| 17. Il vento della vita |

458 34 21
                                    

- Ti auguro di fissare il mare.
Che il sole possa baciare la tua pelle, che tu possa godere di venti a favore, che il tuo ego possa nutrirsi di eque rotte.
Meriti tramonti esplosivi come quelli intensi delle estati che abbiamo trascorso lontani, ma ora hai bisogno di una gloriosa alba che accolga la tua anima.
Tornerai da me, come un onda che si calma, dopo mesi d'inverno e tempeste.
E saremo un incanto.
Uno spettacolo che durerà in eterno, come il big bang.
E il nostro ultimo abbraccio, avrà il dolce suono dell'eternità, quando la felicità sarà un'avventura in discesa, di fronte ai tuoi occhi. -

Ermal, in quell'amore, era l'opposto che non smettevo di cercare.
Quanto valeva quell'arma vincente?
Ormai nulla.
Non mi servivano più mezzi per difendermi da un attacco che non voleva più sferrare.
La rabbia aveva lasciato spazio all'indifferenza.

Complici i suoi molteplici impegni, che stava sfruttando come espedienti per oscurare il pensiero del mio rifiuto.
Chissà, se aveva colto la reale motivazione del mio distacco forzato, o se pensava davvero che tra di noi potesse finire con due battute dettate dall'l'inadeguatezza.

Davanti a me solo fogli, pieni zeppi di lettere che non avrei mai recapitato, ad avvalorare sempre di più la tesi che fossi nata per scrivere, ma l'ispirazione stentava a mancare se mi soffermavo a riflettere sulla musica.
Il lavoro che mi riusciva meglio, improvvisamente, era diventato un ostacolo insormontabile.
Ero come bloccata, alla ricerca di appigli su cui fondare le basi di una nuova stesura di informazioni raccolte con cura, condite dalla mia immancabile firma pungente.

La volontà di ricominciare a guardarsi, per stare meglio.
E poi allontanarsi per paura, scegliendo di percorrere la via più facile, ma tornando sempre al punto di partenza.
Ricominciando una corsa senza sosta, nella gara della vita.
Perdersi in uno sguardo, cercare un ricordo, fermarsi all'evidenza, svegliarsi in un'altra realtà.
A volte, ciò che restava, era solo la versione sbiadita di un ricordo, qual'era la mia?

Un uomo, alla ricerca di se stesso, precipita in un baratro fatto di sconvolgimenti sentimentali e certezze professionali.
Una contrapposizione che lo mandava fuori di testa, che lo rendeva instabile, che lo aveva fatto vagare sino ad una donna piena di fantasmi del passato.
Che andava a braccetto con la diffidenza, che avrebbe fatto carte false per difendere la sua libertà.
In un locale sperduto in una zona malsana di Milano, fatto di luci soffuse e respiri d'imbarazzo, primi approcci innocenti, si erano donati il cuore e mischiati la carne.
In simbiosi, avevano fuso la loro quotidianità, intersecando le loro abitudini, creandone di nuove, per fare funzionare la loro temporanea convivenza d'idee.

Quella coppia, o presunta tale, era andata in collisione, crollando a picco, al primo ostacolo inaspettato che uno dei due gli aveva messo davanti.
L'uomo, era voglioso di rendersi utile nella vita della sua prescelta, mettendo a disposizione la sua popolarità, per permetterle di emergere.
La donna, dal canto suo, sentiva il bisogno di farcela con le sue gambe, senza utilizzare nessuna scorciatoia che l'uomo le stava mettendo a disposizione.
Quei pareri discordanti, li portarono ad uno scontro senza esclusione di colpi, da cui nessuno era uscito vincente.
Ed entrambi, ne stavano pagando le conseguenze.
A piccole dosi.

Mi resi conto di quanto fossi diventata asociale e scontrosa con chiunque, nelle ultime settimane, non che fossi mai stata solare e caruccia, ma in quel periodo sembrava avessi perennemente il ciclo.

I tentativi di Marta di coinvolgermi nelle sue serate tra donne, piuttosto che in varie uscite serali fra una birra e qualche passeggiata, erano stati vani.
Declinavo ogni invito, perché preferivo meditare e rendermi conto della grossa cazzata che avevo fatto, a lasciarmi guidare dal mio istinto.
Sia, per quanto riguardava l'abbandonare la redazione per cui avevo lavorato duramente negli ultimi tre anni, sia per aver ignorato la voglia di essere felice con Ermal, in un paese lontano in cui si nessuno si sarebbe accorto di noi.

Non abbiamo Armi ~ Ermal Meta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora