Giovedì pomeriggio
"Ciao tesoro, come è andata a scuola?"
Lascio cadere svogliatamente lo zaino sui sedili posteriori della macchina di mia madre, senza degnare quest'ultima di uno sguardo.
"La prof di greco vi ha restituito le versioni corrette?"
"Sì. Ho preso otto e mezzo."
"Solo? Cosa hai sbagliato?"
"Dei perfetti medi passivi e altre cose"
"Ma come è possibile, nell'ultimo compito li avevi fatti giusti!"
Grugnisco disinteressata volgendo il capo alla strada, che sfreccia veloce di fianco a noi, sfoggiando in tutta la loro imponenza i grattacieli di City Life. Sorrido, pensando che è qui che ho capito che Dam mi piaceva per davvero.
"Da quando ti vedi con questo cretino hai sempre la testa fra le nuvole e non dedichi più alla scuola le stesse attenzioni di una volta, stai marcando male ti avviso."
Prima che io possa replicare, mia mamma si abbandona ad un lungo sospiro.
"Temo di aver fatto male a convincere tuo padre che si stava sbagliando..."
"Sbagliando su cosa?"
"A non lasciarti la possibilità di autogestirti la tua vita. Nonostante io sia fermamente convinta che Damiano sia anni luce lontano dallo stereotipo di ragazzo adatto ad un'eccellenza come te, trovo che se non ti lasciamo la libertà di scegliere e quindi di sbagliare, non potrai mai imparare dai tuoi errori se non ne commetti e non faremo altro che peggiorare il tuo futuro."
"Quindi questo significa che potrò continuare a vedere Dam?!"
"Purché lui stia ben lontano da casa nostra e tu dalla sua."
Tanto non ne ha una, vorrei aggiungere. Cazzo sono così felice che potrei mettermi ad urlarlo a tutta Milano dal finestrino!
"Grazie mamma, davvero significa molto per me!"
Mi porge il mio cellulare e si raccomanda di ringraziare anche mio padre questa sera quando torna dal lavoro.
"Posso scendere qui per favore?"
"Ma siamo in mezzo alla strada!"
"Non fa niente, tanto ora il semaforo è rosso, le macchine sono ferme."
"E va bene, fai come vuoi. Ma ricordati che stai imboccando una strada molto più scoscesa e frastagliata di quanto tu non possa immaginare. E non sto parlando di questa tangenziale sovraffollata. Stai attenda a ciò che fai Margherita e non perdere quel poco di buonsenso che ti è rimasto, mi raccomando."
"Sì mamma!"
Scendo velocemente dalla macchina sperando di non farmi investire da un carro attrezzi che strombazza all'impazzita dietro di me, frettoloso di portare le auto caricate sul retro in chissà quale deposito. Raggiungo l'altro capo della strada e una volta acceso il telefono, oltre all'innumerevole carrellata di messaggi richiedenti aiuto nei compiti o direttamente le foto dei miei già fatti, posso concedermi la piccola gioia del vedere una decina di chiamate come minimo, da parte di Damiano. Dato che oggi non ho più nulla da fare potrei chiedergli di vederci di nuovo... anzi no, gli ho già rotto le scatole abbastanza stamattina e poi magari ha anche le prove con la band, disturbarlo sarebbe da egoisti. Si, credo che gli invierò un messaggio per fargli sapere che sono di nuovo libera dalla morsa dei miei genitori e quando vuole possiamo uscire insieme. A proposito dei miei genitori... se scoprono che mi sono firmata una giustificazione da sola per uscire con Dam mi ammazzano! E poi ora che si fidano di nuovo di me non posso permettermi di correre nuovamente il rischio di farli arrabbiare. Respiro a fondo, cercando di convincermi che è impossibile che qualsiasi dei miei insegnanti possa riferire loro il mio piccolo sgarro alle regole, non è nulla di strano giusto? Insomma io non sono mica come quei ragazzi che vengono a scuola un giorno si e uno no senza dirlo ai genitori, perché i prof dovrebbero sospettare una cosa del genere? Uffa, mettermi ansia da sola è inutile a questo punto. Inoltre sto ancora male per la litigata con Serena di stamattina, forse dovrei chiamarla e chiederle scusa... ma aspetta perché dovrei? In fondo è stata lei ad accusare Damiano (ingiustamente, spero) di cose che non ha neanche fatto! Vorrei solo capire perché ha detto queste cose.... è un attaggiamento così poco da Serena! Meglio non pensarci, mi sta venendo fame piuttosto... a due passi da qui c'è il centro commerciale, al secondo piano c'è una tavola calda quali panini sono qualcosa di spettacolare, potrei farci un salto e poi tornare a casa a studiare, giusto per dare un po' di soddisfazione ai miei.
Una volta arrivata ordino due toast al prosciutto, e sapendo che la barista impiegherà non meno di cinque minuti a prepararli, decido di usufruire di questo breve intervallo di tempo per andare velocemente in bagno, non quello del bar ovviamente, sono sempre troppo sporchi, meglio usare quelli del centro commerciale, decisamente molto più curati.
