c'era Ofelia.
Lei viveva perché c'era Ofelia.

Ma adesso Ofelia non c'era più, e di lei, che rimaneva?

Non appena sedette davanti a Ginny ed Hermione, loro si accorsero della situazione.
-Adesso li trasfiguro tutti in scarafaggi, quella combriccola di nullafacenti.-
Aprilia indossò il solito sorriso gentile, ormai era diventato normale per lei mascherare il dolore, solitudine, la rabbia.

Reflected shadow (Draco Malfoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora