•Prologo•

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Quando la ragazza aprì gli occhi un forte odore di biscotti le invase le narici. Prima di azzardarsi a scendere dal letto annusò per bene l'aria, cercando di intuire dalla fragranza se fossero i suoi preferiti o potesse rimettersi tranquillamente a dormire. Nel mentre che lo faceva si domandò come facesse la sorellina ad indovinare sempre con cosa fossero preparati i biscotti che la loro madre faceva per loro solo odorandoli e si arrese all'idea che lei non avrebbe mai imparato. Scese dal letto e si diresse verso la piccola cucina, posta a pochi metri dalla cameretta che la ragazza condivideva con la sorellina e i suoi genitori. Occupò una delle due sedie che rimanevano libere intorno al tavolino, dove suo padre e sua sorella erano intenti a guardare un programma televisivo dalla piccola tv posta sopra il frigorifero.
"Buongiorno tesoro" la salutò la madre, l'unica che si accorse della sua presenza.
"Buongiorno Eomma" rispose, allungando il collo per vedere il contenuto della teglia all'interno del forno che la madre nascondeva con il suo corpo.
La madre, accorgendosi del gesto, sorrise divertita, lasciandole un piccolo bacio tra i capelli.
"Stasera vado in città, il signor Choi ha bisogno di un nuovo vestito per il ballo di Natale che faranno tra due settimane" spiegò la donna. "Vuoi venire con me?"
La ragazza annuì contenta. Le piaceva il signor Choi e anche le sue figlie. Mentre sua madre prendeva le misure per confezionare gli abiti al signor Choi, le figlie le permettevano sempre di giocare con loro e a volte le davano pure le loro caramelle.
Il padre della ragazza si alzò di scatto dal tavolo, facendo sobbalzare le due ragazze sedute.
"Sono in ritardo!" esclamò, afferrando la giacca da dietro la sedia e lanciando un'occhiata preoccupata all'orologio della televisione.
"Ciao bambine, ciao cara. Ci vediamo stasera" salutò, lasciando un frettoloso bacio nella testa delle due bambine e facendo un gesto con la mano alla moglie.
La madre scosse la testa divertita.
"Eomma, sono pronti i biscotti?" Chiese la sorellina con una facetta triste.
"Non ancora tesoro" disse la madre, lanciando un'occhiata al forno alle sue spalle. "Ma manca poco."
La ragazza sentì il suo stomaco brontolare. Si alzò dal tavolo e afferrò una tazza dalla piccola credenza posta accanto al frigorifero e vi versò un po' del riso presente al centro del tavolo.
"Eomma, ho fame" si lamentò di nuovo la sorellina, piagnucolando.
La madre si levò il grembiule rattoppato che indossava e lo appoggiò nella sedia dove poco prima sedeva il padre delle ragazze.
"Hyun, potresti controllare i biscotti per favore? Io devo andare a prepararmi, devo passare al supermercato per comprare altri spilli per stasera" chiese la madre, rivolgendosi alla maggiore delle sue figlie che al momento stava cercando di imboccare la sorella con un po' del riso del suo piatto. "E controlla che tua sorella non cerchi di mangiarne mentre sono ancora crudi."
"Certo, Eomma."
La madre si intrufolò nella camera dove poco prima era uscita Hyun, chiudendosi la porta alle spalle. Portandosi dietro la ciotola di riso, la ragazza abbandonò il tavolo per sbirciare all'interno del forno e controllare il punto di cottura dei biscotti. Sorrise quando si accorse che la madre aveva fatto i biscotti alla cannella, i suoi preferiti. Uno strano bagliore proveniente da fuori dalla finestra accanto al forno attirò la sua attenzione. Hyun strinse gli occhi per cercare di capire di cosa si trattasse e sobbalzò quando si accorse che proveniva dalla casa dei vicini. Fuoco. Scostò le tende bianche per cercare di vedere meglio cosa stesse accadendo. Ciò che vide fu un furgoncino nero parcheggiato poco distante da casa sua e un gruppo di uomini armati che si aggiravano intorno ai giardini delle case. Hyun si portò le mani agli occhi, facendo cadere la ciotola di riso che andò in mille pezzi ai suoi piedi.
