Ed ecco che le nostre lingue si incontrarono, le nostre labbra si scambiavano baci sempre più passionali, ci stringevamo sempre con più avidità ed i nostri respiri si facevano affannati: prese a toccarmi tra le gambe facendo pressione, mi lasciai sfuggire un gemito. Le sue labbra scesero al collo leccandomelo come nessuno aveva mai fatto prima mentre la sua mano entrava nei miei boxer prendendo a toccarmi con più insistenza; mi lasciai cadere sul letto, ormai consapevole del fatto che ero la sua preda, perdendomi nel piacere. Sentii la sua lingua percorrermi il corpo mentre scendeva e il mio battito accelerare all'impazzata, in poco tempo mi ritrovai a slacciargli i pantaloni mentre stava sopra di me, sentii il suo bacino avvicinarsi per lasciarmelo fare poi scese all'orecchio con le labbra sussurrandomi “sei mio”: tremai.
Mi svegliai così, nel cuore della notte, con il comunissimo effetto che si può avere dopo aver fatto questa tipologia di sogno; scoppiai a piangere soffocando i singhiozzi per non farli sentire a mia madre nel caso in cui fosse stata sveglia. Questo era il problema che avevo accennato, questo era ciò che più mi spaventava nelle ultime settimane.
Sognavo di avere rapporti con qualcuno, un ragazzo. A volte quella figura maschile dei sogni rispecchiava inconfutabilmente Andrea, altre volte era confusa tanto che non aveva nemmeno il volto, ma ciò forse non importava, almeno al momento; il punto era un altro: non penso sia da tutti sognare di avere rapporti con gente dello stesso sesso e svegliarsi “contento”, a me però succedeva.
Cosa avrei dovuto dire? Forse semplicemente che erano sogni a cui non dovevo dar assolutamente peso. Di sogni non ne sapevo assolutamente nulla, non avevo letto di certo l'Interpretazione dei Sogni di Freud, chissà comunque se ci fosse stata la risposta alla mia domanda. Che mi stava succedendo?
Avrei dovuto parlarne a mia madre? No, quello non l'avrei mai fatto. Prima di tutto mi sarei imbarazzato a morte, per non parlare della sua reazione: magari mi avrebbe mandato da uno psicologo, giudicandomi esaurito dalla scuola o traumatizzato da solo Dio sa cosa che o, peggio ancora, mi avrebbe riempito la testa di domande. Per carità, mi bastava ed avanzava già quando le faceva nelle situazioni comuni, sembrava una macina da caffè che tritura instancabilmente i chicchi all'infinito, decisamente meglio l'interrogatorio negli Stati Uniti. Abbandonai così questa idea, estirpandola fino all'ultima radice. Al massimo me la sarei vista da solo.
Decisi di fare un pasto più equilibrato alla sera in modo tale da evitare indigestioni che potevano far venire sogni, eliminai la cola dalla tavola ed il caffè di sera inventando la scusa che mi creavano acidità di stomaco (mia madre si mise in testa di portarmi da un medico per controllare se stessi bene e solo dopo mezzora la convinsi che non ne era necessario), decisi di aspettare come minimo 45 minuti prima di coricarmi per aiutare la digestione e riequilibrai gli orari in modo di non andare a dormire troppo tardi. Magari la stanchezza poteva fare brutti scherzi.
Le giornate a scuola procedevano noiose e lente come al solito, avevo qualche difficoltà in filosofia e mi impuntai che il mio problema derivasse in qualche modo da quello: ero abituato ad avere voti abbastanza elevati in tutte le materie, avere un 6 risicato in filosofia sicuramente, anche se da fuori non poteva sembrarlo, non mi metteva a mio agio e poteva generarmi quei problemi.. in qualche modo.
Dovevo risolvere questo problema anche al costo di uscire meno spesso con gli altri, questa era rimasta l'unica strada ai miei occhi possibile da cui potevano nascere quei sogni sebbene non capivo come questi avessero a che fare con l'andamento mediocre di una materia scolastica; dovevo sanare le mie carenze, solo così avrei capito come stava il problema e da li avrei, probabilmente, potuto risolverlo.
Mi coricai sotto il piumone e chiusi le palpebre; il giorno dopo ci sarebbe stata un'altra giornata di lezioni in compagnia dei miei migliori amici. La loro immagine si sfocò a poco a poco fino a scomparire, lasciando il posto ad un'altra notte.
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Come un fiore
RomanceL' amore è un sentimento così straordinario da travolgerci in pieno quando meno ce lo aspettiamo. Rimaniamo ammutoliti con un'enorme espressione da ebete stampata in faccia ma non ci interessa: abbiamo smesso di fregarcene dell'esterno. Ma cosa su...