Capitolo 7

934 59 1
                                    

Dahyun portò il suo sguardo verso la finestra della sua stanza, poi a terra, poi di nuovo verso Momo.
Era rimasta senza parole dalla determinazione mostrata dalla sua amica: non si era mai comportata in modo così duro con lei.

Com'è normale che sia, durante il corso degli anni avevano già litigato tra di loro, ma questa volta era diverso.
Il motivo era diverso.
Era più importante, perché nascondeva i loro segreti.
Nascondeva qualcosa di più profondo.

-Okay- sussurrò la coreana, più a se stessa che all'altra ragazza.
-Hai ragione, hai tutto il diritto di sapere. Però mi devi promettere che non mi interromperai e soprattutto che mi crederai.- continuò alzando la voce in modo da farsi sentire forte e chiaro dall'altra. Anche se Momo la conosceva abbastanza da notare il suo tono incerto, la sua voce leggermente spezzata.

Quest'ultima annuì, addolcendo la sua espressione quando notò la difficoltà con la quale Dahyun stesse cercando di parlare.
Alla fine, non era davvero così arrabbiata con lei, ma l'immagine delle mani dei due ragazzi unite e di quell'abbraccio la faceva stare davvero male, così tanto da non riuscire a ragionare.

-Quel ragazzo in realtà l'ho conosciuto pochi minuti prima di entrare in quel bar.
Stavo correndo per la strada perché dovevo fare un servizio, quando sono andata a sbattere contro di lui. Lo sai che posso essere davvero sbadata a volte.- rise nervosamente -Mi ha aiutato ad alzarmi e ci siamo presentati. Si chiama Jackson.
Dopo mi ha invitato ad andare a prendere qualcosa nel bar più vicino e qui ci siamo conosciuti un po' meglio. Infatti ho scoperto che va nella nostra stessa scuola, ma è un anno più grande.
Semplicemente, abbiamo bevuto qualcosa insieme e poi sono tornata a casa. Tutto qui.- concluse il suo racconto, incrociando finalmente il suo sguardo preoccupato con quello dell'altra ragazza.

-Ma... Allora perché non me ne volevi parlare?- chiese confusa Momo, che l'aveva ascoltata con attenzione per tutto il tempo, rimanendo in silenzio come le era stato chiesto.

-Non credevo fosse qualcosa di così importante da essere raccontato. Alla fine abbiamo solamente parlato e poi siamo tornati a casa. Ma se avessi saputo che ti saresti arrabbiata così tanto, te l'avrei sicuramente detto prima.- rispose la coreana, ma l'altra ragazza riusciva ancora a sentire l'incertezza delle sue parole.

-Va bene.- rispose Momo -Ora devo andare, si è fatto tardi.- continuò alzandosi, prendendo il suo zaino, e dirigendosi verso il salone.

-Aspetta! E la ricerca? Non abbiamo ancora finito!- Dahyun si alzò in fretta dal letto e la seguì, bloccandola per il braccio.

-Abbiamo tempo per farla, non è per domani.- rispose semplicemente l'altra ragazza, mentre scuoteva leggermente il suo braccio per scioglierlo dalla presa dell'altra.

-Momoring- la più piccola sospirò -sei ancora arrabbiata con me?-

Momo si girò per guardarla.
Ma non riuscì a trattenersi ancora, davanti a quegli occhi dolci e dispiaciuti, e l'abbracciò.
Non ce la faceva ad essere arrabbiata con lei per tanto tempo, solo che in quel momento aveva bisogno di stare da sola.

Le lasciò un bacio sulla guancia, prima di sciogliere l'abbraccio e andare via.

Dahyun, appena sentì la porta chiudersi, portò la sua mano verso la sua guancia destra, dove pochi secondi prima la sua migliore amica aveva poggiato le sue labbra.

Quelle bellissime labbra.
Pensò la coreana, prima che dai suoi occhi iniziassero a scorrere delle lacrime.
Si accasciò a terra, coprendosi il viso con le mani, e pianse.

Pianse per lo stress e la tensione a cui era stata sottoposta fino a quel momento.

Pianse perché desiderava davvero che tutto tornasse alla normalità.

Pianse perché aveva mentito a Momo.
Ma era stata costretta, doveva scegliere tra mentire e perdere la sua migliore amica.

Era vero che aveva incontrato per la prima volta Jackson quel pomeriggio, ma non era andata per niente nel modo in cui l'aveva raccontata.

Dato che i suoi genitori lavorano fino a sera e non voleva stare da sola, quel giorno era uscita per andare a casa di Momo. Era rimasta lì fuori a bussare per circa una mezz'oretta, ma nessun segno di vita da parte della ragazza.

Allora si era recata al parco e si era seduta su una panchina, per pensare.
O meglio, per pensare a lei.

Ormai era da un bel po' che si era accorta di provare qualcosa di più per Momo.
All'inizio era davvero disperata, voleva addirittura cercare di allontanarsi dall'amica.
Ma ogni volta che la incontrava, cambiava subito idea.

Come avrebbe potuto fare senza la ragazza che la rendeva felice con la sua sola presenza?

Allora pian piano imparò a convivere con i suoi sentimenti, riuscendo ad emarginarli.
Ma a volte aveva bisogno di prendersi una pausa, e di far uscire fuori tutte le emozioni che non poteva mostrare normalmente.

E così aveva conosciuto Jackson: mentre era persa nei suoi pensieri seduta su una panchina, lui si era avvicinato e, vedendo l'espressione triste della ragazza, l'aveva invitata a prendere qualcosa al bar.

L'aveva ascoltata sfogarsi, e l'aveva confortata, senza giudicarla. Le aveva detto che era davvero una bella ragazza e che gli sarebbe piaciuto conoscerla meglio.
Era davvero un ragazzo dolce e simpatico.
Riuscì anche a farle ritornare il sorriso.

C'era solo un problema.
Non era la sua Momo.

~~~~~~~~~~~~~~

What is love?
Will love come to me someday?

Default Title || DahmoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora