Strizzai gli occhi, cercando di impedire alle lacrime di appannarmi la vista. Stavo accovacciata come mi aveva ordinato Yoongi, tremando per ogni singolo proiettile che colpiva la macchina. Yoongi guidava come un matto, vedevo il paesaggio fuori dal finestrino sfrecciare velocissimo, tanto che ci impiegai un po' a rendermi conto che non eravamo più per le strade di Seoul. Ora ci trovavamo in una strada di campagna, poco fuori città. Si sentì uno scoppio, seguito da uno stridio acuto, e la macchina sobbalzò.
"Cazzo!" imprecò Yoongi.
Lo guardai terrorizzata nel mentre che sterzava col volante. In un attimo fummo fuori strada, la macchina che pendeva verso il lato sinistro. Un altro stridio e la macchina si fermò in mezzo alle erbacce.
"Merda, hanno forato le gomme" inveì Yoongi.
Lanciai un'occhiata al finestrino nel mentre che lui tirava fuori una pistola dalla cintura del jeans. Il suv si era appostato accanto a noi e l'uomo che per tutto il tempo ci aveva tenuto sotto il mirino scese dall'auto, seguito da altri tre uomini. Mai come in quel momento fui grata della bizzarra abitudine di Yoongi di ficcarsi revolver ovunque.
"Qualsiasi cosa accada, non scendere dalla macchina" mi ordinò Yoongi, caricando l'arma e rinascondendola in una tasca interna della giacca.
Poi aprì la portiera dell'auto.
"Dove vai?" squittii.
Doveva essere impazzito. Quattro contro uno, era un suicidio.
Yoongi non si diede neanche la pena di rispondermi.
"Non pensavo di ricontrarvi così presto" proferì una volta davanti agli altri quattro. "A cosa devo il piacere di questa visita inattesa?"
Col tempo avevo imparato che il linguaggio del corpo diceva molto più sullo stato d'animo di una persona rispetto alle espressioni facciali, che erano più semplici da controllare. Ma Yoongi doveva essere un'eccezione, le sue mani ferme e il passo confidente ostentavano una sicurezza innaturale per una situazione del genere. Mi appostai al finestrino per cercare di origliare meglio la conversazione.
"Hai qualcosa che ci appartiene, Suga" dichiarò l'uomo armato, il più alto e minaccioso del gruppo. "E noi lo vorremmo indietro."
Suga? Era questo il suo nome da gangster? Alquanto inadatto per un tipo che di dolce non aveva niente. Magari Salato avrebbe rispecchiato meglio la sua personalità.
Non le potevo vedere, ma ero abbastanza sicura che pure gli altri avessero sistemato armi in ogni posto libero del loro vestiario.
"Io? Non credo proprio" fece Yoongi.
Dopo il finto tono cortese, aveva fatto un brusco ritorno al tono minaccioso di sempre. Se su alcuni degli altri membri dei Bangtan nutrivo qualche dubbio sulla loro credibilità come gangster, certamente non ne avevo alcuno per quanto riguardava lui.
Vidi l'uomo alla sinistra di quello armato, leggermente più basso e con una lunga cicatrice che gli attraversava il volto, avvicinare la mano alla tasca del jeans. Il movimento non sfuggì a Yoongi che lo imitò.
"Noi invece pensiamo di sì" ribattè l'altro.
Ero così assorta dalla conversazione che mi resi conto troppo tardi che all'appello dei quattro uomini ne mancasse uno. Precisamente nel momento in cui quell'uno mi afferrò il braccio da dietro e mi scaraventò a terra davanti alla macchina, dall'altra parte della quale si stava svolgendo lo scambio di battute. Mi puntò un tallone sul petto per impedirmi qualsiasi movimento quando cercai di divincolarmi. Ero bloccata a terra. Sentii le lacrime minacciare nuovamente di uscire. Al diavolo, perchè tutte a me?
"Capo, c'è una ragazza qua!" esclamò l'uomo attirando l'attenzione degli altri tre.
A ben guardarlo era il più grosso del gruppo, non mi stupii che fosse riuscito a bloccarmi a terra con così tanta facilità.
Sentii uno dei tre uomini dall'altra parte dell'auto ruotare intorno ad essa e quando i suoi passi furono abbastanza vicini comparve sulla mia visuale l'uomo armato.
"Bene, bene, bene. Chi abbiamo qui?" domandò, un sorrisetto malizioso a contorcergli le labbra sottili.
"Riesci a riconoscerla, Big-T? È una delle cagne di quei bastardi?" chiese poi rivolgendosi all'uomo che mi teneva ancora bloccata a terra, abbassando il volume della voce.
Non potevo vedere Yoongi da quella posizione e lo stivalone di quell'uomo mi impediva di respirare correttamente. Sentivo i brividi percorrermi tutta la schiena.
L'uomo chiamato Big-T scosse la testa.