Pochi istanti dopo aver richiuso la porta alle mie spalle, sento entrare un'altra persona nel bagno adiacente il mio. Sta palesemente chiacchierando non molto amabilmente con qualcuno al cellulare, ma anche se non posso vederla credo di sapere di chi di tratta: quell'accento romano con delle goffe sfumature nordiche non può che essere di Victoria. Stranamente, però, la sua voce non è pimpante e allegra come al solito, anzi sembra grave e molto preoccupata, rotta dal pianto. Nonostante siamo divise da uno spesso muro verde smeraldo, riesco, accostando l'orecchio alla parete, a seguire perfettamente il suo discorso. Ok, ammetto di essere un'impicciona, ma è nel mio interesse personale sapere come sta e che è successo, o almeno credo...
"Te prego me devi ascoltà! Thomas per favore... ma se nun me vole manco parlà! No non dovrebbe influire sulla band, ce tiene a mantenere i rapporti su un piano professionale... e che cazzo te devo dí parlane con lui! È colpa mia se glie hai aperto la bocca in due a cazzotti? E allora arrangiate!"
Qui fa una lunga pausa, singhiozzando rumorosamente. Ma di chi stanno parlando? E poi Thomas, dolce com'è, a chi mai potrebbe aver fatto del male?
Ecco che riprende a parlare, questa volta con un tono più pacato.
"Senti me dispiace, sto malissimo e sono in 'sto stupido centro commerciale solo pe' distrarme 'n po da casa, che è più sua che mia ormai... me perdona sempre tutto fino a un certo punto, oggi era veramente fuori di se, dovevi vederlo me se è spezzato 'r core a vederlo così... intanto puoi farme questo favore? Lo so... ce poi almeno prova? Se è questo quello che vuoi... omioddio grazie Thomas, è davvero importante! E se ci pensi è tutta colpa di quella Margherita del cazzo più che mia! Se solo avessi tenuto la bocca chiusa quella sera alla discoteca, se glie avessi detto de fa' quella scommessa con qualsiasi altra ragazza che ce stava a ronzá in torno, ce pensi a quanto sarei stata meno incasinata? Magari manco me sarei invaghita temporaneamente de lui e quindi non avrei mandato tutto a puttane..."
In un attimo sento come se i paraocchi che ho consciamente deciso di indossare si strappassero e mi permettessero di vedere tutto per ciò che è realmente, e la frase di pochi giorni fa, al momento detta con leggerezza, di Damiano mi rimbomba
nelle orecchie:
"Cazzo, ho appena perso dieci euro! Io e Vic avevamo fatto 'na scommessa, come fa ad ave' sempre ragione?"
Perché non ho colto all'istante l'involontaria allusione? Perché non ho capito che Victoria era gentile con me al locale solo per deridermi?
Perché non ho ascoltato Federico?
Perché non ho voluto dubitare dei continui indugi di Damiano?
Perché non ho creduto a Serena?
Victoria riprende a parlare per l'ultima volta prima di riattaccare.
"Ma sì, ce ho pure messo in mezzo su sorella, la zoccola, da quanto sono stupida! Chiedere consiglio a lei è stata la cazzata più grande che potessi fare, ho seriamente dato retta ad una che me ha detto di prendere per il culo il mio migliore amico su una cosa così seria? Solo per sabotare una relazione che nemmeno esisteva al di fuori delle mie paranoie! Ho seriamente paura di avere distrutto la nostra amicizia Thom..."
E certo, figurati se Lavinia poteva tenere il naso al di fuori di questa faccenda! È andata a dire a Victoria come spezzarmi il cuore, mia sorella dico, mia sorella!
Basta, ne ho sentite anche troppe per oggi! Esco rapida dal bagno e Victoria, ignara della mia presenza e delle mie intenzioni, fa la stessa cosa.
Appena i nostri occhi si incrociano direttamente sobbalziamo entrambe dalla sorpresa, ma solo per un secondo, perché dopo essersi velocemente ripresa, Victoria mi impietrisce con uno sguardo talmente carico di odio e rammarico da farmi gelare il sangue nelle vene. Si avvicina di scatto tanto da arrivare a far scontare i nostri nasi. Non nego che per un istante il timore che voglia picchiarmi prenda il sopravvento su di me.
"Jeg forbander den dag da jeg mødte dig, tæve! Du ødelagde mit liv, og jeg vil ødelægge din!"
Detto questo indossa un paio di grandi occhiali da sole neri per coprire due profonde occhiaie bluastre dovute al troppo piangere, immagino. Esce infuriata e con le lacrime che le inondano gli occhi, anche se nascosti dalle lenti scure.
In un primo momento mi fa davvero pena e vorrei aiutarla a superare quello che sta passando che non deve essere certo facile, ma poi realizzo che la mia ultima settimana è stata un cocktail infinito di bugie grazie a lei e inoltre, sbaglio o mi stava minacciando in danese? Dal tono di certo non dovevano essere parole molto gentili...
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Not Again ||Måneskin~Damiano David
FanficQuesta fanfiction sui Måneskin parla di due gruppi di amici ben diversi l'uno dall'altro. Il primo è la band romana più desiderata del momento, migliaia di fan e un unico scopo: divertirsi. Il secondo è formato da quattro ragazzi milanesi che per or...