"Cos'era quel rumore?" Sentì domandare dall'interno della cameretta della mamma.
Sua sorella, spaventata dal rumore, scoppiò a piangere. Ma Hyun non se ne occupò, non quando vide uno di quegli uomini dai capelli rasati e le strane divise uscire fuori da una delle case dei vicini trascinando una bambina dalle codette spettinate che riconobbe come una delle sue compagnette di scuola. Rimase immobile, agghiacciata dalla scena che le si prospettò davanti. La gettarono a terra e le diedero un colpo sulla testa con il fucile quando provò a rialzarsi. Un altro uomo lanciò un oggetto che Hyun non riuscì ad identificare all'interno della casa da cui era appena uscito il suo collega, che in poco tempo fu inghiottita dalle fiamme. Hyun era completamente terrorizzata. Corse via dalla finestra, sperando che gli uomini in divisa non l'avessero vista. Afferrò sua sorella per un braccio e la trascinò all'interno della camera da letto, dove sua madre era appena sbucata.
"Che succede?" Domandò preoccupata.
Hyun non riusciva a parlare tanto erano forti i singhiozzi che la stavano percuotendo, si limitò a stringere il braccio della sorellina che in risposta si mise a piangere ancora più forte.
La mamma si inginocchiò di fronte alla piccola, prendendole il viso e cercando di calmarla con dolci parole.
"E-eomma..." sussurrò Hyun.
Sua madre si voltò verso di lei, allarmata.
"C-ci sono degli uo-"
La ragazza non riuscì a finire la frase. Un forte rumore proveniente da fuori della camera le fece sobbalzare tutte e tre. La madre, con il terrore negli occhi, tappò la bocca della sorellina. Hyun, invece, tappò la propria per cercare di non fare il minimo rumore. Udirono i passi di alcuni uomini muoversi per la casa. Hyun udì anche alcune parole, ma non ne comprese il significato. Pregò con tutta sè stessa che gli uomini non sentissero i lamenti soffocati della sorellina, ma le sue suppliche furono vane. La porta della camera venne spalancata con una tale forza che si staccò dai cardini e cadde a terra. L'uomo, anzi, il ragazzo artefice di quel gesto sorrise quando vide le tre figure che avevano urlato quando la porta per poco non le aveva colpite. Per fortuna la madre fu abbastanza agile da spostare le due bambine in tempo. Il ragazzo urlò qualcosa e altri tre uomini si affacciarono all'interno del varco creato dalla porta mancante. Uno dei tre parlò con la madre delle ragazze, che, con sorpresa di Hyun, parlò in una lingua che non le aveva mai sentito utilizzare, la stessa degli uomini armati. La madre strinse le due bambine a sè, parlando ancora con gli uomini che scoppiarono una fragorosa risata. Un altro di loro, l'unico che non aveva ancora parlato, cercò di allungare una mano verso Hyun, sussurrandole qualcosa con un sorriso strano in volto. La madre urlò e spostò la ragazza prima che riuscisse ad afferrarla. L'uomo parve molto contrariato dal gesto. Afferrò il fucile che aveva dietro la schiena e lo puntò contro le tre donne. Hyun si coprì gli occhi per non vedere. Sentì la voce rotta dalle lacrime della madre dire ancora qualcosa, poi un corpo che venne colpito e ancora la presa della mano della madre sul suo fianco divenire meno intensa. La sorellina pianse ancora più forte. Sbirciò da una fessura delle sue piccole mani e ciò che vide le fece riempire gli occhi di lacrime. Sua madre era distesta a terra con una grossa ferita alla testa procurata dalla canna del fucile dell'uomo, e il ragazzo che aveva scardinato la porta aveva afferrato la sua sorellina. Hyun non vide più niente, si scaraventò contro il ragazzo che, colto di sorpresa, le mollò uno schiaffo.
"Eonni!" urlò la bambina più piccola.
Hyun cadde all'indietro, la guancia colpita che bruciava terribilmente, ma non demorse. Provò a tirarsi in piedi per cercare di liberare la sorellina, ma il ragazzo la colpì di nuovo e cadde distesa sul pavimento. Poi il buio.

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