L'altro, il capo, da quello che avevo capito, puntò l'arma che non aveva mollato nemmeno per un secondo nella mia direzione.
"Vediamo se, se riempo di piombo la tua puttana, ti viene in mente dove hai nascosto ciò che ci appartiene" dichiarò.
Inghiottii a vuoto un paio di volte. Sentivo gocce di sudore freddo scivolarmi sul collo.
"La ragazza non c'entra nulla, Laight" fece Yoongi.
Ora aveva assunto il tono di voce che usava quando voleva farmi capire che, se avevo cara la pelle, avrei fatto meglio a rifugiarmi nella mia stanza e non farmi vedere per un paio di ore. Continuai a tenere gli occhi puntati sull'arma che penzolava sopra la mia testa, se avessi spostato lo sguardo mi sarei ritrovata un proiettile nel cervello, ne ero certa.
"Cominci a ragionare, eh?" sorrise Laight. "Tirala su" ordinò poi a Big-T.
Lui levò immediatamente il tacco dal mio petto, ma non feci nemmeno in tempo a fare un respiro profondo per riprendere un po' dell'aria che mi era stata negata che le sue forti mani mi afferrarono sotto le ascelle e mi sollevarono come se non pesassi nulla. Mi passò il braccio attorno al collo, impedendomi nuovamente qualsiasi movimento. La sua presa non era particolarmente stretta. Quante possibilità avrei avuto di liberarmi?
Almeno dalla nuova posizione potevo vedere Yoongi e gli altri due uomini che si erano spostati, ora stavano a pochi metri da noi.
"Allora, Suga" enunciò Laight. "Ti si è rinfrescata la memoria?"
Sentii qualcosa di freddo toccarmi la tempia destra. Non ebbi bisogno di voltarmi per capire di che si trattasse.
Yoongi mi guardò dritto negli occhi. Sembrava star prendendo in considerazione quanto potesse arrischiarsi a mettersi contro quegli uomini per me. In fondo non rappresentavo niente per lui, se non una fonte di disturbo per la maggior parte del tempo.
"Non lo ripeterò un'altra volta, Laight. La ragazza non c'entra nulla."
Il tono di voce basso mi penetrò fin dentro le ossa. Continuava a fissarmi. Mosse le labbra, ma non riuscii a capire. Stava tentando di comunicarmi qualcosa.
"Bene" proferì Laight. "Big-T, a te l'onore di scegliere dove scagliare il primo proiettile."
Guardai Yoongi, spaventata.
Successe tutto troppo in fretta. Yoongi si scagliò verso l'uomo con la cicatrice, il più vicino a lui dei quattro. Big-T, dalla sorpresa, allentò la presa e io ne approffitai per sfuggire dalle sue enormi braccia con uno strattone. Mi buttai a terra, tossendo. Sentii un fischio acuto sfiorarmi l'orecchio. Sobbalzai spaventata, nascondendomi dietro la portiera lasciata spalancata da Big-T. Sentivo spari provenire da ogni dove. Un uomo era accasciato a terra, immobile. Dalla mia postazione vedevo solo la suola delle scarpe, sperai solo che non fosse Yoongi. Altri spari e poi calò il silenzio. Se avevano ucciso Yoongi, la prossima sarei stata io. Indietreggiai lentamente verso le erbacce della campagna intorno a noi. Una mano mi tappò la bocca e mi spinse all'indietro. Sentii la schiena aderire ad un petto. Spalancai gli occhi, ma mi tranquillizzai quando mi resi conto che si trattava di Yoongi.
"Ho bisogno che tu faccia una cosa ora" sussurrò facendo aderire le sue labbra screpolate al mio orecchio sinistro. Rabbrividii sentendo il suo fiato caldo carezzarmi l'orecchio.
Annuii, era l'unico movimento che la posizione in cui ci trovavamo mi permettava.
"Prendi il cellulare dalla tasca destra del jeans e quando ti do il segnale corri il più velocemente possibile, va bene? Corri a zig-zag, sarà più difficile mirarti."
Annuii nuovamente.
"Appena sei abbastanza lontana, sblocchi il cellulare e chiami Namjoon, o Hoseok. O chi ti pare, li trovi nei contatti frequenti. Spiegagli brevemente la situazione e digli di venire immediatamente qua."
Un rumore di erba schiacciata mi fece sobbalzare. Portai immediatamente una mano ai suoi jeans. Vagai alla cieca per un paio di secondi, fino a quando le mie dita non si imbatterono nel rigonfiamento rettangolare dei suoi pantaloni. Infilai la mano nella tasca e ne estrassi il congegno elettronico. Un movimento davanti a me attirò la mia attenzione.
"Vai!" urlò Yoongi, lasciandomi all'improvviso.
