Miami, novembre 2017.
Sono le due del mattino.
Sono tornata nella camera che accoglie i miei malumori e le mie gioie da sempre.
Questa sera, mi sono lasciata travolgere da un onda emotiva, senza opporre resistenza.
Mi è capitato raramente, soprattutto quando si parla dell'ambito musicale, in cui sono sempre inflessibile.
A colpirmi, è stato un cantante che ho trovato qui per caso, che è sconosciuto ai più, ma che in Italia, è considerato l'artista del momento.
Ermal Meta, la cui scrittura semplice e diretta, lascia comunque trasparire una ricerca accurata nel trovare le parole giuste, per dosarle in maniera egregia insieme alla sua vocalità celestiale.
È intonato, senza risultare banale o il solito perfettino noioso di cui ti stanchi dopo due acuti.
È anche un ottimo musicista, gli avrò visto suonare sicuramente più di due strumenti e questo gli da una marcia in più.
Non lascia nulla al caso e non è scontato.
Mi ha stregato, in un periodo in cui credevo di non trovare nulla di interessante nel territorio straniero.
A dirla tutta, guardandolo bene, potrei perdere la testa, per uno come lui.Quella mattina, dopo la tempesta del giorno prima, fatta di violenti addii sia lavorativi, che sentimentali, avevo tutta la buona volontà di segnare un nuovo inizio.
Ma, fra tutti gli appunti di articoli mai pubblicati, avevo sotto mano, uno scritto un'anno fà, a Miami, dedicato all'uomo dal ciuffo riccio più maldestro, che avessi mai conosciuto.Come se il fato volesse mettermi di fronte all'evidenza che al di là dei miei buoni propositi, non bastava un colpo di spugna per cancellare un intera pagina di ricordi.
La mia camera della casa che dividevo con Marta, era diventata il mio nuovo ufficio, dopo che avevo fatto piazza pulita in redazione.
Ero immersa in centinaia di fogli in cui impressa, trovavo la mia pungente scrittura, di cui contavo di riappropriarmi, non appena mi fossi liberata di questa parentesi fatta di codardia e debolezza.
Oltre al fare ordine di materiale di lavoro, stati d'animo, e disordine sparso in quei pochi metri quadrati.
Le valigie da disfare, erano una scatola di sensazioni che avevo provato e che erano rimaste intrappolate al loro interno.
Quando estrassi da una di essa, la giacca color oro, che Ermal mi aveva regalato la notte del concerto al Forum, capì che in quel pezzo di stoffa luminescente traspariva tutta la gioia di quella serata trascorsa insieme a far baldoria, per poi perderci nel profumo dell'altro senza mai voler smettere di farlo.E la stoffa che stringevo fra le mani, tra un singhiozzo soffocato e un sospiro, era ancora impregnata di quella chimica, la nostra.
Innegabile.
Inaspettata.
Immediata.Un rumore, distolse l'attenzione dalla valanga di pensieri che mi aveva travolto.
Marta aveva appena aperto la porta a qualcuno e quel qualcuno, era la ragione per cui il mio cervello continuava a dimenarsi senza sosta, in cerca di spiegazioni plausibili, o che giustificassero la mia reazione istintiva.
Avevo innalzato un muro che solo Ermal poteva oltrepassare con la sua dolcezza, con cui amava difendersi dalla mia diretta rigidità.Ero convita di aver piantato una bandiera, sulla montagna della delusione.
Poi, improvvisamente, fra la nebbia, riuscivo a scorgerne una nuova, piena di speranza.«Dovrò dire a Marta di avvertimi la prossima volta che intende far entrare qualcuno in camera mia, senza la mia approvazione.»
Sarei caduta ai suoi piedi, per tutto il fascino che emanava, ma ero ancorata alla mia consapevolezza di non cedere mai, né fargli capire quanto fossi debole, di fronte alla sua fisicità.
Era avvolto da una camicia di jeans, il solito pantalone scuro strappato sulle ginocchia, delle scarpe a cui non prestai attenzione.
Quello che catturo il fulcro esatto del mio sguardo, fu il disordine dei suoi capelli selvaggi e senza forma, il suo viso scavato e gli occhi stanchi di chi aveva trascorso la notte a rincorrere il bisogno di un equilibrio perduto.
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Non abbiamo Armi ~ Ermal Meta
Fanfiction[CONCLUSA] «È questo che fanno le persone, inavvertitamente si sfiorano, scambiandosi la vita.» Frida e Ermal, due sopravvissuti al dolore, pronti a fondersi l'anima, diventando rara imperfezione. Frida ha il timore, di oltrepassare il confine che d...