Da un fascio d'erba abbastanza alto spuntò l'uomo armato, Laight. Sparò un colpo nella nostra direzione, frantumando il vetro della portiera. Yoongi si riparò la testa con le braccia, io mi trovavo fuori portata dal raggio di caduta dei pezzi di vetro. Un secondo sparo e Yoongi si accasciò a terra reggendosi la spalla. Non aspettai un secondo di più. Stringendo il cellulare di Yoongi come se ne valesse della mia stessa vita, e probabilmente era così, cominciai a correre freneticamente. Sentivo spari esplodermi tutto intorno, uno mi beccò di striscio il braccio, ma non mi fermai.
"La ragazza sta scappando!" urlò uno di loro.
"Non farla scappare, idiota!"
Sentivo i muscoli delle gambe cedere, i polmoni bruciare e la faccia farmi male per tutti i fili d'erba che mi avevano schiaffeggiato il volto durante la corsa. Avvertivo qualcosa di caldo scorrermi lungo il braccio, ma non potevo fermarmi, o Yoongi sarebbe rimasto ammazzato da quello scontro.
"Cazzo" imprecò l'uomo che mi aveva seguita.
Uno sparo mi beccò in mezzo ai piedi, facendomi perdere l'equilibrio. Il terreno fangoso attutì la caduta.
Le lacrime cominciarono a scendermi copiosamente. Avevo il fiatone, non avevo mai corso così tanto in vita mia.
"Dove credevi di andare, bambolina?" udì ghignare l'uomo, in un attimo avvertii la sua presenza raggiungermi. Non riuscivo a vederlo dalla posizione in cui mi trovavo, ma sentii una delle sue enormi mani afferrarmi la caviglia. Feci leva sulle braccia e tirai un calcio con tutta la forza che avevo in corpo. Sentii la presa allentarsi appena, ripetei il gesto. Questa volta beccai qualcosa.
"Cazzo, vuoi farmi incazzare sul serio?" sbottò l'uomo, mollando la presa all'improvviso.
Mi tirai su con una nuova energia in corpo. Sentivo la scarica di adrenalina scorrermi nelle vene insieme al sangue e ricominciai a correre. A mala pena sentivo la fatica, tutto ciò a cui riuscivo a pensare era che dovevo salvarmi la pelle.
Gli spari ora erano lontani, ma avevo la certezza di essere abbastanza al sicuro da arrischiarmi a fare una telefonata? Guardai il mio braccio sanguinante, strizzando gli occhi un paio di volte per cercare di mettere a fuoco. Storsi il naso all'odore del sangue che mi punse le narici, ma non sentivo dolore. Mi concentrai sul telefono di Yoongi. Era davvero moderno e sicuramente costoso, non avevo mai avuto in mano un oggetto dalla così alta tecnologia. Con le dita che mi tremavano sbloccai lo schermo. Mi ci volle qualche minuto prima di capire dove si trovasse la rubrica. Il primo contatto che trovai fu quello di Hoseok. Feci partire la chiamata, pregando che rispondesse. Aspettai un paio di secondi, battendo nervosamente le dita sullo schermo del cellulare, in attesa che Hoseok mi rispondesse.
"Hyung?" fece finalmente una voce dall'altra parte del telefono.
"Pronto? Sono Hyun, la cameriera di Min."
Non sapevo davvero che altro dire. Cominciai a singhiozzare.
"Che succede? Va tutto bene? Perchè hai tu il telefono di Yoongi-Hyung?"
"L-lui... Degli uomini... Degli uomini volevano qualcosa da lui. Ci stavano inseguendo. E..."
"Inseguendo? Dov'è Yoongi-Hyung?" domandò innervosendosi.
"Min è con loro. Io... Mi ha detto di chiamare qualcuno, ho trovato il tuo contatto e ho chiamato..."
"Hyun, giusto? Ascoltami bene. Fai un bel respiro. Nel cellulare c'è un rivelatore di posizione GPS, ma devi avvicinarti a Yoongi-Hyung, in modo da poterlo trovare. È molto lontano da dove ti trovi tu?"
"I-io non lo so. Ho corso per un bel po', me lo ha ordinato Min..." mi morsi il labbro per tentare di bloccare il tremore che l'aveva scosso.
"Avvicinati il più possibile a lui. Sto arrivando."
E detto questo chiuse la chiamata. Rimasi a fissare lo schermo nero del cellulare per qualche secondo, prima di decidermi a muovermi. La scarica di adrenalina era passata e ora sentivo bruciare la ferita al braccio e i graffi che sicuramente mi ero procurata al viso. Dovevo raggiungere Yoongi, ma come? Al momento poteva essere già morto e io avrei rischiato la vita per nulla. Mi morsi di nuovo il labbro.
Oh, al diavolo tutto. Se fossi morta almeno non avrei avuto nella coscienza la vita di Min Yoongi.
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Dangerous Minds》||BTS||
Science FictionI Bangtan Sonyeondan sono una delle gang più gloriose e antiche di tutta Seoul. Con il corso degli anni le ricchezze accumulate e il prestiglio della gang sono andate sempre aumentando, fino ad arrivare agli attuali membri, figli dei più temuti gang...